Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano 30/8/2013, 30 agosto 2013
IL PROF. “SEDUTTORE” GIÀ ASSOLTO DALLA SUA CITT
da Saluzzo
Sotto i portici di Saluzzo passeggia una città tranquilla, che non vuole spendere una parola per la storiaccia del professore arrestato. Al bar Beppe, in piazza Dante Alighieri, al Castello, al liceo Soleri solo bocche cucite e capi che si chinano. Chi parla lo fa per difendere Valter Giordano, stimatissimo insegnante d’italiano e storia nonché vicepreside del Soleri, che a 57 anni è finito arrestato per una vicenda che puzza di sesso e di zolfo. Le manette per lui sono scattate il giorno dopo Ferragosto, poi è arrivata la detenzione protetta. Sta male. Quando la notizia si è diffusa qui in città, è partito il tam tam di studenti, ex alunni, colleghi: è un ottimo prof, giurano tutti, appassionato e affascinante, che incanta e sa farsi ascoltare anche quando recita Dante a memoria. “Gettate fango sulla nostra città”, dice la gente. Peccato che, nelle 27 agghiaccianti pagine dell’ordinanza giudiziaria che lo ha spedito in cella, Giordano sia descritto come l’uomo che, abusando del suo ruolo, ha fatto precipitare nella depressione più cupa due sue alunne minorenni, Alessia e Viola. E che è indagato anche per l’ipotesi di aver forse provocato il suicidio di un’altra studentessa, Paola, 17 anni. Sullo sfondo, sfuocate, sono evocate altre morti, almeno due, forse quattro, di ragazzi che si sono tolti la vita nella zona di Saluzzo dal 2004 a oggi.
LA STORIA era stata anticipata nel maggio scorso da Davide Milosa e Ferruccio Sansa, sul Fatto del lunedì. Anche allora Saluzzo era restata immobile e silenziosa, come la sua statua di Giambattista Bodoni, “sommo tipografo”, a cui tanto deve la stampa. Oggi, dopo che si sono mossi i giudici, anche qui è impossibile far finta di niente. Eppure resta il silenzio. “Non intendo rispondere su questo argomento. Cerchi di capirmi. La magistratura è al lavoro e questa è l’unica cosa che conta”, dice Gianluca Arnolfo, autorevole consigliere comunale di Saluzzo nonché coordinatore dei circoli locali del Pd. È da lui che è partita l’inchiesta. Nella primavera del 2012 ha preso carta e penna e per una volta, invece di scrivere di politica, ha stilato un esposto alla Procura della Repubblica. Oggetto: le preoccupazioni per suo figlio, Pietro, minorenne, studente del liceo Soleri, rimasto psicologicamente scosso per essere entrato in contatto con “gruppi satanici”. L’esposto, firmato anche dalla psicologa che segue il ragazzo, Alessandra Manassero, racconta che Pietro aveva cominciato a interessarsi del satanismo dopo che l’insegnante di religione aveva assegnato in classe una strana ricerca: su satanismo, zoofilia, parafilie e dipendenze. L’insegnante di sostegno di Pietro, Mariella De Giorgis, ne parla con la prof di religione, Mariangela Calamia, che conferma e aggiunge un particolare: ritiene di sapere che in gruppi satanisti era entrata Paola Vairoletti, la diciassettenne che era scomparsa da casa il 2 dicembre 2004. La madre era andata anche a Chi l’ha visto, per lanciare un appello alla figlia affinché tornasse a casa. In tv era stata accompagnata proprio dal professor Giordano. Appello vano: il 7 dicembre Paola era stata trovata morta ai piedi della torre dell’acquedotto di Savignano. Era stata sicuramente ospitata da qualcuno, secondo quanto stabilito dall’autopsia, ma questo qualcuno non si è mai fatto vivo. Di Paola resta solo il diario con qualche pagina strappata e alcune lettere scritte al professor Giordano, che le consegna ai carabinieri soltanto otto anni dopo, nel maggio 2012, insieme a dichiarazioni che i magistrati giudicano “piuttosto confuse”. Anche Kim, 16 anni, si è tolta la vita: nell’aprile 2011. Anche lei “per satanismo”, ipotizza una testimone. Lo zolfo del demonio che esala da questa storia è stato così laicamente commentato da un prete esorcista della zona di Saluzzo, interpellato a maggio da Milosa: “Sono gruppi da cui bisogna difendersi rivolgendosi alle forze dell’ordine. Quelli sono peggio della mafia: ti cercano, ti trovano, ti uccidono”. Niente zolfo, invece, nelle sconvolgenti pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Giordano. Solo sesso. Tanto sesso. Giochi particolari, video porno, sex toys, corde, prestazioni davvero eccentriche anche per le generose e meticolose catalogazioni di youporn. Questioni private, privatissime: ognuno vive il sesso come vuole e come può. Ma qui i protagonisti del gioco sono impari: da una parte il professore, il vicepreside, l’uomo maturo che affascina e incanta; dall’altra ragazzine che hanno appena cominciato a sperimentare il proprio corpo, adolescenti piene di problemi in famiglia e fuori. Alessia e Viola sono cadute nelle spire dell’incantatore di serpenti che pretende sempre di più.
OLTRE ogni limite. “Con abuso di autorità”, scrive il giudice, il prof che piace a tutti “le costringeva ai suoi voleri abusando delle loro condizioni di inferiorità psichica”. Le aiutava a scuola, migliorava i loro voti. Loro continuavano a dagli del lei, lui le stringeva con catene segrete e invisibili: 57 mila contatti telefonici in meno di tre anni con una ragazza, ovvero 106 tra telefonate e sms al giorno; 17 mila contatti in quindici mesi con l’altra, 88 al giorno. Risultato: euforia e sicurezza durante quei mesi di follia, depressione cupissima poi. Anzi, peggio: secondo il consulente tecnico della procura, le due ragazze con cui il prof ha avviato relazioni sessuali erano ancor prima fragili e indifese. Vittime di “aspetti depressivi significativi presenti da anni”, vivevano in “uno stato depressivo reattivo cronico”. Quando arriva l’incantatore, per qualche tempo ogni cosa si trasfigura: “Tutto il mondo”, scrive il consulente, “ruota attorno alla relazione con il professor Giordano che è divenuto aspetto centrale dell’esistenza emotivo-affettiva”. Dichiara allo psicologo una delle due ragazzine: “Con lui sono impazzita e sono andata fuori di testa”. Saluzzo intanto tira dritto e non vuole sentire queste storiacce che riempiono di nuvole nerissime il suo cielo, da corso Italia fino al Monviso.