Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri, a Scampia, un uomo di cinquant’anni, già ferito sotto casa sua, è stato finito a colpi di pistola nel cortile di una scuola materna, mentre i piccoli, dentro, cantavano gli inni di Natale. Proprio il coro ha coperto gli spari. I bambini non si sono accorti di niente e sono stati fatti uscire da una porta sul retro. Il cadavere non l’hanno visto. Gli assassini sono due tizi in scooter, che hanno compiuto la loro opera con tutta calma. Si era in pieno giorno, ma nessuno li ha ostacolati. Per ora non li hanno presi. Il morto è Luigi Lucenti, che gli esperti assegnano al clan Abbinante. È scappato nella scuola materna (lotto U del quindicesimo circolo didattico “Eugenio Montale”, in via Fratelli Cervi) pensando probabilmente che lì non avrebbero osato tirargli addosso. Sulle prime s’era creduto che fosse un genitore venuto a prendere il figlioletto, ipotesi poi subito smentita.
• Se non sbaglio è il dodicesimo, o forse addirittura il quindicesimo, delitto di camorra nella zona Nord di Napoli.
Adesso dovrei darle conto del fiume di reazioni che sono piovute sui nostri tavoli ieri pomeriggio. Hanno dichiarato praticamente tutti, compresi Walter Veltroni che ha preso la parola in apertura della seduta della Commissione Antimafia (vorrebbe che la Commissione si riunisse a Napoli «per comprendere il perché»), Mara Carfagna (la sparatoria nella scuola materna «è il punto di non ritorno» eccetera), naturalmente il ministro Cancellieri, che garantisce la presenza costante sul territorio delle forze di polizia, non intaccate, a suo dire dai tagli, poi il sindaco De Magistris (che parla, sbagliando, di terrorismo), il presidente della Regione Caldoro, eccetera eccetera. Fermiamoci qui perché si tratta di esternazioni dovute e che non spostano minimamente il problema. Del resto, se l’epilogo dell’agguato non fosse avvenuto a pochi passi da una comunità di bambini di 3-5 anni intenti a cantare “T’adoriam Ostia divina”, anche noi avremmo messo il delitto tra le notizie qualsiasi, da dare senza scaldarsi troppo. L’eccezionalità di Scampia è infatti divenuta del tutto normale e appare irrisolvibile proprio perché appare normale.
• In che consiste l’eccezionalità di quel posto?
Nel fatto che si tratta del più grande spaccio di droga d’Europa. Vengono a rifornirsi qui da tutto il centro-sud, Roma, la Basilicata ecc. Spaccio all’ingrosso, cioè in pratica un hub, se mi permette di prendere a prestito la terminologia aeronautica. Da qui cocaina ed eroina si diffondono poi dappertutto.
• Perché la polizia non riesce a venirne a capo?
Sono stati arrestati un sacco di boss, ma la piovra ha semplicemente ringiovanito i suoi tentacoli. Gli ultimi arrestati, ferocissimi, sono ragazzi di 19-20 anni. I vecchi stanno in carcere e gli hanno passato il bastone da maresciallo. I giovani si sono presi il bastone da maresciallo e lo maneggiano con il massimo della ferocia. Si ammazzano uno con l’altro per il controllo di un posto dove si fanno i milioni a palate. Cento milioni l’anno, secondo certe stime. Un Pasquale Russo, ragioniere di un clan, venne preso col suo libro mastro da cui risultava un giro da 8 milioni al mese. Un altro aveva cinque block notes con incassi da 27 mila 120 euro nel solo periodo giugno-settembre di quest’anno. È possibile che la cattiveria degli ultimi episodi sia dovuta alla crisi, che ha colpito anche i clan. Non ci sono più gli stipendi assicurati e i pranzi al ristorante. La truppa degli spacciatori da strada deve togliersi la fame con qualche panino, viene pagata a cottimo e faticare più di prima. Ai detenuti il sistema non passa più niente e il welfare che a suo tempo aveva imposto Raffaele Cutolo sembra finito. Forse per questo s’ammazzano tra di loro alla grande.
• In che consiste questa faida di cui forse il delitto di ieri è stato un momento?
Pare che s’aggirino in quell’area – che non comprende solo Scampia, ma anche Secondigliano, Arzano, Casandrino, Melito, Mugnano – almeno un’ottantina di bande, frutto della fine di una leadership certa e di una guerra intestina permanente. La guerra principale si svolge adesso tra gli scissionisti e i girati.
• Mi faccia capire…
Qui, un tempo, dominava il clan Di Lauro, capitanato dal celebre Ciruzzo ‘o milionario, cioè Paolo Di Lauro, oggi al 41 bis. Contro Di Lauro, a un certo punto, cominciò la fronda, e poi la rivolta vera e propria, degli uomini legati a Raffaele Amato, ’a vicchiarella
. Sono nomi che al pubblico dicono poco o niente, ma il patto che concluse quella guerra (patto in quattro punti, con Napoli ai Di Lauro e la provincia agli scissionisti) venne addirittura pubblicato sul quotidiano “Cronache di Napoli” (27 giugno 2005). Adesso è in corso una controrivolta contro gli scissionisti, capitanata dai cosiddetti “girati”. Il delitto di ieri dovrebbe inquadrarsi in questa guerra. Il clan Abbinante sta con gli scissionisti.
• I Di Lauro sono spariti?
No, lo scettro è nelle mani di Marco Di Lauro, 27 anni, uno dei dieci figli di Ciruzzo, uno che ai nemici, dopo averli ammazzati, taglia la mano destra. Cosa vuole che importi, a questi qui, della scuola materna e dei bambini che cantano il Natale? Save the Children, proprio ieri, ha ricordato che «sono 700mila i minori che vivono nei Comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, 374.860 vivono nella sola Campania e 274.189 nel territorio della provincia di Napoli, seguita da quella di Caserta (64.134)».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 6 dicembre 2012]
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