Grazia Longo, La Stampa 6/12/2012, 6 dicembre 2012
FIORITO IN CARCERE: “RICEVO SOLO LETTERE DI SOLIDARIETÀ”
[Er Batman tra pasta al ragù e tv: che noia qui dentro] –
Il suo primo pensiero va alla mamma, «le ho vietato di venirmi a trovare in carcere, non voglio che mi veda in questo stato». Il secondo alla politica, «mi manca e sono preoccupato per le divisioni interne al Pdl e deluso per l’ipocrisia di chi mi accusa di essere impresentabile». Il terzo al buon cibo, «qui non è granché, meno male che i vicini di cella mi offrono piatti di pasta e merendine».
È un Franco Fiorito in versione slim e abbacchiata quello che ieri ha visitato in carcere il deputato Pdl Alfonso Papa (un passato più distante da magistrato e uno più recente da inquisito dal pm napoletano Woodcock nell’inchiesta sulla P4). In tuta blu e scarpe da ginnastica bianche l’ex capogruppo Pdl della Regione a Regina Coeli dal 1° ottobre scorso per peculato, con l’accusa di aver sottratto dalle casse regionali Pdl 1 milione 380 mila euro - ha incontrato il collega di partito al reparto nuovi giunti. «E’ in una cella con tre letti a castello, ma attualmente è da solo - racconta Papa - . L’ho trovato visibilmente dimagrito e un po’ depresso, soprattutto per la recente sentenza della Cassazione che ha confermato il provvedimento di custodia cautelare in carcere».
Uno sgabello, un tavolino con sopra libri, giornali e un televisore per un spazio di circa 5 metri quadri. «Mi annoio a morte - racconta Fiorito, difeso dagli avvocati Carlo Taormina e Enrico Pavia -, non faccio altro che leggere e guardare la televisione. Ci viene concessa solo un’ora di aria al giorno e per le altre 23 devo stare qui dentro». Esperto di vini e gran gourmet (tra le spese folli con i soldi del partito anche quelle per cene e vacanze super lusso) Fiorito non nega id sentirne la mancanza: «Qui il cibo è quello che è, ma io non voglio comprare il fornello e le pentole come gli altri perché spero di uscire presto. Meno male che i vicini di cella sono molto gentili. Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi hanno portato pasta al ragù». Le ore più «costruttive» le passa scrivendo «due libri: uno riguarda la detenzione e l’altro è un retroscena della vita politico al consiglio regionale. Ne leggerete delle belle».
A distrarlo ci sono anche le «tante lettere di solidarietà che mi arrivano: mi fanno una grande compagnia, io però non rispondo a nessuno. Non per scortesia, ma perché considero un’onta scrivere qui dal carcere». Il suo augurio è che si tratti di una condizione temporanea, «anche se mi sento già sotto processo» tant’è vero che finora non si è tagliato i capelli. «Volevo andare dal mio barbiere, ma ora che la Cassazione ha deciso di non scarcerarmi mi sa che dovrò imparare a tagliarmeli da solo». L’onorevole Papa - che ha depositato una proposta di legge per limitare il ricorso alla carcerazione preventiva ai soli reati di sangue e di grave allarme sociale stigmatizza: «L’80 per cento dei detenuti di Regina Coeli sono in custodia cautelare, come Fiorito». Intanto Er Batman di Anagni lo saluta stringendo tra le mani il rosario appeso al collo: «La croce è segno di espiazione ma anche di vittoria».