Il Sole 24 Ore 30/4/2012, 30 aprile 2012
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Nessun paese
GUADAGNI SOLO CON LE AZIONI? C’È CHI PREVEDE DOPO IL 2020
L’uso dell’analisi tecnico-statistica per esplorare il possibile sviluppo delle Borse sul lungo e lunghissimo periodo è sempre un esercizio affascinante. Specialmente se la tendenza corrente è al ribasso, perché si può cercare di capire quando il trend potrebbe cambiare direzionalità e diventare positivo.
Una prima osservazione empirica – rilevabile anche dal grafico in basso sull’andamento dell’S&P 500 negli ultimi 140 anni – è che, dopo una caduta dai massimi e il raggiungimento di minimi importanti, occorrono perlomeno tanti anni quanti quelli in cui è durato il movimento ribassista (spesso anche di più) per tornare ai top precedenti l’inizio del tracollo.
Qualche anno fa molti studi ipotizzavano che, dopo la caduta seguita alla deflagrazione della bolla internet nel 2000, l’avvio di un nuovo ciclo positivo lungo vi sarebbe stato solo a partire dal 2012-2014.
Ora però, dopo la crisi economica iniziata nel 2007-2008 e lo scoppio dei problemi dell’area euro la scorsa estate, la possibilità di recupero dei livelli 2000 è rinviata almeno fino al 2018-2020. E questa è una visione empirica, ma anche abbastanza ottimistica.
Perché gli studi che cercano di analizzare con maggiore profondità i corsi e ricorsi della storia dei mercati finanziari spostano in là l’obiettivo di bottom dell’attuale Orso fino a dopo il 2020 (al 2022- 2026).
Particolarmente interessante è uno studio pubblicato recentemente da Doug Short, vice-president della ricerca presso Advisor Perspectives (www.advisorperspectives.com). La ricerca prende in considerazione la linea di tendenza (quella rossa nel grafico in basso) a lungo termine dell’S&P 500 dal 1870 a oggi, deflazionata e posta su scala logaritmica. L’indicatore sotto rappresenta la percentuale di scostamento – nei periodi rialzisti e ribassisti del listino – dell’indice mensile (linea nera) dalla linea di tendenza.
La ricerca evidenzia poi le trendline che uniscono ogni top del passato caratterizzato dalle varianze più alte rispetto all’andamento medio di lungo periodo (1901, 1929 e 1965) con l’inizio del "bull market" successivo (1920, 1949 e 1982). L’inclinazione di ogni trendline è esattamente di 34 gradi. A questo punto sarebbe ragionevole, dal punto di vista statistico, che anche la pendenza del mercato Orso partito nel 2000 segua la stessa inclinazione di 34 gradi.
L’evidenza grafica, come si vede appunto nel grafico, suggerirebbe che non siamo ancora a metà di questo movimento ribassista secolare. Ma fino a quando può proseguire? Gli Orsi terminati nel 1920, 1949 e 1982 hanno toccato e superato la linea di scostamento del 50% della tendenza lunga prima di risalire. Se lo stesso pattern (incrocio fra linea discendente di 34 gradi di pendenza con linea del -50% di varianza del trend lungo) si ripetesse oggi, l’obiettivo sarebbe per un target finale del "bear market" in atto a quota 540 circa dell’S&P 500 nel 2022-2023.
Se però consideriamo uno scenario matematico più realistico – basato sul fatto che in passato più è stata alta la varianza del top dalla trendline lunga, più è stata profonda la correzione successiva e che sui top del 2000 la divergenza dalla linea di regressione è arrivata a un "mostruoso" +155% – e introduciamo una linea di varianza del -65% sotto la trendline lunga (stima empirica, ma possibile e realistica), allora il termine dell’Orso secolare sarebbe spostato in avanti verso il 2025 -2026 con un target minimo per l’indice guida americano attorno ai 450 punti.