Fabrizio de Feo, il Giornale 29/4/2012, 29 aprile 2012
Le banche avvertono i benzinai: niente bancomat sotto 100 euro - Stop a carte di credito e bancomat per il pagamento della benzina
Le banche avvertono i benzinai: niente bancomat sotto 100 euro - Stop a carte di credito e bancomat per il pagamento della benzina. È questo uno dei possibili effetti collaterali del decreto liberalizzazioni che impone la gratuità delle transazioni con moneta elettronica per il pagamento del carburante sotto la soglia dei cento euro. Una misura controversa che sta facendo salire di livello il braccio di ferro tra banche e distributori di benzina che non vogliono accollarsi il costo delle commissioni. La prima mossa è stata fatta dagli istituti di credito. La Setefi società del Gruppo Intesa Sanpaolo che gestisce i servizi di accettazione in pagamento delle carte anche negli impianti di distribuzione carburante, ha spedito una raccomandata il 10 aprile scorso comunicando l’interruzione del servizio e il recesso dal contratto per sopraggiunta maggiore onerosità con decorrenza «dal trentesimo giorno successivo alla ricezione della comunicazione». In pratica, dal prossimo 10 maggio i distributori associati con Setefi che detiene un abbondante 20% del mercato - non potranno accettare pagamenti elettronici. Ma sulle stesse posizioni si starebbero attestando anche gli altri soggetti che gestiscono i terminali bancomat. «Non abbiamo l’intenzione di sbattere la porta e non ascoltare le esigenze di esercenti e consumatori » spiega l’amministratore delegato di Setefi, Maurizio Manzotti. «Ma alle condizioni attuali non possiamo continuare ad accettare i pagamenti. Con gli attuali accordi non solo non riusciamo a remunerare l’attività ma neppure a coprire i costi vivi previsti dai circuiti di pagamento visto che Visa e Mastercard addebitano comunque gli oneri a nostro carico. Non possiamo fornire questo servizio a titolo completamente gratuito, come abbiamo fatto dal primo al 23 gennaio e dal 26 marzo a oggi. Non è pensabile, per noi significherebbe un costo di milioni di euro. Purtroppo la norma è anomala visto che entra nel rapporto tra due privati». Banche e distributori sono impegnate in una corsa contro il tempo per individuare una possibile mediazione. Un primo incontro tra Abi, Confcommercio e associazioni dei consumatori si è tenuto lo scorso 16 aprile. E un’altra riunione è fissata per mercoledì. La soluzione potrebbe essere quella di un accordo tra banche e principali associazioni di rappresentanza dei distributori di carburante sulla base di uno sconto - si parla del 20%- rispetto ai canoni mensili in vigore lo scorso anno. La sigla che rappresenta i distributori autonomi non è, però, disponibile al dialogo e minaccia scioperi mentre le altre, anche in presenza di un accordo, non escludono di rivalersi poi nelle sedi competenti. La vicenda, insomma, nonostante la buona volontà delle parti resta intricata. E il rischio che il caos delle commissioni sui Pos possa essere scaricato sui consumatori è concreto. Sulla vicenda, peraltro, Mario Baccini, presidente dei Cristiano Popolari del Pdl, ha sollecitato con una lettera un intervento dell’Antitrust. «Sono stato informato della decisione di bloccare l’utilizzo delle carte da parte di un titolare di un distributore e ho subito inviato una lettera al presidente dell’Autorità garante della concorrenza» racconta Baccini. «Il servizio con carta, diurno o notturno, è per i cittadini un dato acquisito in termini di sviluppo, sicurezza e civiltà. La sospensione potrebbe determinare disparità, disagi e concorrenza sleale. Senza contare poi che in tutta Europa è possibile usufruire di tale servizio anche per cifre basse. Siamo in un momento difficile, complicare la vita degli utenti mi sembra una inutile cattiveria. Per questo mi appresto a prendere iniziare ad hoc in Commissione Bilancio. Le banche in questi anni hanno guadagnato tanto, spero che su questo fronte facciano un passo indietro e assicurino la sopravvivenza di una libertà minima».