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 2013  ottobre 10 Giovedì calendario

Notizie tratte da: Mirella Delfini, Eliana Ferioli, Vegetale sarai tu, Orme 2013, pp. 232, 18,50 euro

Notizie tratte da: Mirella Delfini, Eliana Ferioli, Vegetale sarai tu, Orme 2013, pp. 232, 18,50 euro.

(vedi anche biblioteca in scheda 2260664
e libro in gocce in scheda 2251843)

L’acacia cornigera, un piccolo albero che vive nelle foreste del Centro America, ha spine panciute all’interno delle quali le formiche depongono le uova. In cambio dell’ospitalità, le formiche difendono la pianta da altri insetti intenzionati a nutrirsi delle foglie.

La cicoria era detta “sposa del sole”, perché i suoi fiori si aprono all’alba e si chiudono al tramonto. Dalla tostatura delle radici di questa pianta, durante guerre o carestie, si ricavava una bevanda che sostituiva il caffè. La prima fabbrica di caffè di cicoria fu fondata in Germania nel 1770 da un certo Christian Foerster, che aveva ottenuto la concessione direttamente dal re Federico Guglielmo II.

I fagioli, coltivati già 7.000 anni fa in Perù e Messico, furono portati in Europa dai Conquistadores. Erano considerati così preziosi che trovarono posto nella dote di Caterina de’ Medici quando andò in sposa a Enrico II re di Francia.

Le fragole che mangiamo sono un incrocio tra quelle selvatiche dei boschi europei e alcune specie americane, soprattutto originarie del Cile, portate in Europa nel 1713 dall’ingegnere ed esploratore francese Amédée François Frézier.

Secondo la mitologia greca, le fragole erano le lacrime versate da Venere per la morte di Adone.

Per i cinesi, il kaki è l’albero delle sette virtù: vive a lungo, dà una grande ombra, offre agli uccelli la possibilità di nidificare fra i suoi rami, non è attaccabile dai parassiti, le sue foglie giallo-rosse sono decorative, il legno dà un bel fuoco e la caduta dell’abbondante fogliame arricchisce il terreno di sostanze concimanti.

Alla diffusione della patata in Italia contribuì anche Alessandro Volta, che ne riportò alcuni esemplari dopo un viaggio di studi in Francia e li distribuì ad alcuni contadini del Comasco, insegnando loro anche a cucinarle.

Il pomodoro deve il suo nome a Pietro Andrea Mattioli, botanico senese del ’500, che s’ispirò al colore giallo dei primi frutti arrivati dall’America. Attraverso tecniche di incrocio delle specie e combinando differentemente il licopene e la clorofilla presenti sulla buccia, sono stati ottenuti pomodori di colore marrone scuro (Nero di Crimea), verde-avorio (Green Zebra), rosso-arancio con striature bianche (Tigerella) e viola (Sun Black).

Alcuni viticoltori di Montalcino diffondono costantemente musiche di Mozart tra le vigne. Le vibrazioni sonore dei brani del compositore austriaco hanno le stesse frequenze di quelle prodotte dal maschio della tignola, uno dei parassiti più pericolosi per le viti, prima dell’accoppiamento: la musica produce una interferenza nella comunicazione tra i due sessi rendendo impossibile la riproduzione.

Resa celebre dal libro La signora delle camelie, di Alexandre Dumas figlio, e dalla Traviata di Giuseppe Verdi, opera basata proprio su quel romanzo, la camelia era il fiore preferito di Coco Chanel. Ancora oggi è uno dei simboli della maison e compare sovente in stoffa, pelle, plastica, oro e diamanti su abiti, accessori e gioielli.

I colori dei fiori dipendono dall’interazione di tre sostanze: i carotenoidi, i flavonoidi e gli antociani. I primi danno le tinte gialle, arancioni e rosse e sono localizzati, sotto forma di goccioline o cristalli, nelle cellule dei petali. Nei vacuoli, cavità ripiene di liquido acquoso, si trovano invece i flavonoidi, depositari del colore giallo, e gli antociani, responsabili dei rossi, blu, viola e magenta. Una loro particolarità è che possono virare, cioè passare da una tonalità all’altra a seconda del grado di acidità del liquido in cui sono disciolti. I fiori bianchi non hanno pigmenti: sono le soluzioni acquose incolori dei vacuoli, riflettendo la luce, a farli apparire candidi.

