Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il consiglio federale della Lega ha espulso Rosy Mauro e Francesco Belsito e ha fissato per le giornate del 30 giugno e del 1° luglio il consiglio federale che dovrà eleggere il nuovo segretario del partito. Renzo Bossi è uscito indenne dalla riunione di via Bellerio. Di lui a quanto pare non si è proprio parlato: le dimissioni di qualche giorno fa dal consiglio regionale saranno state ritenute sufficienti. D’altra parte Maroni ha detto ai suoi che bisogna vincere, ma non stravincere. E il giovane Bossi ha fatto sapere di considerarsi in sabbatico, ha cioè l’aria di credere che, passata la bufera, gli sarà concesso di scendere nuovamente in pista.
• Quindi la Rosy Mauro non è più una leghista, ma continua a occupare la poltrona di vicepresidente del Senato.
La senatrice ha partecipato ai lavori. È arrivata in via Bellerio con i capelli raccolti come l’altra sera da Vespa. Occhiali sul naso, è entrata senza rispondere a nessuna domanda dei giornalisti che l’assediavano. Con lei c’era anche il capo scorta Pier Mosca, che tutti indicano come suo amante (lei nega con sicurezza). Di come poi s’è svolta la discussione si sa questo: la Mauro ha pronunciato un accalorato intervento in sua difesa e s’è detta innocente di tutto quanto le viene imputato. La ascoltavano i big: Bossi, Maroni, Calderoli, la Dal Lago. Costoro le hanno chiesto di lasciare la vicepresidenza del Senato. Lei ha risposto di no. «A questo punto – stiamo citando un comunicato della Lega -, preso atto della decisione della senatrice Mauro, il consiglio federale all’unanimità ha decretato l’espulsione dal movimento della stessa senatrice, ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal presidente federale e dal consiglio federale». La storia dell’“unanimità” forse non è vera: Marco Reguzzoni avrebbe votato in favore della Rosy e Bossi è uscito dalla sala. La senatrice ha commentato: «Il rancore ha prevalso sulla verità. La mia è un’epurazione già scritta». Maroni avrebbe anche posto una specie di aut aut: se il consiglio non avesse espulso la Mauro, lui stesso sarebbe uscito dal partito.
• Io trovo la cosa sconcertante. L’inchiesta della magistratura è agli inizi, la stessa Rosy Mauro non è indagata, in nessun caso l’essere eventualmente indagata suonerebbe come indice di colpevolezza, la stessa Lega, in Parlamento, ha salvato fior di indagati sbandierando sacrosanti (a suo dire) princìpi garantisti…
Ma questa è la lotta politica. Nella lotta tra il Cerchio magico – cioè i bossiani di stretta osservanza riuniti intorno alla moglie del Senatùr – e i cosiddetti Barbari sognanti, cioè i maroniani, stanno vincendo o forse hanno addirittura già vinto i maroniani. È una lotta senza esclusione di colpi: qualche mese fa i cerchisti avevano tentato di impedire a Maroni di parlare ai militanti, e Bossi aveva poi dovuto fare precipitosamente marcia indietro per la ribellione della base. Cioè: non è che i sodali della Manuela ci siano andati, fino ad ora, con mano leggera. Maroni è stato accusato su internet, e ancora ieri sui giornali, in interviste anonime rilasciate da amici della famiglia, di essere la punta del partito massonico che vuole impadronirsi del Carroccio. Vinta, almeno momentaneamente, la battaglia, il vincitore ha fatto salire sulla ghigliottina (metaforicamente parlando) la sua avversaria numero 1. La moglie di Bossi non è evidentemente colpibile. Ma è certo che la Rosy Mauro è andata l’altra sera da Vespa anche perché spinta dalla signora Marrone. La Rosy Mauro, come lei sa, non era mai andata in tv. Se si è decisa, è perché ai cerchisti la situazione appariva disperata.
• È per questo che non lascia la vicdepresidenza del Senato?
Sì, in questa lotta all’ultimo sangue si difendono i propri territori palmo a palmo. La difficoltà in cui si trova Rosy Mauro è dimostrata dal fatto che poi non si va a presiedere, quando è il suo turno, facendosi sostituire da Schifani.
• Capisco questa lettura, ma sento che sul piano della giustizia qualcosa non torna.
Beh, sono passati parecchi giorni dall’esplosione dello scandalo e si comincia a sentire la mancanza di qualche riscontro obiettivo. Per esempio: in quale scuola la Rosy si sarebbe comprata la laurea? Ancora non si sa. Bisognerebbe che le tre procure, oltre a rendere pubbliche le intercettazioni (su questo ci sarebbe stato un contrasto tra giudici milanesi e napoletani), mostrassero qualche riscontro obiettivo a sostegno di quello che hanno sentito nelle telefonate. Oltre tutto per molte fattispecie non è sicuro che quello che desta tanto scandalo sia poi davvero un reato. Ieri le agenzie davano con grande rilievo la notizia fornita dalla magistratura che uno dei tre dipendenti del sindacato Sin.Pa – di cui la Mauro è il capo – è una nipote della senatrice. La cosa è senz’altro riprovevole. Ma viola il codice? Insomma, siamo al solito problema delle inchieste alla Woodcock, che si basano quasi per intero sulle intercettazioni. Per quanso siano orrende le cose che si ascoltano al telefono, da sole non bastano.
• Beh, non abbia fretta. Le indagini continuano.
Sì, ieri i pm milanesi hanno chiesto al nuovo tesoriere Stefano Stefani i bilanci degli ultimi quattro anni e tutta la documentazione relativa alle proprietà mobiliari e immobiliari della Lega o comunque «intestate a rappresentanti o fiduciari del movimento politico e in uso allo stesso e ai suoi iscritti». Le faccio notare, tuttavia, che le indagini continuano, ma i personaggi che dovevano essere massacrati sono già stati massacrati.[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 13 aprile 2012]