Il Sole 24 Ore 13/4/2012, 13 aprile 2012
I GIRONI INFERNALI DELLA CASTA ROSSA
Pubblichiamo di seguito un estratto del prologo del libro Tipi sinistri, disponibile dal 18 aprile in libreria
S trada facendo, ho imparato che, almeno in Italia, non esiste una grande differenza fra destra e sinistra. Qualche distinzione c’è ancora, ma soltanto negli slogan, nei duelli parolai, nei programmi recitati. Quando si passa dalla teoria alla pratica, la diversità scompare quasi per intero. Soprattutto in questi tempi di terribile crisi globale, dal momento che per evitare il crac dell’Italia non esistono molte strade da percorrere. Come ci ha spiegato, con onestà e chiarezza, il governo dei tecnici guidato da Mario Monti.
A questo punto, qualcuno mi domanderà: «Ma allora perché ha scritto un libro sulla sinistra e non sulla destra?». È un interrogativo che mi sono posto anch’io, prima di partire per questa avventura. E la mia risposta è stata immediata: «Devo occuparmi della sinistra perché alle prossime elezioni forse sarà lei a vincere».
Come è fatale, posso anche sbagliarmi. Ma in questo aprile 2012 mi appare la previsione più sensata. La destra italiana e la sua proiezione parlamentare, il centrodestra, mi sembrano con le ossa rotte, o perlomeno più rotte di quelle della sinistra, ovvero del centrosinistra. Gli ultimi anni di Silvio Berlusconi e di Umberto Bossi l’hanno messa al tappeto. Con i risultati disastrosi che abbiamo sotto gli occhi.
Prima o poi, la destra si rialzerà, perché l’Italia, in fondo, è un paese che non ama il rosso. Tuttavia, forse sarà costretta ad aspettare una legislatura, stringendo la cinghia nel recinto dell’opposizione. È un pronostico che può essere smentito soltanto in un caso. Se la crisi che investe anche l’Italia diventerà sempre più difficile da arginare, sarà inevitabile che destra, sinistra e centro siano costretti ad allearsi. Formando un governo di unità nazionale che tenti di evitare il disastro. Ma questo vorrebbe dire che ci troviamo di fronte a un’emergenza drammatica, da non augurarsi.
Dunque, ho deciso di scrivere un libro sui probabili vincitori delle prossime elezioni. Tipi sinistri sarà utile per intravedere il bello e il brutto che dobbiamo aspettarci da loro. E in proposito qualche esempio, pessimo, di come potrebbero comportarsi ci viene dal passato.
Dal dopoguerra in poi, la sinistra ha già vinto due volte. Sempre con un governo guidato da un democristiano collaudato, Romano Prodi. Ma si sono rivelate vittorie effimere. Come si può leggere in Tipi sinistri, il primo governo Prodi, quello del 1996, è caduto, vittima dei suoi stessi alleati. Il Prodi numero due, nato dieci anni dopo, nel 2006, ha avuto una vita ancora più effimera. Durata ben poco, e conclusa con un’altra morte violenta: lo sbocco inevitabile delle infinite risse interne.
Anche in questo secondo caso, già prima del voto l’ammucchiata di centrosinistra aveva messo in piazza la propria fragilità. Era una coalizione fra diversi, lunatica, sospettosa e destinata a rompersi presto. La discussione preventiva su quanto avrebbe dovuto fare il governo del Professore aveva partorito un programma mostruoso, di trecento pagine. Dopo il voto venne messo insieme un esecutivo obeso, con un numero debordante di ministri, viceministri e sottosegretari. Infine emerse la vocazione al suicidio e l’irresistibile piacere di impiccarsi da soli.
Ma guardando al futuro, un giorno il governo dei tecnici, guidato da Mario Monti, dovrà lasciare il passo a nuove elezioni, mi auguro soltanto nel 2013, alla scadenza naturale della legislatura. Allora la sinistra tenterà di vincere per la terza volta. E per riuscirci metterà in campo molte delle figure e delle figurine descritte in questo libro. In che modo si muoveranno? E che cosa saranno capaci di fare?
La mia risposta è che ne vedremo di cotte e di crude. Ossia avremo sotto gli occhi un assalto condotto non da leader nuovi, per il semplice motivo che a sinistra oggi non ne esistono. Bensì da una schiera di capi, vicecapi e capetti che stanno da tempo, spesso da anni, sulla scena politica. Con un bagaglio pesante di idee invecchiate con loro, progetti falliti, pregiudizi, vendette da consumare. Sono signore e signori che, in qualche caso, possono sembrare all’altezza del compito di rappresentare l’Italia nel Parlamento e al governo. Ma in altri casi si rivelano persone mediocri, arroganti, boriose. Afflitte soprattutto da un vizio: l’ignoranza. Una malattia diffusa che li fa essere infastiditi da tutto ciò che non rientra nei loro poveri schemi culturali.
Me ne sono reso conto sino in fondo nel 2003, quando uscì il mio Sangue dei vinti. I tipi sinistri non erano in grado di smentire i fatti che raccontavo. Ma divennero furibondi perché incrinavo un tabù, quello della Resistenza, che li aveva aiutati a campare per tanti anni. Coprendo la verità con il mantello di piombo della retorica interessata e di bugie senza vergogna. Osservarli da vicino consentirà di intuire che cosa potrà accadere se le tante sinistre vinceranno. Conoscere meglio la casta rossa ci eviterà speranze infondate, sogni irrealizzabili, certezze basate su poco o nulla. Per costruire un affresco realistico, dopo aver scelto i personaggi da descrivere li ho suddivisi in gironi infernali, sperando che il grande Dante Alighieri voglia perdonarmi.