Il garofano era il fiore prediletto degli aristocratici francesi prima di diventare, in Germania, il simbolo dei socialisti e, nella versione bianca, dei cristiano sociali.

Il movimento dei girasoli riguarda solo i giovani capolini, ancora in boccio. Essi al mattino sono orientati a est, verso l’aurora, poi durante il giorno si muovono verso ovest, seguendo il cammino del sole. Dal tramonto in poi compiono il movimento inverso. Una volta che anche i petali esterni si saranno aperti, il fiore si bloccherà e rimarrà orientato verso il sole che sorge.

Il tagete, detto anche fiore dei morti o puzzolina per via dell’odore acre, è un efficace scudo per gli ortaggi. Secerne, infatti, sostanze tossiche per i nematodi, microscopici vermi che perforano le radici delle piante e ne aspirano i succhi vitali. Inoltre, l’odore del tagete difende le rose contro i pidocchi.

Intorno al 1620 un bulbo di Semper Augustus, rarissimo tulipano blu e bianco coltivato in Olanda, poteva arrivare a costare 3.000 fiorini, cifra equivalente al guadagno medio annuo di un ricco mercante. Nel 1637, narrano le cronache, un agricoltore barattò un solo bulbo con ventiquattro tonnellate di frumento e quattro di segale, dodici pecore, due botti di vino, quattro barili di birra, due barilotti di burro, un letto, alcuni indumenti e una coppa d’argento.

Versi di Angelo Maria Ricci, poeta della prima metà dell’Ottocento, sulla coltivazione della viola del pensiero: «La tricolore violetta a sdegno prende il sole, ama l’ombra e s’innamora d’assai pingue terren, d’umor non pregno». In pratica, terra non troppo umida e posizione all’ombra.

I Greci e i Romani credevano che l’alloro potesse tenere lontane malasorte e malattie contagiose e li proteggesse contro i fulmini. Lo piantavano davanti alla porta di casa e, quando cominciava a tuonare, staccavano un ramicello che mettevano accanto alle giare perché il temporale non sciupasse il vino.

La topiaria è l’arte di potare alberi e arbusti sempreverdi facendo loro assumere forme geometriche o di fantasia. La conoscevano già Persiani e Greci, ma furono i Romani a praticarla ai più alti livelli. Dopo la caduta dell’Impero, l’usanza sopravvisse solo nei piccoli giardini dei monasteri, ma tornò in auge a partire dal Quattrocento con stili diversi a seconda del Paese: i parterres italiani si caratterizzano per semplici intrecci di erbe aromatiche come maggiorana e timo che racchiudono viole, garofanini e primule; i parterres de broderie francesi sono ricami di bosso nano che rappresentano emblemi di famiglia, arabeschi ed enigmi; nei knot gardens inglesi, invece, il tema dominante è costituito da due siepi potate in modo da sembrare annodate tra loro.

L’arrivo in Europa del gelso si deve a due monaci dell’ordine di San Basilio che nel 552 riuscirono a portarne a Costantinopoli alcuni semi nascosti nei loro bastoni di bambù. A creare il filo di seta è un bruco, il Bombyx Mori, che da due aperture ai lati della bocca produce fili sottilissimi di bava che all’aria si solidificano. Nel giro di soli tre-quattro giorni, tali insetti sono in grado di tessere un filo lungo fino a 900 metri.

L’Amorphophallus Titanum, scoperto dal botanico italiano Odoardo Beccari, vive solo nell’isola di Sumatra e produce una delle infiorescenze più puzzolenti al mondo. In lingua indonesiana viene chiamato Bunga Bangkai, fiore cadavere, perché il fetore di escrementi e carne decomposta attira i Silfidi, i coleotteri osservati anche dalla medicina forense per determinare le varie fasi della decomposizione di un corpo e, quindi, risalire alla data del decesso.

L’antica teoria delle segnature: la natura è un unico organismo vivente e quindi c’è corrispondenza tra tutte le cose. Dagli astri agli animali, dagli animali alle piante, dalle piante agli organi del corpo umano esiste un legame segnalato da un’impronta o segno che lega tra loro le cose. Siccome i gherigli hanno forma simile al cervello umano, le noci erano utilizzate per curare mal di testa, insonnia e malattie mentali.

