Ettore Bianchi, ItaliaOggi 30/8/2013, 30 agosto 2013
IL MONDO SI È RIEMPITO DI MURI
Chi pensava che dopo il 1989, anno della caduta del muro di Berlino, non vi fossero più divisioni fortificate, si sbagliava di grosso. Un po’ in tutto il mondo ne sono sorte di nuove, e non poche. Non soltanto muri veri e propri ma anche barriere con la corrente elettrica, chiusure o elementi infrangibili. In tutto coprono l’equivalente di 18 mila chilometri di frontiere terrestri, quasi metà della circonferenza del pianeta Terra.
Quella dei muri, o barriere che siano, non è certo una novità dei nostri giorni. Il muro di Adriano, che risale al 127 avanti Cristo, correva su un centinaio di chilometri e si estendeva dal mare d’Irlanda al Mare del Nord: serviva a proteggere l’Impero Romano dalle invasioni barbariche. Poi c’è la Grande Muraglia cinese, del terzo secolo avanti Cristo, alta 8 metri e larga 6, che circondava i confini dell’impero per circa 7 mila chilometri.
Attualmente il caso più eclatante rimane quello del muro che separa Israele dalla Cisgiordania, la cui costruzione iniziò nel 2002. Esso si estende per 650 chilometri e l’obiettivo è difendere la nazione ebraica dagli attacchi terroristici. In principio si trattava di una barriera, ben presto trasformatasi in muro, con tanto di check-point fortificati e torri di guardia. L’opera ha finito per tagliare in due campi, strade e villaggi della Palestina. Così, per passare da Betlemme a Gerusalemme, occorre districarsi in un complicato labirinto di sicurezza.
Poi c’è la frontiera fra Stati Uniti e Messico, con un muro che ha come scopo quello di impedire ai clandestini di passare in California. Negli ultimi 15 anni sono morti 2 mila messicani: uccisi dalle guardie di confine, annegati nel Rio Grande o non sopravvissuti alla traversata del deserto con il miraggio di rifarsi una vita. Ora il muro è diventato ultratecnologico: elicotteri, videocamere e radar scrutano ogni angolo della frontiera. Il tutto è costato 8 miliardi di dollari (6 mld di euro) e si estende per 1.130 chilometri.
Quanto al Medio Oriente, l’Arabia Saudita ha realizzato una struttura difensiva alta 3 metri al confine con lo Yemen, che dovrebbe arrivare a nord fino al confine con l’Iraq. In terra africana, nel Sahara occidentale, il Marocco ha riempito di mine e di filo di ferro una linea di 2.700 chilometri in pieno deserto, innalzando una barriera sabbiosa per difendersi dall’organizzazione militante del Fronte Polisario. Ancora, tra Sudafrica e Zimbabwe è stato costruito una complessa struttura di muri, check-point e barriere elettrificate.
In territorio asiatico l’India ha costruito, se non veri e propri muri, divisori talvolta sommari per allontanare vicini scomodi come il Bangladesh, il Pakistan e la Birmania. Anche l’Iran ha predisposto un muro al confine con il Pakistan. Altre strutture sono spuntate fra Uzbekistan e Kirghizistan, fra Turkmenistan e Uzbekistan, tra Emirati Arabi e Oman, fra Brasile e Paraguay.
Non manca l’Europa, con le palizzate alte 8 metri che dividono dal 1970 le due anime dell’Irlanda. Oppure i 180 chilometri della cosiddetta linea verde che, sull’isola di Cipro, frappone greci e turchi. Negli ultimi anni, inoltre, la Spagna ha deciso di innalzare muri di 6 metri per difendere meglio le sue enclave di Ceuta e Melilla dagli assalti provenienti dall’Africa.