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 2012  aprile 13 Venerdì calendario

Alla Protezione civile solo mandati a tempo - Per la Protezione civile è in arrivo la rivoluzione

Alla Protezione civile solo mandati a tempo - Per la Protezione civile è in arrivo la rivoluzione. Non soltanto il dipartimento che deve fronteggiare le catastrofi sarà maggiormente collegato al ministerodell’Interno, ilcuititolare sarà l’unico che potrà subentrare al presidente del Consiglio, ma si stabilisce una voltapertuttechedovràoccuparsi solo della prima emergenza. Le ordinanze straordinarie, i poteri di coordinamento, il ruolo di guida, potranno durare cento giorni e non di più. Esaurita questa fase, toccherà alla Protezione civile della regione interessata. Gli ambiti di competenza saranno definiti una volta per tutte. E’ previsto che in ciascuna ordinanza straordinaria sia indicato in partenza a quale amministrazione toccherà poi gestire la fase ordinaria, scaduto lo stato di emergenza. Non solo: dopo il ventesimo giorno, le ordinanze straordinarie della Protezione civile andranno concertate con il ministero dell’Economia. E almeno dieci giorni prima della scadenza del termine, dovrà essere preparato il passaggio di consegne. Quanto alle spese, scartata in extremis una tassa straordinaria di 2 centesimi sugli sms, per rimpinguare il Fondo Catastrofi è previsto che il governo possa mettere una tassa sulla benzina fino a 5 centesimi e che poi ogni Regione possa prelevare altri 5 centesimi per i Fondi regionali Catastrofi. Non è automatico, ma altamente probabile che la nuova tassa arriverà. Sarà il consiglio dei ministridioggiadiscuterelabozza di decreto per la riforma della Protezione civile messa a punto dal sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà e dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli. L’hanno presentata ieri agli enti locali. La filosofia sembra avere convinto tutti: mai più si deve assistere a uno scambio di accuse come si vide per la neve a Roma tra sindaco e capo del dipartimento. Deve essere chiaro - da subito - chi fa che cosa, con quali soldi, per quanto tempo. La bozza stabilisce che la Protezione civile nazionale interviene a «soccorso delle popolazioni sinistrate» e anzi in futuro potrà mobilitarsi anche in via preventiva, quando un evento calamitoso (un’alluvione, ad esempio) è previsto e ancora non s’è verificato. Ma siccome la Protezione civile altro non è che un centro di previsione e coordinamento tra le strutture regionali e comunali di protezione civile, ciò che conta sono le sue ordinanze straordinarie. Continueranno a essere deliberate dal consiglio dei ministri, ma avranno vita brevissima: sessanta giorni, prorogabili al massimo di altri quaranta. Dopodiché la parola torna agli enti locali. La Protezione civile perderà il suo servizio aereo antincendio e la Sala operativa aerea unificata. Passeranno ai Vigili del fuoco. Polemico il vecchio Giuseppe Zamberletti, papà della Protezione civile italiana: «Costerebbe meno affidarla all’Aeronautica, come ai miei tempi. Un altro pezzo che finisce al ministero dell’Interno. Gli incendi boschivi, insomma, saranno responsabilità di vigili del fuoco, forestale e enti locali. Il decreto prevede anche un codicillo di salvaguardia da eventuali procedimenti penali. «In considerazione dell’incertezza dei fenomeni e della speciale difficoltà tecnica connessa alla valutazione dei rischi, il soggetto incaricato dell’attività di previsione e prevenzione è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave». All’Aquila gli esperti della commissione grandi rischi sono sotto inchiestaperaveresottovalutatoilpericolo dei terremoti. Lo Stato infine torna alla carica su un vecchio progetto che ciclicamente torna a galla: le assicurazioni anti-calamità per gli edifici privati. Tremonti a un certo volevaimporleobbligatorie.Per diffonderle su base volontaria si ipotizza un premio fiscale.