MARCO SODANO, La Stampa 13/4/2012, 13 aprile 2012
Benzina, i prezzi salgono i consumi crollano del 10% - Il Fisco continua a picchiare, anche i petrolieri piangono
Benzina, i prezzi salgono i consumi crollano del 10% - Il Fisco continua a picchiare, anche i petrolieri piangono. Rincara oggi, rincara domani gli italiani fanno di necessità virtù. E si difendono come possono dalle continue impennate del prezzo dei carburanti: consumandone meno. Insieme con la notizia che il governo ha stabilito di finanziare, in un futuro prossimo, eventuali necessità di fondi per la Protezione civile con rincari dell’accisa sui carburanti (fino a cinque centesimi il litro), è arrivato il consuntivo di marzo dell’Unione petrolifera italiana. Recita la nota: «Prosegue il crollo dei consumi petroliferi italiani, che nel mese di marzo 2012 sono ammontati a circa 5,4 milioni di tonnellate, con una nuova diminuzione del 10,7% (-645.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2011». Si risparmia soprattutto al distributore, dice il dettaglio. A parità di giorni di consegna, la benzina ha perso il 9,5% delle vendite (l’equivalente di 75 mila tonnellate in meno), mentre il gasolio ha fatto un po’ meglio arginando il calo alll’8,4% (l’equivalente di 186 mila tonnellate, i volumi per il gasolio sono decisamente maggiori perché è il carburante più usato dall’autotrasporto). La domanda totale di carburanti (benzina e gasolio) nel mese di marzo si è insomma attestata a circa 2,7 milioni di tonnellate comlpessive: 0,7 milioni di verde, 2 di gasolio. D’altra parte, anche se la gabella per le emergenze naturali è ancora in via di definizione, anche ieri mattina la Staffetta Quotidiana rilevava nuovi aumenti per la verde e un calo per il gasolio: «Nonostante il calo dei prezzi internazionali - dice la Staffetta - sale ancora la benzina. La media ponderata dei prezzi italiani (per il “servito”, il self service è fuori da questo conto) supera gli 1,9 euro al litro, con un ritocco 0,2 centesimi». Scende invece, dopo quattro mesi di rialzi consecutivi, il prezzo del gasolio: in questo caso la media nazionale si attesta a 1,779 euro al litro. Ieri mattina hanno messo mano ai listini Eni, Esso e Total Erg. Sulla rete del Cane a sei zampe, rialzo di 0,5 centesimi per la verde e ribasso di 0,5 centesimi sul diesel. Su quella Esso si registra solo un ribasso sul gasolio: -0,5. TotalErg ha aumentato di 0,6 centesimi la verde a e abbassato di 0,5 il gasolio a 1,788 euro/litro. Con queste quotazioni, chiaro che un ulteriore aggravio della componente fiscale del prezzo (si legge nel provvedimento «comunque non superiore a cinque centesimi al litro» rischia di tradursi in una vera e propria stangata. Anche perché l’aumento andrebbe applicato fino a «coprire interamente le necessità» del fondo destinato alle emergenze. Nel paese dell’ emergenza idrogeologica permanente si tratta solo di aspettare il prossimo scroscio, magari quelli che arriveranno con questa primavera. Ricordando che, all’aumento dei carburanti, segue a ruota quello di tutto il resto: anche le merci viaggiano. Secondo Coldiretti nel prossimo rincaro dei generi alimentari stimato da Unioncamere (del 5% cira) la componente carburanti fa la parte del leone perché incide lungo tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione alla vendita diretta: tanto nei mercatini rionali quanto nei centri della grossa distribuzione. Il calo dei consumi registrato dall’Upi segnala però che gli italiani cominciano a guardare con più attenzione alle mosse del distributore-esattore. Solo nel 2011 sono arrivati aumenti per il finanziamento alla cultura, per l’emergenza immigrati, per le alluvioni in Ligura e Toscana e per finanziare il decreto Salva Italia di dicembre. Senza dimenticare che nessuno ha mai cancellato quelli per la guerra di Etiopia (1935), il canale di Suez (‘56), e poi Vajont, Belice, Firenze e Friuli. I balzelli non scadono mai.