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 2012  aprile 30 Lunedì calendario

La Bce dà lezioni al prof Monti: «Troppe Province, vanno ridotte» - Arriva in consiglio dei mini­stri quello che si preannuncia già un mezzo flop

La Bce dà lezioni al prof Monti: «Troppe Province, vanno ridotte» - Arriva in consiglio dei mini­stri quello che si preannuncia già un mezzo flop. La tanto auspicata spending review , revisione di tutte le spese dello Stato, è destinata a scontentare molti. Dalle indiscre­zioni non trapelano cifre certe ma si mormora di qualcosa come 5 mi­liardi di euro di risparmi. Bruscoli­ni. Eppure i riflettori sono tutti puntati sul lavoro certosino del ministro Giarda, titolare del file «taglia Italia». Tra gli osservatori più attenti e rigorosi anche la Ban­ca centrale europea che giusto ie­ri ha fatto sapere di guardare con «attenzione» alla spending re­view . Francoforte non fa sconti a palazzo Chigi perché «per fare le riforme occorre ritrovare quello spirito costruttivo dettato dal­l’emergenza che, con gli spread a livelli mai visti nei 12 anni dell’eu­ro, lo scorso novembre aveva fatto nascere il governo Monti». Poi ar­riva la scudisciata: «La sensazio­ne - secondo quanto trapela al­l’ Ansa - è che, finita l’emergenza, vi sia stato un po’ di rilassamento e si rischi di perdere di vista lo spiri­to­riformatore che animava la pri­ma fase del governo». Attenzione massima, quindi. Ma soprattutto una scossa al premier perché va bene il bilancio in pareggio nel 2013 ma «principalmente attra­verso tagli di spesa». Peccato che per ora il capitolo «risparmio» sia stato assente. La manovra è visibil­m­ente sbilanciata sul fronte entra­te, e quindi tasse. Ecco perché adesso all’Eurotower si aspettano grandi risposte sul fronte «spesa». Devono ancora capire cosa c’è dentro. Nell’attesa che Giarda e Monti svelino i loro piani, la Bce ricorda una ricetta disattesa: il taglio e/o l’accorpamento delle province. «La Bce la auspica più che mai, ora che la Spagna ha messo in luce il problema di un’eccessiva auto­nomia delle amministrazioni lo­cali - si dice a Francoforte - oggi in Italia si tratterebbe dell’unico,ve­ro taglio dei costi della politica, che in quanto tale riscuoterebbe successi presso l’opinione pubbli­ca e produrrebbe risparmi incisi­vi ». Molto probabilmente, tuttavia, la montagna partorirà un topoli­no. Al governo, come primo step, sembra interessare soltanto il ri­sparmio volto a scongiurare l’au­mentodell’Ivaprevistoperil1 ˚ ot­tobre. Il che vuole dire il reperi­mento, attraverso minori uscite, di circa 5 miliardi di euro. Niente tesoretti da destinare alla riduzio­ne delle tasse. Niente machete sul­la m­acchina della pubblica ammi­nistrazione. Oggi arriveranno sul tavolo solamente le «criticità» su cui eventualmente operare, indi­viduate da Giarda. Il quale di re­cente aveva reclamato una sorta di task force per poi affondare il bi­sturi. Un modo soft per ammette­re che i tagli sono molto più facili a dirsi che a farsi. Troppe resistenze da parte delle burocrazie, troppe doglianze da parte dei ministeri che lamentano di essere stati falci­diati abbastanza dalla politica dei tagli lineari di tremontiana memo­ria. Così, il sottosegretario all’Eco­nomia, Gianfranco Polillo, mette le mani avanti:«Forse si potrà evi­tare l’aumento dell’Iva, oltre a ga­rantire il rispetto degli obiettivi di bilancio nel 2013. Ma aspettarsi di più dalla spending review , che de­ve coinvolgere anche gli enti loca­li, almeno in questa fase e conside­rato l’orizzonte temporale di im­pegno del governo, credo sia sba­gliato ». I ministeri, dal canto loro, provano ad indicare come metter­si a dieta ma i loro sforzi restano poca cosa. Il ministro dell’Inter­no, Annamaria Cancellieri, per esempio, ha spiegato che dal suo dicastero potrebbero arrivare ri­sparmi per 30 milioni di euro ac­corpando le prefetture, razionaliz­zando gli affitti e mettendo in ven­dita gli uffici lasciati liberi. Colle­gato è il lavoro del dicastero del­l’Interno con quello della Difesa sul capitolo forze dell’ordine: si cerca di razionalizzare anche sul versante polizia e carabinieri. Una mano arriverà anche dal mi­nistero della Giustizia, guidato da Paola Severino con i tagli ai giudi­ci di pace e ai piccoli tribunali. Cu­ra dimagrante anche sul fronte della scuola dove i risparmi do­vrebbero arrivare attraverso la cin­ghia tirata sull’acquisto di beni e servizi. Stesso discorso per la sani­tà. Peccato che i partiti siano già in fibrillazione e alzino il ditino. Se il Pd dice «Non si tagli la scuola ma piuttosto la difesa», il Pdl rispon­de: «Si taglino gli sprechi nella sa­nità ma non la sicurezza».