Adnkronos Salute, 30 aprile 2012, 30 aprile 2012
CRISI, TASSO DEI SUICIDI COME NELLA GRANDE DEPRESSIONE: +20%
in pochi anni
Agli allarmi della Cgia di Mestre, che parlano di 23 suicidi di imprenditori da inizio anno fino a metà aprile in Italia, fa da contraltare l’ultimo studio in materia, pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) Usa che indica come i decessi, in generale, salgano e scendano "in connessione con l’economia". Un andamento che permette di fare un parallelo tra gli Stati Uniti e l’Italia
Il tasso di suicidi segue la curva dell’andamento economico di un Paese. Dunque il bollettino di guerra che al caso del portinaio di Napoli, che si è tolto la vita dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, affianca quello dell’imprenditore che si è ucciso in Sardegna, non sembra destinato a fermarsi. Agli allarmi della Cgia di Mestre, che parlano di 23 suicidi di imprenditori a causa della crisi dall’inizio dell’anno fino a metà aprile in Italia, fa da contraltare l’ultimo studio in materia, pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) Usa: il tasso di suicidio, in generale, "sale e scende in connessione con l’economia. E il record negativo negli Usa si è registrato, non a caso, con la Grande Depressione: +22,8% in quattro anni". Lo spiega all’Adnkronos Salute Maurizio Pompili, responsabile del Servizio di prevenzione del suicidio dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. Insomma, il parallelismo fra la situazione odierna e quella della Grande Depressione non sarebbe solo una fantasia. "Il problema è che i fallimenti ci sono sempre stati, ma ultimamente le notizie delle morti hanno una cadenza allarmante. Emerge una particolare fragilità". L’esperto mette in guardia sul rischio emulazione, in gergo ’effetto Werther’. "Il suicidio non sia considerato una soluzione", dice Pompili, sollecitando interventi mirati.