Jacopo Iacoboni e Francesca Paci, La Stampa 6/12/2012, 6 dicembre 2012
CASALEGGIO AL GURU DI OBAMA “COL WEB IL POTERE AGLI INDIVIDUI”
[L’incontro all’“Et de Milan”. Slaby: “I 5 stelle assolutamente nuovi”] –
Tutta l’Italia ormai se lo chiede, allora Obama sostiene Beppe Grillo?, gli ha domandato a un certo punto, sorridendo, Gianni Riotta. Michael Slaby, uno dei guru hi tech del presidente americano - capo del settore «Integrazione e Innovazione “Obama for America”» - venuto in Italia per una serie di dibattiti tra Milano e Roma, già aveva ammesso: «Sì, ho incontrato Casaleggio, del resto potevo, sono qui in forma privata»; a quel punto, ha glissato con un sorriso.
La Stampa però è in grado di raccontare - grazie a una fonte primaria d’assoluta eccezione - come, quando, dove, e dicendosi cosa, è avvenuto l’incontro tra Slaby e Casaleggio, del quale il giornale aveva dato notizia già ieri. Slaby era a Milano per un dibattito alla Statale, e un incontro con gli studenti del master di giornalismo Walter Tobagi. Prima del suo arrivo aveva invitato i leader di tutti i partiti, disponibile a incontrare chiunque. Bene: tra i big l’unico partito che ha risposto sapete chi è stato? Il Movimento cinque stelle, esattamente Roberto Casaleggio. A quel punto è andata così: Slaby gli ha proposto di assistere a uno dei dibattiti pubblici milanesi. Ma Casaleggio, un maniaco della riservatezza, ha chiesto udienza in un «private meeting», un incontro a due. È avvenuto nel pomeriggio di lunedì, tra i velluti del Grand Hotel et de Milan.
I due sono stati mezz’ora insieme, ha parlato insolitamente tanto Casaleggio. Il primo tema che ha proposto il cofondatore del Movimento cinque stelle è stato più o meno questo, «noi siamo molto interessati all’estrazione dei big data; con le primarie sul web stiamo ridando potere alle scelte degli individui, è una rivoluzione». Casaleggio ha illustrato la loro idea su come trasformare in pratiche elettorali i comportamenti di marketing, più che quelli sui social network. Quindi ha domandato: «Come funziona esattamente il voto on line in America? Sarà tutto on line, in futuro?». E qui Slaby ha frenato: «Funziona, ma tenendo presente che non si vota on line in tutti gli stati; e comunque mia madre preferirà sempre andare fisicamente al seggio. Dobbiamo includere, non tagliar fuori col digital divide». Per Casaleggio la chiave è «come usare i nuovi media per conoscere i gusti degli elettori»: appunto, dal location-based marketing al locationbased engagement. Per Slaby, lo ha detto in pubblico nella sala Aldo Moro della Camera, «non è tanto importante la tecnologia, cioè il mio lavoro, ma i valori, i discorsi che stanno dietro». Molta sintonia, tra Slaby e Casaleggio, su due questioni: «Guardare al governo come a una forma di customer service», e realizzare «la differenza tra partiti e movimenti: i primi si interessano ai nuovi media solo il giorno delle elezioni». E Casaleggio: «Noi ci siamo mossi da molto più lontano».
I big data interessano probabilmente numeri non grandi, e molto probabilmente assai più piccoli in Italia che negli Usa. Ma insomma, i 5 stelle, tanto pittoreschi e pure inquietanti per le candidature e la democrazia interna, hanno però qualcuno che si pone domande avanzate. Slaby e Casaleggio hanno siglato una consulenza? Le nostre fonti dicono: «Assolutamente no, al momento». Ma mai dire mai. Il contatto è preso, e un elemento è certo: a Slaby - che ragiona in modo americano, del tutto postideologico - il Movimento 5 stelle non è dispiaciuto affatto. «Mi chiede come lo giudico?», dice andando via dalla Camera. «Lo giudico un fatto assolutamente nuovo; basta vedere come risponde la gente».