Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Arriva maggio e si possono cominciare a contare le tasse comunali, provinciali e regionali. Una famiglia particolare di imposte, che funziona così: stabilita una tassa da pagare allo Stato (per esempio l’Irpef) si consente poi agli enti locali di applicare un’«addizionale», cioè una quota in più, a loro beneficio. Per esempio proprio sull’Irpef – quella che noi chiamiamo normalmente “denuncia dei redditi” – le Regioni hanno diritto di applicare un’addizionale che sta tra lo 0,33 e l’1,23 per cento. Fatti i conti, si tratta mediamente, per ognuno di noi, di tirar fuori 371 euro all’anno in più. Le Regioni applicano di regola l’aliquota più alta, cio’ l’1,23% (così, per esempio, a Roma). Come mai? Perché i cittadini raramente percepiscono questo margine in eccesso e credono che la pressione fiscale derivi interamente dallo Stato. In realtà gli enti locali manovrano per un loro incasso su molte tasse: Imu, Irpef, Tassa dei rifiuti, Imposta di soggiorno, Tassa di scopo, Rc Auto. L’Osservatorio della Uil ha calcolato che il complesso di queste addizionali ci costeranno in un anno 2.000 euro, «in pratica ci stanno mangiando la tredicesima».
• Ma chi ha inventato questo sistema?
Un po’ tutti. Per esempio, Prodi ha inventato la tassa di scopo o Imu 2, confermata poi da Berlusconi e applicata finora solo da 20 comuni. Prevede che il suo gettito serva a finanziare un’opera pubblica. Il prelievo può andare avanti per dieci anni, ma se poi l’opera pubblica non viene realizzata i soldi devono essere restituiti. La base imponibile è la stessa dell’Imu (legata alle rivalutazioni catastali) aumentata di un 5 per mille. Il Codacons minaccia migliaia di ricorsi al Tar.
• E Berlusconi?Quali addizionali ha permesso?
Il governo Berlusconi, come ricorderà, tagliò i trasferimenti agli enti locali, cioè ridusse i soldi che lo Stato versa a Regioni, Province e Comuni. E introdusse, a mo’ di consolazione, queste addizionali, che poi Monti ha confermato e qualche volta aumentato. Sia chiaro: Comuni, Province e Regioni buttano i soldi dalla finestra alla grande. Ma a tagliare sul serio si rassegnano malvolentieri. Ecco quindi queste addizionali: quella comunale, che costerà mediamente 157 euro a testa e che adotteranno 341 città (tra cui 8 capoluoghi) e l’imposta di soggiorno, cioè un di più che le toccherà pagare quando andrà in albergo e che peserà in genere per 5 euro a notte. La tassa di soggiorno è stata adottata da 495 comuni, mentre 12 capoluoghi hanno aumentato la Tarsu…
• È difficile anche solo tenere a mente questo esercito…
La Tarsu è la tassa – tutta comunale - sui rifiuti. Le cartelle relative arrivano proprio a maggio. A Messina l’aumento sarà del 30%, a Reggio Calabria del 25, a Milano del 20. A Milano spiegano che la tassa non veniva toccata dal 2002. Rincari sono previsti anche a Torino, Siracusa, Bari, Latina. Si paga in base ai metri quadrati e dal prossimo anno la Tarsu si chiamerà Tares e diventerà una tassa su rifiuti e servizi, che dovrà coprire obbligatoriamente il 100 per 100 del servizio di Nettezza Urbana (oggi non è così) e comprendere un forfait per illuminazione, anagrafe e così via. Una sovrattassa che andrà dai 30 ai 40 centesimi al metro quadrato. Il costo non è irrilevante: 223 euro a famiglia per 7,2 miliardi di incasso complessivo. Richiamo la sua attenzione sulla clausola che la tassa dovrà coprire il 100 per 100 del costo: significa che se, per esempio, i lavoratori impiegati nel servizio dovessero scioperare per ottenere un aumento di stipendio, c’è già la via per trasferire automaticamente questo costo alle tasche delle famiglie.
• Mamma mia. Che c’entra però l’assicurazione della macchina?
Qui l’addizionale serve a dar soldi alle Province, l’ente locale di cui tutti chiedono vanamente l’abolizione. Si paga già una tassa del 12,5% sull’assicurazione, ma le province possono aumentarla fino a un 3,5 per cento. Finora 68 province su 90 hanno approfittato dell’occasione. In controtendenza Firenze, che la tassa l’ha diminuita (come la legge consente): Renzi l’ha tagliata dell’1 per cento.
• Quanto vale questa tassa sulla Rc Auto?
In media 133 euro ad automobilista, per un gettito di 1,8 miliardi. Per le province si tratta del 40,9 per cento di tutti i loro introiti. Quando il governo aumenta il prelievo fiscale sulla benzina, scoraggiando la circolazione automobilistica (in calo ovunque) colpisce in prospettiva anche gli introiti delle province: se la gente, stanca, rinuncia alla macchina e non paga più l’assicurazione…
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 29 aprile 2012]