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 2013  agosto 30 Venerdì calendario

Cinquantuno anni, ordinario di farmacologia all’università di Milano, studi americani al Mit, una vita contro la Corea di Huntington

Cinquantuno anni, ordinario di farmacologia all’università di Milano, studi americani al Mit, una vita contro la Corea di Huntington. Elena Cattaneo è senatrice a vita della Repubblica. Come ha appreso la notizia? L’ha chiamata direttamente Napolitano? «Sono stata chiamata al Quirinale per un incontro e c’è stato un bellissimo colloquio con il presidente». E di cosa avete parlato? «Della ricerca, della speranza, della voglia di costruire». Ma il presidente vi aveva già preannunciato le sue intenzioni in passato? «No, per me è stata una totale sorpresa. Una cosa arrivata dal nulla. Io sono una persona normale, sono uno scienziato, faccio il mio lavoro con tutta la passione, l’entusiasmo e la fatica degli altri scienziati in Italia. Improvvisamente è capitata questa cosa…». Una specie di premio Nobel? «Un premio Nobel alla ricerca e alla scienza italiana. Ancora di più con la mia scelta perché sono relativamente giovane». Lei ha 51 anni, è una ricercatrice nel pieno della sua attività: cosa cambierà ora? «Io non abbandonerò la ricerca, è la mia missione. Continuerò il mio lavoro in laboratorio». Dunque non si trasferirà a Roma? «No, il mio laboratorio è a Milano». La sua nomina è stata accolta con favore dai Radicali… «Ah sì? Abbiamo fatto tante battaglie insieme. Io faccio battaglie con chiunque miri a degli obiettivi raggiungendoli con le evidenze e con i fatti. Se uno fa ricerca in ambito biomedico è ovvio che alcuni aspetti sollevino dei quesiti bioetici verso i quali ci sono evidentemente dei posizionamenti diversi. Un primo obiettivo sarebbe quello di mettere i fatti in evidenza e poi ragionare sugli aspetti etici. Ragionare su cosa cosa significa lavorare sulla speranza, senza ingannare». Crede che su questi temi la sua nomina sia in qualche modo divisiva? «Io credo che l’intenzione di Napolitano fosse quella di dare un incoraggiamento alla ricerca e alla scienza italiana. Questo è il messaggio che colgo e questo è il messaggio che voglio promuovere». Qual è il suo orientamento politico? «Non è importante». Ora lei è senatrice dunque lo è. «In realtà non vorrei dirlo ma se lei guarda anche le mie frequentazioni mi è sempre sembrato che la scienza fosse un cavallo di battaglia della sinistra. Il Partito democratico l’aveva messo in una delle sue dieci parole chiave». Appoggerà il governo Letta in aula? «Non ho pensato né a sostenerlo né a non sostenerlo. Sosterrò chiunque voglia raggiungere degli obiettivi con fatti ed evidenze senza truffe, senza manipolazioni. Uno scienziato, a maggior ragione, deve sostenere chiunque cerchi fatti e prove e le renda pubbliche e visibili». Dunque chiederà fatti e prove al governo… «Sì, chiederò che ciascuno lavori su quelle basi».