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 2012  aprile 29 Domenica calendario

Ripoli, paese che scivola "Le nostre case si muovono per i lavori in una galleria" – RIPOLI - Ripoli è il paese che scivola

Ripoli, paese che scivola "Le nostre case si muovono per i lavori in una galleria" – RIPOLI - Ripoli è il paese che scivola. Quattrocento anime, frazione di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino tosco emiliano, lì dove saltarono per le bombe dei terroristi prima l’Italicus e poi il rapido 904. Ripoli si muove un po’ alla volta per colpa degli scavi per la galleria della nuova Variante di Valico, quattro chilometri sotto terra proprio all’altezza del piccolo centro. La frana quiescente è stata risvegliata due anni fa dalle nuove moderne trivelle. È diventata una frana attiva. Milioni di metri cubi di terra in movimento sordo. Da Pasqua i lavori sono rimasti bloccati per una ventina di giorni. Precauzione concordata in Prefettura a Bologna in attesa di nuovi accertamenti tecnici. Ma non è tutto. È stata aperta un’inchiesta dalla procura di Bologna (l’ipotesi è quella di reato di disastro colposo a carico di ignoti), è nato un comitato cittadino e tante commissioni tecniche. Polemiche, allarmi, scontri davvero sotterranei tra Autostrade, concessionaria, e l’appaltante Toto costruzioni, lotte tra periti. Ci sono pesanti interessi economici in gioco, non solo la sicurezza della zona. Cambiare tragitto costerebbe almeno il 10 per cento di più dei 200 milioni e passa stanziati per il progetto che risale agli anni ’90. Autostrade non vuole, e, di fatto, nemmeno le autorità (Regione, prefetto, sindaco) pensano che sia necessario. Dicono che non è a rischio l’incolumità pubblica e che non c’è la minaccia di un disastro ambientale. Autostrade rimborserà tutti i danneggiati, ha già stanziato 10 milioni di euro. Ripoli, paese di anziani, da oltre un anno senza più nemmeno la scuola elementare, si è "bloccata" mentre continua a scivolare verso valle, in media un centimetro al mese (1,5 nelle aree più prossime agli scavi). Con le sue case crepate e alcune anche inagibili, qualche famiglia evacuata, i tubi inclinometrici (strumenti che servono per misurare i movimenti sottoterra) infilati in profondità qua e là nei campi fino a quelli accanto ai sei piloni (uno dei quali si è mosso di un paio di centimetri negli ultimi tre mesi) che reggono il viadotto Rio Piazza dell’A1. E con la sua chiesa medievale, intitolata a Santa Maria Maddalena, anch’essa lesionata. La sovraintendenza parla di disastro artistico. Questa storia non si sa ancora come andrà a finire. Certo non sarebbe nemmeno esplosa se Autostrade non avesse trovato lungo il tragitto un anziano ex dirigente proprio di Italstrade che anche lì aveva lavorato e contribuito negli anni Sessanta a far deviare, sempre per le frane, l’Autosole. Il geometra Dino Ricci ha 75 anni, più di quaranta li ha fatti in giro per il mondo (Italia, Turchia, Algeria, Iran, Iraq, Tunisia) a costruire dighe, gallerie, autostrade. Sale e scende con affanno («la vita in cantiere lascia il segno», dice) per le frazioni di San Benedetto. Lui si oppone a questa Variante. All’inizio aveva raccolto il consenso di quasi tutti. Nel comitato cittadino c’erano 272 persone, ora sono solo sedici coloro che hanno accettato di finanziare la "battaglia" contro Autostrade. Ricci è convinto che Ripoli sia diventata «una zattera che galleggia». E qualche risultato con il comitato l’ha incassato. In un rapporto di metà marzo, il Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione Emilia Romagna che ha aggiornato la carta geologica, classifica come «attivo» il movimento franoso. E conclude: «È probabile nel breve termine una prosecuzione delle attuali velocità per l’effetto combinato delle due canne di avanzamento, sia pure nell’incertezza del comportamento che tali fenomeni possono avere. Tale prosecuzione del movimento non potrà che produrre un incremento delle deformazioni sui manufatti e sulle infrastrutture con estensione delle lesioni esistenti». Ma molto più preoccupante è il dossier presentato alla Procura di Bologna dai consulenti (Carlo Viggiani e Luciano Picarelli dell’Università di Napoli Federico II) di alcune ditte appaltatrici (Vianini, Toto, Profacta, San Benedetto Val di Sambro Scarl): «L’entità degli spostamenti è significativa e ha cominciatoa produrre dissesti nei rivestimenti definivi della galleria che si sviluppa trasversalmente al corpo di frana. Chi scrive ritiene che col passare del tempo tali dissesti si accentueranno e diventeranno sempre più severi. Tra l’altro, fenomeni analoghi potrebbero verificarsi anche lungo il tracciato stradale ubicato più a nord e non ancora realizzato, lungo il quale il versante ospita alcuni piccoli insediamenti. Una variante plano altimetrica di tracciato sarebbe una soluzione ancora possibile e risolutiva». Replica di Autostrade: «Non è pensabile». Ora si aspetta l’esito dell’indagine dei consulenti incaricati dalla Procura di accertare quale rapporto ci sia tra lo scavo e il riattivarsi della frana. I tecnici hanno chiesto una proroga dei tempi. L’eventuale blocco dei lavori passa da qui. Ma nemmeno il geometre Ricci ci spera molto. In realtà si prepara alla sua "eroica sconfitta".