Antonio Maria Mira, Avvenire 6/12/2012, 6 dicembre 2012
L’ITALIA DEL RICICLO NON TROVA LO SCATTO
Troppi rifiuti in discarica, troppo pochi riciclati. Italia poco europea nella gestione della propri ’scarti’, anche se l’industria del riciclo migliora, a conferma che recuperare può essere un ottimo affare, non solo per l’ambiente. Ma da noi se ne fa troppo poco come denuncia il rapporto annuale ’L’Italia del riciclo’, promosso da Fise Unire (l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Nelle discariche buttiamo ancora 15 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti pari al 49%. Mentre il recupero, inteso come riciclo più compost, arriva al 33%. Solo al 18% il recupero energetico, soprattutto termovalorizzatori. Con forti differenze. Il Nord usa la discarica per il 25%, il Centro per il 62, il Sud per il 66. La differenza con l’Europa è evidente: il recupero sotto forma di materia è fermo al 20% contro una media europea del 26; il compostaggio arriva al 13% rispetto al 16; il 18% del recupero energetico è lontanissimo dal 29 europeo. Peggio solo Grecia e Portogallo. E non è un caso che siano Paesi in piena crisi economica. Mentre esempi virtuosi sono Austria (70%), Germania e Belgio (62%), Paesi Bassi (61%), che mandano in discarica tra lo 0 e il 3%. Ma il dato nazionale impallidisce di fronte alle ’maglie nere’ regionali. La Sicilia smaltisce in discarica ben il 93% dei propri rifiuti, ma anche il Lazio non sta meglio, col 74%. Regioni molto popolose che ’buttano’ ciascuna circa 2,5 milioni di tonnellate l’anno (1,3 solo del comune di Roma). Oltretutto in piena emergenza rifiuti, con tanto di commissariamenti. Ma ce ne sono altre 8 che superano il 60% e non solo al Sud: Liguria (79), Umbria (67), Marche (63), Molise (84), Puglia (67), Basilicata (83), Calabria (61). Molto ’virtuose’ Lombardia (8), Friuli Venezia Giulia (15), Veneto (19), Emilia Romagna (28), Trentino Alto Adige (29). Nonostante questo «nel 2011 l’industria italiana del riciclo degli imballaggi si è mantenuta su buoni livelli sia per quantitativi, pari a 7,5 milioni di tonnellate (più 2% sul 2010), sia per tasso di riciclo, stabile al 64%». A crescere sono soprattutto «carta (più 3%), plastica (più 4%) e vetro (più 7%)»; perdono qualcosa «l’acciaio (meno 1%), l’alluminio (meno 13%) e il legno (meno 5%)».
Per Corrado Scapino, presidente di Unire, «gli obiettivi di riciclo europei sono, per alcune filiere, ancora lontani. Per raggiungerli» servono «politiche di sviluppo sostenibile»; mentre per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, «il ricorso alla discarica» ha «uno dei motivi principali nella bassa tassazione sullo smaltimento» per questo tipo di gestione, pari 15 euro a tonnellate in Italia contro i 40 in Germania.