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 2012  aprile 30 Lunedì calendario

«VOTI OBAMA? VINCI UNA CENA CON GEORGE». LA CASA BIANCA BATTE CASSA CON CLOONEY —

Per i blogger repubblicani «la macchina obamiana della raccolta fondi» è «un mostruoso bulldozer», «un questuante disperato a caccia di soldi», «un martello pneumatico» e «una strategia a base di rimproveri, assilli e complessi di colpa per chi osa chiudere il portafoglio». Persino il popolo democratico comincia ad averne abbastanza. «Chiunque abbia una email o un telefonino cellulare non può sottrarsi al bombardamento», si lamentano molti sostenitori. Dallo scorso febbraio, quando il Washington Post rivelò come metà dei contributi della sua seconda campagna presidenziale vengono da piccoli donatori che hanno versato meno di 200 dollari (oltre il doppio rispetto al 2007) la nuova strategia finanziaria del presidente Barack Obama si è trasformata in una sorta di gara all’ultimo spicciolo.
Un vero e proprio stillicidio di email, sms e tweet culminato con l’annuncio della raccolta fondi pro-Obama che la star più bollente e gettonata del momento, George Clooney, terrà a casa sua il prossimo 10 maggio. Un’occasione più unica che rara per rastrellare altri milioni di dollari tra i comuni mortali, anche quelli vessati dalla crisi, che per un pugno di dollari (3 per essere precisi) possono gareggiare alla lotteria che elargirà ai due vincitori un esclusivo tête-à-tête con George e Barack.
Ieri Politico, il sito vicino ai repubblicani, ironizzava sulle innumerevoli tappe di un battage pubblicitario iniziato lo scorso 19 aprile con una email, spedita a milioni di utenti da Julianna Smoot, vice-responsabile della campagna per la rielezione di Obama, intitolata semplicemente «Clooney». «Vuoi incontrare George Clooney e Barack Obama a casa del primo?», chiedeva la Smoot spiegando come il premio Oscar «ha riservato due posti per i sostenitori di base come te: un’occasione che la maggior parte della gente non avrà mai».
L’indomani è toccato al direttore finanziario di «Obama for America» Rufus Gifford precisare che «si tratta per davvero di George Clooney», mentre il 23 aprile un’altra email firmata dalla Chief Operating Officer Ann Marie Habershaw, forniva «qualche consiglio su George Clooney». Forse non contento dell’andamento della raccolta fondi, il giorno dopo lo stesso presidente Obama si è tuffato nella mischia con una email ai fan intitolata «Clooney e io». Lo stillicidio — e la richiesta dei tre dollari — andranno avanti fino al prossimo 10 maggio grazie ai tweet del presidente (@BarackObama), tutti linkati alla pagina di BarackObama.com ribattezzata «Obama, Clooney e tu». Ce n’è quanto basta per irritare anche un liberal come il columnist del New Yorker Ryan Lizza che dal suo profilo Twitter avverte: «In caso non abbiate ricevuto i tweet, le email, e gli sms, GEORGE CLOONEY OSPITERÀ UN PARTY PER OBAMA».
Interpellati da Politico sul potenziale effetto negativo di questa strategia a tappeto, democratici e repubblicani si sono spaccati in due su posizioni rigorosamente partisan. «La campagna di Obama ha chiaramente bisogno di essere resuscitata e quindi è normale che si rivolga all’ex star di ER», ironizza Kristin Kukowski, membro del Republican National Committee. «Usare una star consoliderà la sua immagine di liberal hollywoodiano agli occhi degli elettori», la incalza il consulente repubblicano Ron Bonjean. Di ben altro avvisto lo stratega democratico Brad Bannon: «Viviamo in una cultura delle celebrità dove un endorsement di George Clooney vale molto più dell’appoggio di un Warren Buffett», spiega, «anche se per quanto mi riguarda, preferirei partecipare ad una lotteria dove in palio ci fosse una cena con Angelina Jolie».
Alessandra Farkas