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 2013  agosto 30 Venerdì calendario

DAI CONCERTI POP AI PLOTONI D’ESECUZIONE. FUCILATA L’EX FIDANZATA DI KIM JONG-UN

Una lunga raffica di mitra ha messo fine alla carriera e alla vita di dodici cantanti e ballerine di un gruppo pop nordcoreano, l’Orchestra Unhasu. La loro colpa: aver violato la legge contro la pornografia. Nell’elenco dei giustiziati compare Hyon Song-wol, una famosa solista di cui tempo fa si erano occupati anche i servizi segreti asiatici e occidentali, sempre alla ricerca di sprazzi di luce sul regime di Pyongyang. Hyon Song-wol, infatti, una decina d’anni fa era stata fidanzata di Kim Jong-un, allora ventenne figlio minore del dittatore Kim Jong-il. Lei già cantava con successo per allietare i sudditi della dittatura vetero comunista (che concede poche occasioni di svago), ma secondo il dossier dell’intelligence straniera il Caro Leader Kim Jong-il si era opposto a quella storia d’amore: il figlio l’aveva dovuta troncare.
Hyon si sposò nel 2006 con un ufficiale dell’esercito e scomparve dalla scena. Nel dicembre del 2011 Kim Jong-il è morto improvvisamente e Kim Jong-un è diventato il terzo della dinastia di dittatori Kim. Poche settimane dopo la stampa di Pyongyang ha annunciato che il nuovo Supremo Leader della Repubblica Democratica Popolare di Corea aveva sposato la ventisettenne Ri Sol-ju, ballerina e cantante. Quasi contemporaneamente riemerse dalla tenebre anche la prima fiamma, Hyon. A marzo del 2012 salì sul palco e cantò durante una festa nazionale. Era in evidente stato di gravidanza. Cominciarono a girare voci su una relazione segreta con Kim Terzo.
Tutto questo racconto misterioso non è verificato, come quasi tutte le notizie filtrate dal «regno eremita» che periodicamente ricatta il mondo con i suoi test missilistici e nucleari. La notizia della morte di Hyon e dei suoi undici compagni musicisti è stata data dal giornale sudcoreano Chosun Ilbo. I membri della band avrebbero violato la legge anti-pornografia producendo filmati amatoriali a luci rosse dei quali erano protagonisti e poi vendendoli. L’arresto risalirebbe al 17 agosto e l’esecuzione della sentenza di morte al 20. I dettagli dell’esecuzione, riferiti da una fonte cinese al giornale di Seul sono raggelanti: «Sul luogo dell’esecuzione sono stati fatti allineare anche i componenti di altri due gruppi musicali, Wangjaesan Light Band e Moranbong Band, assieme ai familiari delle vittime. Poi i mitra hanno aperto il fuoco sui dodici condannati». Infine, i parenti dei giustiziati sarebbero stati spediti in un campo di rieducazione, una pratica comune in Corea del Nord, dove vige il principio della «colpa per associazione».
Una fine terribile per l’Orchestra Unhasu, che aveva interpretato grandi successi popolari (per il gusto nordcoreano) come «Soldati in marcia», «Io amo Pyongyang», «Siamo truppe del partito», «Il soldato in congedo». Gli esperti di affari nordcoreani dubitano però che il vero motivo dell’esecuzione sia stato un reato di pornografia: per quello sarebbe bastato far scomparire in un lager i colpevoli. Pare che durante le perquisizioni ad alcuni dei condannati siano state trovate delle bibbie e che per questo siano stati considerati dissidenti e cospiratori. Ma anche questo sembra troppo poco.
C’è un’altra versione, che riporta alla prima storia d’amore tra Hyon e Kim Jong-un e alle voci recenti di una nuova relazione extraconiugale tra i due. Un intreccio amoroso complicato dal fatto che anche la moglie del dittatore, la bella Ri Sol-ju, era stata una cantante. E di quale gruppo? Ma dell’Orchestra Unhasu, naturalmente. Possibile che dietro quelle raffiche di mitra ci sia un caso di doppia rivalità, artistica e sentimentale?
Se è così, facendo condannare Hyon alla morte per fucilazione, la moglie di Kim Terzo si è comunque dimostrata meno violenta del marito. Il dittatore, nell’ottobre del 2012, fece giustiziare il viceministro dell’Esercito con un colpo di cannone: aveva ordinato che il disgraziato «non doveva lasciare traccia sulla terra». La sua colpa era stata di aver bevuto alcolici durante il periodo di lutto nazionale per la morte di Kim Jong-il.
Guido Santevecchi