Secondo una tradizione contadina, addormentarsi all’ombra di un noce provocherebbe mal di testa e febbre. In effetti le radici e le foglie dell’albero secernono una sostanza tossica, la juglandina, che impedisce alla vegetazione di crescergli intorno. Questa caratteristica viene chiamata dai botanici allelopatia ed è presente anche nell’eucalipto, nella salvia, nell’assenzio e nella pilosella.

Linneo, denunciato per immoralità dal governo e sospettato di libertinismo dalla chiesa luterana per aver descritto nel Sistema Naturae (1735) la natura sessuale dei fiori e il loro ruolo nella riproduzione delle piante.

In Gran Bretagna, il papavero è il fiore dedicato alle vittime delle due guerre mondiali del Novecento. Fu scelto perché tale fiore cresceva in abbondanza nei campi delle Fiandre, teatro di alcune delle battaglie più sanguinose del conflitto 1914-1918. Ogni anno, nella domenica più vicina all’11 novembre (giorno dell’armistizio nel 1918), è tradizione indossare un papavero all’occhiello o esporlo su porte, finestre e mezzi di trasporto.

La robinia fu una delle grandi passioni di Alessandro Manzoni, botanico e agricoltore per diletto. Ne consigliava l’utilizzo per il rimboschimento e il consolidamento dei terreni collinari e ne aveva piantati due filari lungo un viale della sua villa di Brusuglio, in Brianza. Nel 1815, in omaggio alla moglie Enrichetta, ne piantò due intrecciate tra loro che curava personalmente.

Il leaf peeping, cioè l’attività di spiare le foglie, è popolarissimo negli Stati Uniti. Consiste nel camminare per i boschi in autunno fermandosi a fotografare, disegnare e riflettere sui mutamenti della natura. Trasmissioni televisive e radiofoniche, bollettini forestali e siti internet tengono aggiornati gli appassionati sul progressivo mutamento di colore del fogliame, soprattutti in territori come il New England.

Il legno della betulla, particolarmente elastico e facile da lavorare, è l’ideale per costruire mobili, bastoni da passeggio, cornici e oggetti di artigianato. In passato era utilizzato per gli sci e i timoni delle imbarcazioni. Anche le ali degli aerei dei fratelli Wright erano fatte con questo legno.

Come la pelle dell’uomo, la corteccia degli alberi è formata da cellule che con il tempo si sfaldano e cadono, lasciando sulla superficie inequivocabili tracce di invecchiamento. Nel platano, per esempio, la corteccia si stacca in placche che lasciano sul fusto toppe giallo-rosate, la betulla e il ciliegio si sbucciano in anelli circolari, gli eucalipti in modo irregolare, la vite sfilacciandosi.

Nel 2004 in Svezia fu scoperto un abete rosso di cui fu calcolata l’età con il metodo del radiocarbonio: 7.550 anni. In Italia l’albero più longevo si trova alle pendici dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio: si tratta di un castagno della circonferenza di 52 metri che potrebbe avere fino a 4.000 anni. È soprannominato “castagno dei cento cavalli” perché una regina, probabilmente Giovanna d’Aragona, durante una battuta di caccia fu sorpresa da un temporale e vi trovò riparo per tutta la notte insieme ai cento cavalieri che l’accompagnavano.

La drosera è una pianta carnivora che attira gli insetti con una finta rugiada che è in realtà una colla che li immobilizza. La venere pigliamosche, invece, ricorre al sistema della tagliola: le sue foglie sono suddivise in due lobi dentati incardinati tra loro lungo una nervatura centrale; al minimo tocco, le due metà si chiudono a scatto imprigionando l’insetto. Le tropicali nepenthes si servono degli ascidi, foglie simili a otri colorate che oscillano all’estremità di lunghi piccioli, spargendo intorno suadenti profumi. Chi non sa resistere al richiamo precipita dentro l’ascidio e dove viene digerito dal liquido che ristagna nel fondo.

Le squame delle pigne sono disposte secondo spirali che si avvolgono, delle quali 8 in senso antiorario e 13 in senso orario. Lo stesso accade per le spirali delle spine dei cactus, dei semi di girasole, delle cimette del cavolfiore o delle squame dell’ananas. Tutti loro seguono, dunque, la cosiddetta successione di Fibonacci, in cui ogni numero è uguale alla somma dei due che lo precedono: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, ecc.