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 2013  ottobre 10 Giovedì calendario

YELLEN AL TIMONE


È l’attuale vicepresidente della Federal Reserve, Janet Yellen, il nuovo numero uno della Banca centrale statunitense, dopo la scadenza del mandato di Ben Bernanke a fine gennaio. La nomina da parte del presidente Usa Barack Obama è avvenuta ieri sera durante una cerimonia nella East room della Casa Bianca, alla quale ha partecipato lo stesso Bernanke.

La nomina di Yellen implica che la Fed difficilmente riserverà sorprese in merito al programma di allentamento quantitativo e questo, secondo gli analisti, è positivo per i mercati azionari globali.

Yellen è infatti considerata una colomba dai mercati, che scommettono sulla continuazione degli stimoli monetari a favore dell’economia statunitense.

La nomina di Janet Yellen è «una notizia positiva», ha commentato il direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali del Fondo monetario internazionale, José Vinals. «Janet Yellen ha una forte ed eccellente preparazione ed è positivo che l’amministrazione americana si sia mossa per eliminare l’incertezza sul futuro presidente della Fed».

Jan de Bruijn, a capo dell’azionario asiatico di Lion global investors a Singapore, ha detto di aspettarsi da Yellen continuità, rispetto alla politica monetaria di Bernanke.

Tuttavia gli analisti ricordano che la rotazione annuale dei presidenti regionali della Federal reserve che hanno diritto di voto ha fatto sì che due colombe, come Charles Evans ed Eric Rose, siano state sostituite da due falchi, come Charles Plosser e Richard Fisher. Inoltre, tre posti su sette nel board della Banca centrale americana sono ancora vacanti. Un vertice diviso potrebbe quindi complicare il compito di Yellen di comunicare in maniera chiara ai mercati.

Il numero due della Fed ha avuto quindi la meglio rispetto all’altro candidato, l’ex consigliere economico di Obama, Larry Summers, che già lo scorso mese si era ritirato. A livello formale, la nomina di Yellen dovrà essere confermata dal Senato, ma non ci sono problemi: quest’ala del Congresso è a maggioranza democratica.