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 2013  ottobre 10 Giovedì calendario

BERLUSCONI SI VEDE COME MARILYN MONROE


[Pietrangelo Buttafuoco]

Ordine, disciplina ed estetica: “Il problema è la foto. Lui si vede come Marilyn. Una diva con i capelli sbarazzini. Un mito. L’altro giorno invece, mentre inaugurava con i ribelli la nuova sede di Piazza in Lucina e tagliava il nastro, si è accorto di assistere al suo funerale ed è fuggito. Camminava e gli venivano incontro i Razzi. Procedeva e lo abbracciavano gli Scilipoti. Avanzava e vedeva maschere di cera, reduci, dentiere, trippe, capelli tinti. Deve essere stato troppo anche per lui e così, non prima di essersi scaramanticamente toccato, in una giravolta che non era riuscita neanche al Duce, si è trasformato cambiando d’abito. Da capro espiatorio a capo della congiura. Da vittima a condottiero dei traditori”. Nell’analisi del ventennio a colori, Pietrangelo Buttafuoco scorge daltonismi e interpretazioni errate: “I giornali italiani, notoriamente allergici alla storia, sono ancora indecisi tra 8 settembre e 25 luglio. Berlusconi li ha tolti dall’imbarazzo. Se è stato davvero 25 luglio, firmando l’ordine del giorno Grandi, Berlusconi ha riscritto il finale con un colpo di scena imprevedibile. Più o meno come se Benito Mussolini si fosse messo alla guida del Cln. Se invece è stato 8 settembre, ha superato l’Alberto Sordi dell’alleato germanico di Tutti a casa”. Secondo Buttafuoco non c’è filo logico: “Solo i poveri di spirito possono pensare che l’ultimo Berlusconi ne abbia seguito uno definito”, né elaborato orizzonte programmatico: “Si è infilato in una trappola familistico-tribale di cui difficilmente poteva immaginare l’esito”. Solo rumore. Impressioni fallaci. Fuochi fatui. Caos destinato a provocarne altro.
Stato attuale del Pdl?
Bisognerebbe chiederlo a Dudù che le cronache ci descrivono attonito nella confusione, mentre la Pascale caccia tutti di casa a notte fonda gridando Iatevenne. Palazzo Grazioli sembra un distretto di Saigon. Non sai di chi ti puoi fidare. I fedelissimi di ieri, sono diventati gli infidi dell’altro ieri.
Un Vietnam?
Berlusconi è in piena fase Vietcong. Con il fiuto del vecchio combattente e più lucidità di quante non gli si accrediti, non potendo vincere, per ora si è assicurato la sopravvivenza. Non è molto. Non è poco.
A pagare potrebbe essere proprio chi gli è stato più vicino.
Anni fa, al Foglio, facemmo un paginone per raccontare sedotti e abbandonati di cui la storia del berlusconismo è piena. Lui non ha fatto altro che cancellare bracci destri, cambiare collaboratori, ridisegnare un cerchio magico in cui, come dimostrano Verdini e Santanchè, rimanere è meno facile che entrare.
Colpa delle lune?
Berlusconi sarà certamente animato da sentimenti, ma non ha mai smesso di essere un commerciante. Ricorda cosa diceva? : “Il segreto di dio è stato commercializzare se stesso prima che ci pensasse qualcun altro”.
La vena mistica del berlusconismo.
Anche lui ha offerto se stesso. Adesso è l’ora dei 40enni. Letta e Alfano. Per capire se l’operazione benedetta da Berlusconi è riuscita non bisognerà attendere che pochi giorni.
Che idea si è fatto dell’alleanza?
Se vogliamo leggere il loro patto con la lente di quella superstizione che gli occidentali chiamano psicanalisi, Alfano si è fatto carico del parricidio e degli sputi e Letta di tener buoni i suoi. Poi che parricidio non ci sia stato e che tutto sia rimasto quasi come prima, è un’altra storia.
Tutto fumo?
Una frattura c’è e nel Pdl, credo, faranno gruppi separati. Ma la regia è di Berlusconi e non mi meraviglierebbe se proprio con la sua benedizione i quarantenni di oggi si impossessassero del potere in una soporosa, laboriosa, inevitabile diarchia. Sa come si dice in Sicilia? Un cavallo quando scappa va cercare un altro cavallo. Non il carretto che ha dovuto trascinare.
Eliminando Renzi?
Non lo considerano proprio. Ha già ballato, e male, le sue stagioni. Parliamoci chiaramente: Renzi si è limitato a copiare Veltroni. Ripete stancamente lo schema dell’immaginario veltroniano. Letta e Alfano sono oltre. Vogliono arrivare al 2015. Il progetto è confermare una struttura di potere che prescinda dal consenso elettorale.
Con la benedizione del Colle?
Per le cose importanti, in Italia, c’è sempre bisogno del Pci. In questo caso, di un notabile del Pci che si riserva il ruolo di salvatore della patria.
Letta e Alfano eterodiretti?
Dipende dalla distrazione di chi tira i fili. Come Collodi insegna, i burattini scappano.
Conclusa la transizione, che destino ci sarà per i berlusconiani?
L’Italia è un Paese orrendo e quindi non dubito, ci sarà persecuzione. Per traditi e traditori, gente onesta, macchiette, lealisti e servi. Per chi ha arato il campo berlusconiano e come prefigura l’oscena intervista di Fabio Fazio al grillino Roberto Fico, anche per chi ha osato opporsi a un certo stato di cose.
Lei è già stato cacciato da Panorama.
Può andare peggio. Ho visto che il buon Alessio Vinci è stato tradotto in ceppi alla tv albanese. Ricominceremo a studiare il russo: a questo punto può salvarci solo Putin.