Anais Ginori, la Repubblica 10/10/2013, 10 ottobre 2013
IL FN È PRIMO NEI SONDAGGI ORA SONO PRONTA PER L’ELISEO FARÒ USCIRE LA FRANCIA DALLA UE
[Marine Le Pen]
«Sono pronta a governare, a prendermi responsabilità nazionali». Marine, semplicemente. Tutti la chiamano per nome e già questo è un segnale, neppure piccolo, del fatto che il passato e la sua eredità sono ormai alle spalle, o almeno così si vuole far credere. La mutazione genetica e politica dei Le Pen pare compiuta se è vero, come dice l’ultimo sondaggio Ifop per il Nouvel Observateur, che il Front National potrebbe essere il primo partito francese alle prossime elezioni Europee.
Marine Le Pen risponde al telefono con il solito piglio. Il padre Jean-Marie sarà candidato, ma lei ormai vive di luce propria. La sua abilità di sdoganatrice su quello che un tempo era il “partito del Diavolo” è stata a lungo sottovalutata. «Non mi stupisco del nuovo sondaggio. Ho già detto che tra qualche anno saremo al governo, e io punto a fare la Presidente di questo paese che altrimenti rischia di finire in miseria».
Fino a dove vuole arrivare, Madame Le Pen?
«Sono pronta per l’Eliseo. Voglio governare la Francia. Non sopporto chi dice che non abbiamo le competenze necessarie, che siamo solo un partito di protesta. Abbiamo molti esperti, tra economisti e giuristi, che prima lavoravano per l’Ump e il Ps e che ora invece stanno con noi».
La sua ascesa è anche lo specchio della debolezza degli altri partiti tradizionali?
«I francesi sono stufi di questa casta Umps (l’acronimo di Ump e Ps, slogan di Le Pen, ndr). Abbiamo una classe politica ridicolizzata. I cittadini sono stufi di essere rappresentati da governanti incapaci, aggrappati ai loro privilegi e pure accusati di corruzione».
Nel suo programma ci sono molti nemici: gli immigrati, l’Europa, la globalizzazione. E le soluzioni?
«Quando saremo rappresentati in massa al parlamento europeo, proporremo un programma in quattro punti: la fine dello spazio di Schengen, l’addio all’euro, il patriottismo economico e la superiorità del diritto nazionale sulle direttive europee».
Non le sembrano semplici slogan?
«Tutt’altro. Se entro un anno non otterremo soddisfazione su questi punti allora promuoveremo in Francia un referendum per chiedere l’uscita dall’Unione europea. Sono convinta che i cittadini saranno d’accordo con me: la maggioranza dei miei compatrioti non vuole morire in questo magma informe chiamato Europa».
Sul voto europeo lei è favorita perché si basa su un sistema proporzionale. Ma con il maggioritario a doppio turno?
«Per le prossime elezioni municipali (a marzo, ndr) abbiamo schierato centinaia di candidati giovani, preparati. Siamo noi la vera forza di rinnovamento della politica francese. Secondo tutti i sondaggi, passeremo il primo turno in moltissime città. Siamo già il primo partito del paese. L’Umps può vincere contro di noi al secondo turno solo alleandosi nel cosiddetto “fronte repubblicano”».
Perché non vuole riconoscere che il Front National è di estrema destra?
«Non accetto questa definizione. È un modo di chiuderci in un angolo. Siamo un partito patriottico, gollista».
Proprio sicura di ispirarsi al Generale De Gaulle?
«Certo perché come lui ha fatto in un’altra epoca anche noi difendiamo una Francia sovrana e che sappia difendere nel mondo la sua grandeur».
Si è accorta che i tempi sono cambiati?
«Infatti oggi la nostra sovranità si difende combattendo le derive del neoliberismo, gli abusi dell’economia di mercato, l’ingerenza di Bruxelles».
Non mancano gli anatemi contro rom e islamici.
«Il multiculturalismo ha fallito. Chi vuole vivere in Francia lo deve fare alle nostre condizioni, rispettando la République».
Il Presidente Hollande dice che l’Europa deve trarre un insegnamento dalla tragedia di Lampedusa. Qual è il suo?
«Sono andata a Lampedusa un anno e mezzo fa, mentre molti politici francesi facevano finta di niente. Purtroppo già allora avevo previsto queste tragedie. Anzi, avevo avvertito che i politici europei sarebbero stati moralmente responsabili delle prossime vittime. Quindi, non ho nulla da imparare ».
Come evitare che succeda ancora?
«L’Europa deve scoraggiare i viaggi della disperazione. Dobbiamo dire a questi poveretti che non abbiamo più niente da offrire ».
Neanche un briciolo di solidarietà per queste vittime?
«La solidarietà non si esercita quando si hanno già milioni di disoccupati, un sistema di protezione sociale che sta andando in rovina. Piuttosto dovrebbero essere solidali le monarchie dei petrodollari, vicine geograficamente a queste popolazioni povere. Noi pensiamo solo ai francesi».