
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’abrogazione dell’Imu sulla prima casa nel 2013 e la sua sostituzione, nel 2014, con una nuova tassa detta Service Tax (la tentazione di chiamarla Taser è stata subito repressa, dato che Taser è una pistola americana a scariche elettriche) hanno lasciato un mucchio di dubbi, domande senza risposta e polemiche.
• Intanto c’è la questione degli inquilini. Pare che la Service Tax dell’anno prossimo sarà pagata dagli inquilini invece che dai proprietari! Hai capito che vittoria per Berlusconi!
Siccome la Service Tax accorpa in un unico tributo la vecchia Imu, la Tares (rifiuti) e la Tari, cioè la tassazione locale sui servizi indivisibili (illuminazione e altro), ne viene che una quota andrà a carico degli inquilini, cioè di coloro che beneficiano effettivmanete dei servizi. La legge, in questa sua prima scrittura, dice che la parte prevalente dovrà essere a carico dei proprietari, ma intanto l’Unione Inquilini ha calcolato un aggravio medio per le famiglie che stanno in affitto di mille euro all’anno (il costo medio dell’Imu a famiglia era di 250 euro) e tutte le associazioni di categoria sono in rivolta. Senta Walter De Cesaris, presidente dell’Unione Inquilini. «Più che un piano casa sembra un piano sfratti che travolgerà oltre tre milioni di inquilini, che finiranno sfrattati per morosità. Il governo fa finta di non sapere che l’80% degli inquilini ha un reddito lordo inferiore ai 30mila euro, che già oggi il 90% delle circa 70.000 sentenze annue di sfratto sono per morosità ed infine che in Italia sono 650mila le famiglie che hanno diritto ad una casa popolare avendone i requisiti certificati dai Comuni». Il problema è che, una volta abrogata la prima rata dell’Imu e preso un impegno a trovare la copertura per abrogare anche la seconda, il resto è tutto da scrivere: nella legge di stabilità, da varare entro il 15 ottobre, ci saranno le norme relative a questa Service Tax, ma con questo non sapremo ancora tutto perché la tassa sarà poi gestita dai comuni, e quindi ognuno di noi (inquilini o proprietari o magari le due cose insieme) pagherà in base a quanto decideranno i sindaci.
• Calma. I sindaci potranno spremerci a loro piacimento?
Saccomanni ha detto che lo Stato porrà un limite verso l’alto. Quindi si tratta di capire quanto sarà questo limite.
• Poi c’è la questione Iva.
Se non ci saranno interventi, l’Iva passerà dal 21 al 22% a partire dal 1° ottobre. I commercianti sono sul piede di guerra, perché o si faranno carico loro di questo 1% non ritoccando i prezzi oppure ritoccheranno i prezzi e prevedono quindi un calo dei fatturati.
• Non c’era una specie di impegno a impedire questo aumento?
Fassina, il viceministro dell’Economia di parte democratica, ieri ha scritto un bell’articolo sull’Huffington Post in cui spiega cosa va e cosa non va nelle cose decise dal consiglio dei ministri di mercoledì. M’è piaciuta soprattutto la pacatezza dell’attacco: «Ieri il governo Letta ha raggiunto un compromesso utile all’Italia su alcune emergenze economiche e sociali del Paese. È un compromesso perché il governo Letta è un governo di compromesso tra due forze politiche che sono e rimangono alternative per valori, programmi e interessi materiali rappresentati. Il Pdl ha ottenuto una parte delle sue priorità. Noi abbiamo realizzato parte delle nostre. Pertanto, inevitabilmente, il compromesso contiene parti, secondo la nostra lettura delle priorità del Paese, giuste. Ma, insieme, contiene parti, per noi, sbagliate. Dobbiamo dire la verità. Altrimenti, non siamo capiti e riconosciuti nella nostra identità alternativa al profilo e al programma della destra». Com’è facile immaginare, per Fassina l’abrogazione totale dell’Imu sulla prima casa è uno sbaglio, un miliardo sottratto allo Stato e fatto risparmiare al 15% dei proprietari di case di lusso. Questo, dice l’esponente Pd, renderà inevitabile l’aumento di un punto dell’Iva. Apriti cielo! Brunetta ha subito commentato «Straparla!», mentre il segretario del Pdl Alfano, intervistato dal Tg2, ha detto: «Ora un altro obiettivo importante che abbiamo è quello di evitare l’aumento dell’Iva di un punto percentuale e siamo fiduciosi di farcela». Maurizio Lupi, altro ministro pidiellino, gli ha fatto eco: «L’Iva non aumenterà». • Naturalmente non lo sanno, se aumenterà o no, se cioè saranno trovate o no le risorse.
Non possono saperlo. Bisogna anche registrare i brontolii sempre minacciosi di Mario Monti, colpito al cuore con l’abolizione dell’Imu. Ieri ha detto: «Il sostegno al governo di Scelta civica non è una condanna a vita. Letta ha preferito assicurare la sopravvivenza del governo con questa resa sull’Imu. Continuo a sperare che l’esecutivo duri, ma mi auguro che abbia spina dorsale e che non sia smidollato, in balia delle pressioni dell’una o dell’altra parte».
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