Chiara Paolin, il Fatto Quotidiano 29/4/2012, 29 aprile 2012
IL GP, LA “NUVOLA” DI FUKSAS E L’ACQUARIO: IL FLOP IMPERIALE DI UNA S.P.A.
Riccardo Mancini, l’uomo finito al centro della bufera Atac-Finmeccanica, è un bel pezzo del potere di destra nella capitale. Estremista nero in gioventù (processato insieme con Stefano Delle Chiaie, condannato per violazione della legge sulle armi), finanziatore della campagna di Alemanno 2006, tesoriere della corsa Pdl al Campidoglio, Mancini doveva fare dell’Eur il fiore all’occhiello del governo a trazione An. Per questo gli fu affidato un vero e proprio colosso: Eur spa, l’ente che gestisce monumenti e immobili del quartiere voluto da Mussolini (valore 650 milioni di euro, 40 milioni l’incasso annuale solo per gli affitti), esempio unico in Italia di società per azioni vincolata a un reticolo stradale (il controllo è al 90% del ministero dell’Economia, al 10 dal Comune).
Proprio quei palazzi alti e squadrati, vigilati da aquile imperiali e busti eroici, dovevano esaltare il potere capitolino di Gianni Alemanno declinandolo nella nuova missione dell’ente: ampliare, riedificare, lanciare opere avveniristiche ed eventi di sfarzo assoluto come il nuovo centro congressi (cioè la famosa Nuvola di Fuksas), la resurrezione del vecchio velodromo, l’apertura di un grande acquario e il rilancio del Luneur.
Qualcosa però è andato storto. Niente Formula1. Niente Olimpiadi 2020. Crisi nera dell’edilizia. Polemiche per la promozione a top manager di soggetti come Panzironi jr (figlio dell’ad dell’Ama indagato per Parentopoli), Donata Nuzzo (già responsabile sezione An di piazza Bologna messa a capo del personale) o Carlo Pucci (consigliere Pdl del municipio, tabaccaio, assurto a direttore marketing). Intanto i mega progetti arrancano. Soprattutto: le casse sono a secco, e l’ipoteca da 190 milioni che pesa sull’intero patrimonio rende tutti molto nervosi. Solo la famosa Nuvola costa 270 milioni di euro ed è in ritardo di 13 anni: servono soldi. Fermi i cantieri per le torri di Renzo Piano (con buco da 24 milioni), in crisi il business delle varie spa controllate dalla casa madre Eur: dovevano gestire energia, rifiuti, reti informatiche, il tutto sotto l’attento controllo di Antonio Mastrapasqua, incidentalmente presidente dell’Inps, ma anche sindaco di tutti i cda della galassia Eur. Però, se il quartiere non lievita, non c’è niente da gestire. Unica soluzione: costruire, vendere, incassare. Dove? Nell’area del velodromo, nato per le Olimpiadi del 1960 e buttato giù col tritolo nel 2008. Lì dovevano sorgere piscine e zone sportive, ma mentre la magistratura indaga per disastro colposo a causa dell’amianto disseminato ovunque nel-l’esplosione, Mancini ha sborsato 6 milioni pur di tornare titolare unico del progetto e invocare la pubblica utilità del piano cementifero.
Ormai in Comune scatta il Vietnam quando si nomina l’Eur. L’ultima grana è l’acquario. Doveva essere inaugurato a giugno portando in dote 200 posti di lavoro, sul sito della società incaricata per la selezione del personale i candidati sono furiosi.
E poi c’è la questione Luneur, il più antico luna park d’Italia (classe 1953), luogo amatissimo dai romani, chiuso da quattro anni. Le famiglie di 150 giostrai sono senza lavoro, e non apprezzano l’ultima versione ufficiale: si costruirà un parchetto per bambini 0-12, le attrazioni più eccitanti andranno fuori città. "Chissà come mai - si domanda Enzo Foschi, consigliere regionale del Pd -. Forse per tenere libera l’area? Mettiamoci anche i campi sportivi Tre Fontane, che sono lì accanto: negli ultimi mesi la storica società del rugby s’è dovuta consorziare ad altri team più o meno improvvisati, e molti temono che con un aumento del capitale possa re-star fuori chi ha tanti allievi ma pochi soldi. Siamo sicuri che non ci siano altri piani su quegli ettari di verde?". Il presidente di una delle nuove società rugbystiche è Mancini. Un mese fa gli è stata recapitata una busta con dentro minacce e un proiettile. Il trionfo dell’Eur è diventato un incubo.