Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 13/4/2012, 13 aprile 2012
PROCESSO RUBY, L’IMPUTATO B. E I SOLDI PER LE RAGAZZE TESTIMONI
Milano
Segui i soldi, dicono da sempre gli investigatori migliori. Lo sanno bene anche Ilda Boccassini e Antonio San-germano, i pm dei processi Ruby. E seguendo la pista dei soldi sono arrivati a scoprire altri versamenti di Silvio Berlusconi a tre ragazze del bunga-bunga: 257 mila euro in sei bonifici partiti nell’estate-autunno 2011 dal conto personale di Berlusconi presso il Monte dei Paschi di Siena. Quattro di questi (30 mila il 15 aprile 2011, 100 il 22 giugno, 15 il 14 ottobre e 40 mila il 30 novembre, causale “prestito infruttifero”) sono approdati sul conto Intesa San Paolo di Nicole Minetti, la consigliera regionale accusata di aver curato l’organizzazione delle serate ad Arcore e la gestione degli appartamenti di via Olgettina dove sono ospitate le ragazze più presenti alle feste.
PER QUESTO Minetti è sotto processo per favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, insieme con Emilio Fede e Lele Mora. Gli altri due versamenti (42 mila il 1 luglio 2011 e 30 mila il 7 ottobre, causale “regalia”) planano invece sul conto di Enzo De Vivo, presso l’agenzia di Napoli della Cassa di risparmio di Parma e Piacenza. Enzo è il padre di Eleonora ed Emma De Vivo, le gemelline dell’“Isola dei famosi”, ospiti assidue delle “cene eleganti” e ora testimoni nei due processi del bunga-bunga: quello a Mi-netti-Fede-Mora e quello a Berlusconi, imputato di prostituzione minorile (per la presenza ai festini a luci rosse della minorenne Karima El Mahroug, in arte Ruby) e di concussione (per le pressioni sui funzionari della questura di Milano, affinché liberassero Ruby fermata per furto il 27 maggio 2010). “Nulla di men che lecito”, reagisce il difensore di Berlusconi Niccolò Ghedini. “Il presidente Berlusconi, con la consueta generosità, ha ritenuto di aiutare, in totale trasparenza e proprio mediante palese bonifico bancario, delle persone che, a cagione del clamore mediatico creato su inesistenti vicende processuali, stanno vivendo momenti di grande difficoltà familiare, professionale ed economica”.
CURIOSO però che un imputato versi denaro ad alcune testimoni del suo processo. Ancor più curioso che a farlo sia un imputato come Berlusconi, appena uscito per prescrizione da un altro processo, in cui era accusato proprio di aver corrotto un testimone, David Mills. I nuovi versamenti sono entrati nei due processi Ruby come indagini suppletive . Insieme all’ipotesi del “possibile pagamento da parte di un terzo (Silvio Berlusconi) delle spese di difesa” di Nicole Minetti: il giorno dopo aver incassato 100 mila euro da Berlusconi, infatti, ne paga 87 mila ai suoi legali (Da-ria Pesce, Piermaria Corso, Studio Gagliani Righi).
La pista dei soldi continua a essere battuta dagli investigatori. Perché le ragazze delle feste di Arcore che, a partire da lunedì 16 aprile, arriveranno a testimoniare nel processo con imputato Berlusconi hanno spesso parlato di soldi, promessi anche per tenere la bocca chiusa. “Deve sganciare. Speriamo sia più generoso”, diceva (intercettata) una delle gemelle De Vivo.
MA LA PIÙ loquace sul denaro da ottenere è Karima, la Ruby Rubacuori che ha dato il via al caso. “M’ha detto (Silvio): Ruby ti doooo... Ti do tutti i soldi che vuoi, ti rendo tutta d’oro, però tu passa per pazza, passa per sparamusse, ma non dire mai la verità”. Così Ruby racconta a Giusy il 28 ottobre 2010.
Il 26 ottobre (giorno della pubblicazione sul Fatto Quotidiano delle prime notizie sul caso), Ruby, sempre intercettata, dice a suo padre: “Sono con l’avvocato che stiamo parlando di queste cose... Silvio gli ha detto: ’Dille che la pagherò il prezzo che lei vuole, l’importante è che lei chiuda la bocca, che neghi tutto... che dica pure di essere pazza, ma l’importante è che lei mi tiri fuori da tutte queste questioni’”.
Lo stesso giorno, Karima dice: “Io ho parlato con Silvio, gli ho detto che ne voglio uscire di almeno con qualcosa... 5 milioni... Lui mi ha detto: ’Per il momento accontentati che tanto noi ti staremo sempre vicino’”. Alle 9.46 del 28 ottobre, dice a Sergio Corsaro: “Silvio mi chiama di continuo, mi ha detto cerca di passare per pazza... Con il mio avvocato gli abbiamo chiesto 5 milioni di euro... E lui ha accettato”.
Torna sull’argomento alle 10.47, parlando con Davidia: “Lui mi sta chiamando: ’Io ti do quanti soldi vuoi, l’importante è che passi per pazza, passi per sparacazzate, ma non devi raccontare la verità... Ti do tutti i soldi che vuoi, ti copro in oro, però non dire niente’”. Che i magistrati stessero seguendo la pista del possibile inquinamento processuale lo si era cominciato a capire nell’udienza del 26 marzo, quando la testimone Katia Pasquino, grande accusatrice di Ruby (era stata lei a denunciarla per furto), aveva fatto marcia indietro, dichiarando che il racconto di Karima (“Sono dal presidente, adesso ballo, poi mi spoglio e faccio sesso”) era solo uno scherzo. Il pm Sangermano le aveva allora chiesto, con insistenza: “Ha avuto contatti o sollecitazioni, positive o negative, in relazione al processo?”. E ancora: “Ha mai parlato con qualcuno in riferimento alle dichiarazioni da rendere in questo processo?”.
LUNEDÌ 16 APRILE in aula arriveranno invece le testimoni che hanno deciso di raccontare il bunga-bunga visto da vicino. Tra queste, Maria Makdoum, Ambra Battilana e Chiara Danese, Imane Fadil, Natascia Teatino, Melania Tumini.
Sono arrivate, intanto, le motivazioni della Consulta sul conflitto d’attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dalla Camera: spettava alla procura di Milano (e non al Tribunale dei ministri) d’indagare sull’allora presidente del Consiglio Berlusconi per un reato di natura “comune” e non ministeriale. Anzi, la procura era “costituzionalmente obbligata” a intervenire sulla presunta concussione esercitata nella notte del 27 maggio 2010, quando Berlusconi, per Ruby, telefonò più volte da Parigi alla questura di Milano.