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 2012  aprile 30 Lunedì calendario

MA LE SUE RIFORME STANNO TRASFORMANDO IL PAESE

Fino a un mese fa erano i liberal democratici e il loro leader Nick Clegg che, cadendo da un consenso del 23 per cento alle elezioni del 2010 all’attuale 11 per cento, erano stati la barriera antifuoco contro la rabbia degli elettori verso i conservatori di David Cameron.
Ora che sta arrivando la scadenza dei due anni di governo, si va verso la crisi di metà legislatura (le elezioni si terranno il 5 maggio 2015). È una situazione grave per la coalizione ConLibDem o si tratta di ordinaria amministrazione della politica? Dopo tutto, anche la Thatcher, John Major e Tony Blair si erano ripresi dal calo di consensi nei sondaggi. Se i conservatori in un mese sono crollati da un costante 39% dal giorno delle elezioni all’attuale 29% e il partito laburista è salito al 40%, è però il partito euroscettico Ukip (Partito per l’Indipendenza del Regno Unito) - la casa spirituale degli elettori e di molti parlamentari conservatori scontenti - ad aver guadagnato il 7%, salendo dal 3% al 10%.

Tutti i partiti politici sono coalizioni di interessi e di priorità. A differenza dell’Italia, nel Regno Unito è normale che, prima di un’elezione, si formino nuove coalizioni sotto la bandiera di un partito e con un programma - un manifesto. I LibDem stessi sono una strana coppia, frutto di un’impacciata alleanza tra vecchi liberal favorevoli al libero mercato che hanno come riferimento Maynard Keynes ma anche il riformatore dello Stato sociale William Beveridge - e i socialdemocratici che avevano abbandonato il Labour quando, negli Anni 80, era diventato troppo socialista.

Alle ultime elezioni i LibDem potevano promettere qualunque cosa dato che non si aspettavano di andare al governo, ed è per questo che sono crollati dal 23% all’11%. Cameron (Oxford), Clegg (Cambridge) e Miliband (Oxford) - tutti provenienti da ambienti privilegiati (Clegg è il più ricco dei tre) - sanno che le elezioni si vincono al centro tra gli «elettori fluttuanti», che vogliono governi che badino ai loro interessi, non ai propri. «Fiducia» e «autenticità» sono concetti della massima importanza. Di qui i problemi di Ed Miliband con il sindacato «Unite Union», che ha un’agenda da vecchia sinistra - e infatti ha insediato come leader Ed anziché il fratello «blairiano» Dave - ma è anche il finanziatore del partito laburista al 90%. Di qui anche i problemi di Cameron a trovare finanziamenti per il partito e la percezione che l’opinione pubblica ha dei suoi rapporti con l’impero dei media di Murdoch - sebbene si possa dire che il Labour di Blair governava in coalizione con Murdoch - e di qui il senso di tradimento provato da Brown e Miliband quando Murdoch è passato ad appoggiare i conservatori.

Di fatto però, mentre le politiche economiche ConLibLab sono variazioni sul tema imposto dai mercati delle obbligazioni, Cameron sta apportando cambiamenti radicali in ambito sociale. Blair, alla faccia dell’opposizione di Brown e dei sindacati, aveva proseguito le riforme della Thatcher; Cameron, nonostante alcune azioni di temporeggiamento da parte dei LibDem, sta portando avanti le riforme di Blair nell’ambito della sanità, della scuola e dello Stato assistenziale, con una notevole accelerazione.

Un servizio sanitario dove il paziente, attraverso il suo medico di base, si sceglie l’ospedale e il chirurgo; un sistema scolastico dove i genitori e le industrie locali costruiscono, finanziano e gestiscono centinaia di «State Academy School»; uno Stato sociale dove gli assistiti ricevono un unico pagamento personalizzato: tutto questo è il risultato dell’aver sfruttato bene i massicci risparmi burocratici offerti dalla rivoluzione informatica e dai computer portatili.

L’idea della Big Society si basa sulle nuove scoperte della sociobiologia. La comunità più grande nella quale riusciamo a provare un senso di appartenenza e di vergogna è, da 60 mila anni, quella composta da 150 persone. Questo numero «si gestisce da sé» senza coercizione né burocrazia. Se le fabbriche, gli uffici, le scuole, gli ospedali o gli eserciti, tutti interconnessi per via digitale, potranno essere suddivisi in sottogruppi di 150 persone, ne deriveranno una dimensione umana, una coesione sociale e forti risparmi pubblici. Se ciò accadrà e SE la recessione recede, allora Cameron governerà ancora - forse divorziato da Clegg - anche dopo il 2015.