Stefano Caviglia, Panorama 10/10/2013, 10 ottobre 2013
MACCAFERRI, IL NEMICO DELLE FRANE CON IL VIZIO DEL TOSCANO
Una spinta l’hanno data senz’altro i due nuovi stabilimenti aperti dalle Officine Maccaferri, rispettivamente a maggio e giugno, in Turchia e in Russia. Fatto sta che l’omonima conglomerata bolognese, che spazia dall’ingegneria ambientale all’agroalimentare, e di cui fa parte anche il sigaro toscano, ha ripreso a crescere dopo la pausa dell’anno scorso. Sia il fatturato sia gli utili dovrebbero chiudere il 2013 in aumento rispetto a quelli del 2012. Un risultato in netta controtendenza rispetto all’economia italiana nel suo complesso (che quest’anno arretrerà, se tutto va bene, dell’1,8 per cento) e che consente alla Maccaferri di chiudere in bellezza il quinquennio: dal miliardo e 100 milioni di euro di fatturato del 2009 al probabile 1,4 di fine anno.
Le carte vincenti sono soprattutto due: internazionalizzazione e diversificazione. La storia del gruppo risale a fine Ottocento, quando nacque come officina di un fabbro. Al comando c’è da allora la famiglia Maccaferri, rappresentata oggi dal presidente Gaetano (vicepresidente della Confindustria dal 2012), nipote dell’omonimo capitano d’industria che negli anni Venti proiettò l’azienda fra i protagonisti della manifattura italiana. Una posizione conservata anche grazie a una serie di partnership recenti che hanno rafforzato il gruppo dal punto di vista del know-how industriale. «È anche merito di queste alleanze» spiega Maccaferri a Panorama «se siamo riusciti a entrare in nuovi mercati e settori produttivi, rafforzando la crescita nonostante il periodo di crisi».
L’attività più importante del gruppo è la produzione di gabbioni e reti per il contenimento del terreno e la prevenzione delle frane, che ha nelle Officine Maccaferri uno dei maggiori produttori mondiali. Ma da qualche anno cresce a ritmi impressionanti anche il più «leggero» dei suoi prodotti: il sigaro toscano. Da quando Maccaferri l’ha rilevato dalla British American tobacco, nel 2006, il fatturato è passato da 60 a 90 milioni.
Il toscano è diventato uno dei simboli dello stile italiano, e in linea con questa tendenza Maccaferri ha cominciato a dare ai suoi prodotti i nomi di grandi connazionali del passato che lo fumavano notoriamente con passione, come Amedeo Modigliani e Mario Soldati. L’ultimo di questi testimonial d’eccezione è il musicista Pietro Mascagni, a cui mercoledì 25 settembre, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla nascita a Palazzo Barberini, è stato intitolato un nuovo sigaro.
(Stefano Caviglia)