Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Napolitano vuole l’indulto o l’amnistia e questo ha indotto il Movimento 5 Stelle a metterlo sotto accusa con l’argomento che si tratta solo di scuse per offrire un salvacondotto a Berlusconi. Il presidente, con l’occasione, ha fatto quello che non ha mai fatto in otto anni di soggiorno al Quirinale: ha rivolto un messaggio alle Camere denunciando le condizioni inumane in cui vivono troppi dei nostri detenuti. I grillini hanno risposto: «L’amnistia di Napolitano per salvare il Caimano». Il Capo dello Stato, in quel momento a Cracovia, ha a sua volta replicato: «Hanno un pensiero fisso e se ne fregano degli altri problemi del Paese: quelli che fanno questo tipo di accostamento non sanno quale tragedia sia quella delle carceri. Non ho altro da aggiungere». I Cinquestelle, allora, hanno chiesto le sue dimissioni e su quest’ultima battuta ce ne siamo andati tutti a dormire. Ma ieri è tornato alla carica Grillo.
• Sul suo blog?
Sì, ha scritto, rivolgendosi direttamente al capo dello Stato: «Lei dovrebbe essere super partes e invece non lo è quando attacca il M5S che rappresenta otto milioni e mezzo di italiani. Sì, è vero, abbiamo un chiodo fisso, quello dell’onestà, e non lo baratteremo con nessuno. Su questo lei ha ragione, signor presidente. Noi non molleremo, si metta l’animo in pace». Poi: l’amnistia o l’indulto non risolvono nulla «perché la maggior parte di chi verrà scarcerato in pochi mesi tornerà in galera, ruberà ancora, minaccerà ancora, si macchierà degli stessi reati. E il richiamo per i delinquenti degli altri Paesi diventerà una sirena irresistibile: “In Italia si può fare ciò che si vuole: passaparola!”. Il M5S ha presentato a luglio una proposta per la riforma delle carceri. Nessuna risposta. C’erano le vacanze in Alto Adige, signor Presidente?». Eccetera. Per ora Napolitano non ha risposto.
• Quali sono queste proposte di Grillo sulle carceri?
Piano carceri alternativo per il medio-lungo termine. E intanto depenalizzare il reato di clandestinità e trasformare in illecito amministrativo (da risolvere, cioè, con una multa) il possesso di piccole quantità di droga. In effetti, tra i condannati, quasi la metà sta dentro per uno di questi due reati. Teniamo conto che la metà di tutti i detenuti è in attesa di giudizio e, statisticamente, la metà di questi verrà poi assolto. Come vede è il solito intrico di problemi.
• Siamo sicuri che non si stia pagando un pedaggio a Berlusconi per il voto di fiducia dell’altro giorno?
Io non lo so e non giuro su niente. Ma, per quanto riguarda Napolitano, il presidente
è un pezzo che grida contro la situazione delle carceri. Si ricorda la sua presenza a una marcia per l’amnistia indetta dai radicali nel 2005? Nel 2011 partecipò, in Senato, a un convegno voluto da Pannella sullo stesso argomento. Nel messaggio alle Camere di martedì definisce «indulto» e «amnistia» «rimedi straordinari», tuttavia da adottare per l’emergenza in cui versa il sistema carcerario. L’indulto (cancella la pena, ma non il reato), se di tre anni, farebbe uscire «24 mila detenuti condannati in via definitiva». Epifani, nella sua dichiarazione di ieri, ha ripetuto più volte che gli eventuali amnistia e indulto «non devono riguardare reati già esclusi in passato». L’ultima amnistia (cancella il reato e non solo la pena: era il 1990) escludeva i reati finanziari, e dunque con l’amnistia Berlusconi non se la caverebbe.
• E con l’indulto?
L’ultimo indulto risale al 2006 (governo Prodi): tre anni di condono e 30 mila detenuti in uscita. Quella volta erano compresi anche i reati finanziari. Attraverso l’indulto, se concepito come l’ultima volta, Berlusconi potrebbe scamparla su tutta la linea, comprese le pene accessorie. Sarà comunque difficile arrivare a una qualche conclusione: sia per l’amnistia che per l’indulto ci vuole la maggioranza dei due terzi.
• Quali sono i numeri delle carceri?
Davvero drammatici, e l’Europa ci ha condannato più volte. 64.758 detenuti in 205 carceri capaci di accoglierne solo 47.614. La regione più affollata è la Lombardia, 8.980 detenuti per poco più di 6 mila posti disponibili. Dal ministero della Giustizia - il ministro Cancellieri è totalmente schierato dalla parte di Napolitano - fanno comunque sapere che nel 2014 apriranno nuovi reparti nelle carceri di Pavia, Cremona, Voghera, Frosinone, Piacenza, Catanzaro, Ariano Irpino, Carinola. A Cagliari è in costruzione un nuovo carcere. Altre carceri nuove: Tempio, Oristano, Sassari. Un’ipotesi, sottoposta alla Corte costituzionale dai tribunali di sorveglianza di Venezia e Milano, è che permanendo la condizione delle carceri nello stato attuale, nessuno sia più mandato in galera con la formula della «condanna non eseguibile». La Consulta ha risposto ai ricorrenti che questo non si può fare. Almeno per ora. In futuro, invece, la stessa Corte «si riserva di adottare le necessarie decisioni dirette a far cessare l’esecuzione della pena in condizioni contrarie al senso di umanità».
(leggi)