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 2013  agosto 30 Venerdì calendario

IL RUOLO INTERNAZIONALE E PATETICO DELLA FRANCIA


Se non fosse perché i francesi (al contrario degli inglesi) non hanno il gusto dell’ironia, Hollande non avrebbe recitato, il 27 agosto scorso, la parte di Napoleone davanti a tutti gli ambasciatori francesi nel mondo. E lo ha fatto usando, in sostanza, la celebre frase di Giulio Cesare davanti al Rubicone: «Alea iacta est», il dato è tratto. Insomma, per Hollande, il tempo della pazienza è finito. Entreremo in guerra, dice, nei confronti di Assad senza nemmeno dichiararla. Ho visto la registrazione televisiva di questo incontro che, con le furbe finezze che hanno in francesi (questa è una dote che bisogna loro riconoscere: sanno avvolgere bene qualsiasi cosa, dal camembert allo champagne), non era stata indetta appositamente ma è stata fatta coincidere con la tradizionale cerimonia di ripresa dell’attività degli ambasciatori francesi dopo le vacanze.

Insomma, la Francia, che non ne ha i mezzi, dichiara guerra ad Assad per ristabilire l’equilibrio internazionale. La Francia cioè ritenta il giochino dell’aggressione alla Libia, quando fece partire i suoi caccia prendendo in contropiede gli alleati che stavano ancora chiedendosi se ne valesse la pena. Si comportò come il centometrista che scatta quando gli altri concorrenti si stanno ancora sistemando le scarpette. Successivamente, la Francia ha invaso il Mali ma gli alleati non si sono mossi ed essa è quindi rimasta col cerino in mano.

Adesso la Francia si agita per la Siria. C’è una storiella che descrive bene questa sindrome parigina. Brucia la savana. Le fiamme e il fumo si alzano minacciosi verso il cielo. A un certo punto, la terra si mette a tremare. Si vede una nube di polvere. È un branco di un centinaio di elefanti che scappano terrorizzati. Una volta passati e diradata la polvere che avevano sollevato, un indigeno vede avanzare di corsa un topolino. Gli chiede: «Ma che cosa sta succedendo?». Il topolino, senza rallentare, sibila: «Non so, ma stiamo facendo un casino immenso». Purtroppo questa è una barzelletta mentre la Francia si comporta allo stesso modo del topolino, facendo la voce grossa e brandendo dei missili che, per poter andare a segno, hanno bisogno dei radar Usa.