A.V., Corriere della Sera 29/4/2012, 29 aprile 2012
Il bisogno di urinare è così urgente da non riuscire a trattenersi. E nel giro di qualche tempo la vita diventa una vera battaglia, i contatti sociali si azzerano, sul lavoro tutto diventa difficile e si è magari costretti a ricorrere ai pannoloni
Il bisogno di urinare è così urgente da non riuscire a trattenersi. E nel giro di qualche tempo la vita diventa una vera battaglia, i contatti sociali si azzerano, sul lavoro tutto diventa difficile e si è magari costretti a ricorrere ai pannoloni. Un dramma che secondo alcune stime affligge circa tre milioni di italiani che soffrono di vescica iperattiva, una condizione in cui i muscoli attorno alla vescica si contraggono in maniera incontrollata. La buona notizia è che oggi esiste una specie di pacemaker che può aiutare quando farmaci e riabilitazione non hanno avuto effetto: è un neurostimolatore grande poco più di una moneta che viene impiantato in anestesia locale nel tessuto sottocutaneo e collegato a un elettrocatetere da posizionare in prossimità dei nervi sacrali, che controllano la vescica e i muscoli pelvici. Lo strumento invia lievi impulsi elettrici ai nervi regolando la contrattilità dei muscoli. Il medico programma l’apparecchio personalizzando i parametri in base alle caratteristiche cliniche di ciascun soggetto, ma poi il paziente, con un telecomando, può intervenire per accendere, spegnere e regolare l’intensità della stimolazione, che provoca solo un piccolo formicolio. Prima dell’impianto definitivo, inoltre, si fa un test per capire se l’approccio funziona, inserendo l’elettrodo vicino al nervo e collegandolo a uno stimolatore esterno, grande circa come un ipod; lo strumento viene portato per circa un mese: se la risposta è soddisfacente si sostituisce l’elettrodo di prova con un catetere definitivo più resistente e si inserisce il pacemaker interno, in una «tasca» sottocutanea a livello del gluteo. «I risultati sono incoraggianti, il controllo della vescica aumenta nel 70% dei casi e si mantiene in quasi tutti i pazienti per almeno cinque anni, con un notevole miglioramento della qualità della vita — spiega Giulio Del Popolo, presidente della Società Italiana di Urologia —. Fino a una decina di anni fa l’impianto richiedeva un intervento "in aperto" di quattro ore; oggi il catetere si inserisce in appena 15 minuti in anestesia locale e il numero di casi trattati è arrivato a circa 300 pazienti l’anno. Tra l’altro, il neurostimolatore adesso è piccolo e per nulla fastidioso. Proprio come nel caso dei pacemaker cardiaci, lo stimolatore (ma non il catetere) deve essere sostituito quando termina la batteria, che dura attorno ai tre anni». Il costo dell’intervento è di circa 12 mila euro, ma viene coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. «Certamente non è a buon mercato, ma il prezzo deve essere confrontato con quanto si spenderebbe altrimenti per farmaci e pannoloni — osserva Del Popolo —. Non dimentichiamo che è proposto a pazienti che non rispondono ad altri tipi di trattamento, con un’incontinenza "resistente" difficile da risolvere». A. V.