Giovanni Caprara, Corriere della sera, 30 aprile 2012, 30 aprile 2012
LE STRANE SPIRALI SULLA SUPERFICIE DI MARTE
Dovute alla diversa velocità di flussi di lava che scorrevano contemporaneamente. Formazioni rare sulla Terra
Le spirali di lava su Marte
MILANO - La geometria trionfa anche su Marte dimostrando anche ai più scettici che le leggi della natura sono uguali dovunque e governano l’intero cosmo. In due note aree marziane, Athabasca Valles e Cerberus Palus, entrambe collocate nella provincia vulcanica Elysium, poco a nord dell’equatore, sono state individuate formazioni di lava a spirale che assomigliano a giganteschi Nautilus. Questi ricci del diametro di trenta metri all’ombra dell’imponente catena vulcanica nota come monti Elysium, con una vetta che arriva a un’altezza di 14,1 chilometri rispetto alla quota media di Marte, sono prodotti, secondo i ricercatori dell’Arizona State University (Usa), dalla diversa velocità manifestata dai vari flussi di lava che scorrono nello stesso momento.
LE FOTOGRAFIE - Gli scienziati hanno scoperto le insolite formazioni partendo da una ricerca finalizzata a capire la possibile interazione tra lo scorrere della lava e dell’acqua sulla superficie del Pianeta rosso in una zona famosa per le sue caratteristiche geologiche. Sempre qui attiravano molto l’interesse le forme poligonali del suolo. Compiendo un’analisi sulle diverse fotografie ad alta risoluzione raccolte dalle sonde della Nasa, in particolare Mars Reconnnaisance Orbiter, ma anche dalla sonda europea Mars Express, zoomando sono arrivati a identificare le affascinanti spirali pubblicate sulla rivista americana Science. Solo nella zona di Cerberus Palus ne sono state censite duecento, dimostrando come si tratti di un fenomeno abbastanza diffuso e finora sconosciuto. Al contrario, sulla Terra queste manifestazioni sembrano essere molto rare e sono state trovate nelle isole Hawaii o nelle profondità oceaniche vicino alle Galapagos.
ROVER OPPORTUNITY - In un’altra regione marziana il rover robotizzato Opportunity della Nasa è impegnato in una campagna di osservazione dai bordi del cratere Endeavour dove è giunto nell’agosto scorso. Grazie alla buona sistemazione conquistata, Opportunity riesce a lavorare anche se nella zona è pieno inverno. Ma, favorito dalla sua angolazione, riesce a ricevere abbastanza radiazione solare e così i pannelli fotovoltaici producono la necessaria corrente elettrica che tiene in vita tutti i sistemi. Negli ultimi giorni, anzi, le cose sono ancora di più migliorate perché i venti hanno soffiato un po’ più forte spazzando via dai pannelli la polvere che si era depositata sopra e questo ha aumentato la produzione di energia. Opportunity, sbarcato nel gennaio 2004, doveva sopravvivere tre mesi e invece questo è il nono anno di attività di una straordinaria esplorazione. Il gemello Spirit, arrivato negli stessi giorni dall’altra parte del pianeta, è purtroppo definitivamente fuori gioco e irrecuperabile.