Jaime D’alessandro, la Repubblica 6/12/2012, 6 dicembre 2012
NASCE “L’AMLETO GLOBALE” UNA TRADUZIONE DI MASSA
[Parte un progetto sul web in stile Wikipedia che coinvolgerà migliaia di persone] –
Azzardato, estremo, ai limiti della follia. E con un nome che già contiene tutto il suo codice genetico fuori dal comune.
The Global Hamletsarà la prima traduzione dell’Amletodi William Shakespeare di massa. Il risultato di un lavoro fatto via web dal basso da migliaia di persone sparse per il mondo, verso per verso, seguito da un gruppo di editor che nel corso di un anno dovranno selezionare, controllare e rendere omogeneo questo immenso sforzo corale. È il tentativo di applicare alla letteratura l’intelligenza collettiva. La stessa che in altri campi ha prodotto realtà come Linux e Wikipedia. Ma se Wikipedia è un gigantesco archivio, The Global Hamlet sarà un gigantesco autore. Perché diventerà libro nel 2014, giusto in tempo per le celebrazioni dei 450 anni dalla nascita del drammaturgo inglese, con l’ambizione di essere la migliore edizione in assoluto dell’Amleto. Volume che in Italia uscirà per Feltrinelli, in Spagna e Sudamerica per Anagrama, in Olanda per Athenaeum. E sono in corso le trattative con case editrici inglesi, francesi e tedesche.
«Il progetto è nato dalla voglia di cercare nuove forme di libro ai tempi del digitale e dei social network», spiega Simone Barillari, anima e mente di The Global Hamlet.
Classe 1971, vulcanico e irrefrenabile mentre racconta il progetto, in passato ha firmato traduzioni dall’inglese per alcune delle principali case editrici italiane, scrivendo di Ernest Hemingway e Jack London, John Barth e Rick Moody, Leonard Cohen e Michel Houellebecq. Prima di venire folgorato sulla via di Damasco. «In genere i libri sono tradotti in formato digitale, in maniera più o meno intelligente – continua Barillari –. Ma raramente si sono visti esempi di letteratura possibili solo grazie al web. Di qui l’idea di raccogliere una sorta di anima, di memoria collettiva su un’opera fondante come l’Amleto. E se è vero che l’Amleto è stato l’invenzione della coscienza dell’uomo moderno, la sua traduzione collettiva potrebbe dare forma al suo inconscio».
Nella pratica ad ottobre 2013 verrà aperto il sito di
The Global Hamlet.
Una pagina web con il testo originale e una colonna a fianco dove si comporranno traduzione e commenti. Poi una terza colonna con le immagini a corredo. Funzionerà per certi versi come una pagina di Twitter, che via via scorre, anche se molto più sofisticata. Il programma, realizzato dallo stesso Barillari e dalla software house italiana Sablab, permetterà di aprire una finestra quando si clicca sul numero del verso. A quel punto, dopo essersi registrati, si potrà proporre una traduzione o una nota.
Gli editor, fra i due e i quattro secondo le lingue, a quel punto avranno la facoltà di scartarle perché inadatte, pubblicarle come migliorabili o contenenti errori, offrendole di nuovo agli utenti. Potranno quindi solo combinare le traduzioni, rendendole omogenee. Il loro sarà un lavoro difficile e per questo sono state scelte figure di alto profilo. In Italia ad esempio, oltre a Barillari, ha dato la sua disponibilità Riccardo Duranti, che è stato traduttore di Raymond Carver, Philip Dick, Richard Ford.
«La prima volta che ho sentito parlare di questo progetto ho semplicemente pensato: è geniale – commenta Alberto Rollo, direttore letterario di Feltrinelli –. Apre una strada nuova, comunque vada. C’è una sorta di prateria sterminata nata dalla Rete che riguarda la letteratura, della quale non sappiamo ancora nulla se non che è importante esserci.
The Global Hamlet ha caratteristiche culturalmente serie, ma con delle modalità di “gioco” legate a social network e al Web. Un dialogo fra lettori e autori, con le case editrici a fare da mediatore. E questo è un aspetto interessante: alla fine il destino di The Global Hamletè sulla carta, a dimostrazione che quest’ultima convive con il digitale ma non viene soppiantata. L’editore deve però dotarsi di strumenti nuovi. E un progetto del genere è un primo passo in tal senso».
Vedremo come andrà a finire. Intanto la lista delle università che stanno dando il loro patrocinio si allunga: dalla Sapienza di Roma alla Cattolica di Milano, dall’Université de Liège all’Universidad Complutense de Madrid. E siamo solo all’inizio.