Gabriele Villa, il Giornale 10/10/2013, 10 ottobre 2013
COSTRUITE E MAI UTILIZZATE: LO SCANDALO DELLE 40 CARCERI
Dentro in tanti. Ma fuori in troppi.Per colpa dell’incuria e della burocrazia italiana. Ecco in sintesi la fotografia reale del panorama carcerario italiano. Da un lato numeri da vertigine, penitenziari che scoppiano, celle dove i detenuti sono praticamente accatastati. Dall’altro, carceri costruite e mai finite, carceri costruite ma vuote, carceri dismesse, anche se ancora in condizioni di accogliere un bel po’ di altri meritevoli «ospiti». Già, perché non tutti i delinquenti sono in carcere, molti girano indisturbati perché ancora non hanno trovato una cella libera. Tutta per loro, finalmente. E chissà che, dopo questa pubblica sollecitazione, qualche penitenziario apra i suoi cancelli e possa quindi soddisfare le loro e le nostre esigenze.
Detto questo, i numeri della «confusione giustizia e carceri » al momento sono decisamente sconfortanti. Per 44mila posti ci sono circa 67mila detenuti che sono all’incirca il 50 per cento oltre il numero che dovrebbe essere contenuto nelle 206 strutture diffuse in tutta Italia. E proprio per questo motivo il ministro Cancellieri ha proposto il provvedimento «svuota carceri». Una proposta ancora più sconcertante se si considera che nel nostro Paese ci sono 40 istituti penitenziari pronti e mai utilizzati, come hanno denunciato, recentemente, organizzazioni varie e anche un senatore del Carroccio Gianmarco Centinaio.
Pronti a fare un giro nello spreco italiano da Sud a Nord, da Ovest a Est? Il carcere di Irsina (Matera) è costato 3,5 miliardi di lire negli anni Ottanta ma è stato in funzione soltanto un anno e oggi è un deposito del Comune. Il carcere di San Valentino (Pescara) è stato costruito da vent’anni e nessun detenuto vi è mai entrato così ora è in stato di abbandono. A Revere (Mantova), dopo vent’anni dall’inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza di 90 detenuti è ancora incompleto. I lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati.
Surreale anche la storia del carcere di Gela progettato nel 1959 e approvato definitivamente nel 1978. I lavori di questo carcere iniziarono nel 1982. Il complesso è costato oltre cinque milioni di euro ed è stato consegnato all’amministrazione penitenziaria nel 2009, dopo una serie di «finte» e pompose inaugurazioni è stato aperto un anno fa e ospita solo 18 detenuti. Ad Agrigento, in un’ala che potrebbe contenere 100 detenute, ve ne sono solo sei. E quello di Morcone, in provincia di Benevento? Costruito. Abbandonato. Ristrutturato ed arredato. Sorvegliato e poi abbandonato un’altra volta.
A Bovino (Foggia) c’è un penitenziario da 120 posti pronto, ma non è mai stata aperto. Sempre a Foggia, ad Accadia, un carcere è stato completato nel 1993 ma non è mai stato utilizzato. Il penitenziario di Codigoro (Ferrara) nel 2001, dopo lunghissimi lavori, sembrava pronto all’uso ma oggi è ancora chiuso. Quello di Castelnuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e non è mai stato inaugurato. Nel carcere di Monopoli (Bari) non ci sono mai stati i detenuti, ma sono stati sfrattati degli occupanti abusivi che vivevano nelle celle abbandonate da 30 anni.
E il carcere campano di Gragnano, in provincia di Napoli? Altra «perla»: nemmeno il tempo di tagliare il nastro inaugurale e aprirlo formalmente, ed è stato subito chiuso. In compenso a Villalba (Caltanissetta) c’è un carcere per 140 persone inaugurato vent’anni fa, costato 8 miliardi di lire di allora, che non ha mai aperto. Ad Agrigento i lavori di costruzione di un padiglione di quattro piani, che poteva accogliere 300 persone, si sono bloccati perché l’azienda costruttrice è fallita In Abruzzo il carcere di San Valentino è stato trasformato dal Comune in una struttura di accoglienza per turisti.
A Pisa i lavori del nuovo padiglione in costruzione sono bloccati: la ditta è in amministrazione controllata, a Terni, non c’è personale di polizia per attivare un padiglione da 300 posti pronto da mesi. A Forlì sono state gettate le fondamenta per una prigione da 400 posti.L’opera doveva essere finita due anni fa, poi la ditta edile è fallita e nel sottosuolo sono stati trovati reperti archeologici.
Quindi tutto fermo, in attesa di una nuova gara d’appalto. E pensare che, era il 2010, quando l’allora ministro Alfano dava il là ad uno stanziamento di ben 661 milioni di euro, ordinanza numero 3861 del 19 marzo, con il quale si dichiarava il sistema penitenziario italiano in stato d’emergenza e quindi bisogna varare un nuovo, urgente, piano per la costruzione di nuove carceri. Che si fossero distratti tutti?