Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Le voci che circolano da una settimana sono dunque vere e domani alle 17, a quanto pare, il Kosovo proclamerà unilateralmente la propria indipendenza...
• E questa sarebbe la notizia del giorno?
Amico mio, può scoppiare la guerra.
• Per il Kosovo? Ma io non so nemmeno dove sta.
Non lontano da qui. Ha presente quella che una volta si chiamava Jugoslavia? Si ricorda che la capitale della Jugoslavia era Belgrado? Ci fu una guerra civile e alla fine della guerra civile al posto della Jugoslavia c’erano tanti stati, piuttosto nemici tra di loro. Uno di questi stati era – ed è – la Serbia. Via, ogni tanto ci giochiamo pure a pallone, adoperi il calcio per imparare un po’ di geografia. Ora, una provincia della Serbia è il Kosovo o, come dicono i kosovari, la Kosova. Senonché la maggioranza dei kosovari è formata da albanesi e gli albanesi non vogliono stare agli ordini dei serbi. C’è stata tutta una trattativa a livello mondiale, trattativa che ha coinvolto anche l’Onu, e non se n’è cavato un ragno dal buco. I serbi non vogliono dare l’indipendenza al Kosovo, ma al massimo sono disponibili per una larga autonomia. Che peraltro il Kosovo ha già. Il Kosovo invece vuole essere indipendente, non vuole avere più niente a che fare con Belgrado.
• Scusi, ma se in Kosovo ci sono gli albanesi, sarà giusto farli stare per conto loro, no?
Il problema è che non tutti i kosovari sono albanesi. In Kosovo gli albanesi sono maggioranza, ma in quel territorio c’è anche una minoranza, cospicua, di serbi. Se lei prende una cartina del Kosovo, di quelle che si colorano in base alle popolazioni, vedrà che il territorio è quasi tutto verde. E poi, sul vertice in alto (il Kosovo ha la forma di un rombo), c’è un grossa zona rossa e in basso, sull’altro vertice, un’altra zona rossa, più piccola, ma consistente. Poi, una costellazione di macchie rosse dappertutto. I verdi sono gli albanesi, i rossi i serbi. Perciò gli albanesi, che sono minoranza in Serbia, sono maggioranza in Kosovo. Se abbiamo a cuore la minoranza albanese in Serbia, dovremmo avere a cuore la minoranza serba in Kosovo. Oltre tutto serbi e kosovari si sono massacrati nell’ultimo conflitto interetnico. L’odio tra i due è implacabile. La minoranza serba nelle mani dei kosovari avrebbe una vita durissima. Truppe albanesi sono pronte a marciare in Kosovo dalla Macedonia. Truppe serbe sono altrettanto pronte a entrare in Kosovo dalla Serbia.
• Non si potrebbe mandare un esercito internazionale per impedire carneficine?
C’è già un esercito, dell’Onu, di 28 mila uomini, duemila e cinquecento dei quali sono italiani. Il problema è che la spaccatura tra serbi e albanesi in Kosovo passa attraverso le potenze mondiali. Domani, appena il Kosovo si sarà proclamato indipendente, gli italiani, i francesi, i tedeschi, gli inglesi subito lo riconosceranno. Gli spagnoli, no. E sa perché? Se gli spagnoli ammettessero che una minoranza etnica può proclamarsi indipendente, avrebbero subito di fronte il problema basco. In generale, un’azione simile non si può ammettere: se i kosovari possono andarsene per i fatti loro ed essere riconosciuti da un centinaio di nazioni, perché non possono far lo stesso i corsi, gli scozzesi, i fiamminghi, i tirolesi, i turchi di Cipro, gli ungheresi della Vojvodina e della Transilvania?
• E allora noi e gli altri perché li riconosciamo?
Perché l’Europa, dopo Milosevic, è culturalmente anti-serba. E perché i serbi stanno con i russi. Putin, che non vuol sentir parlare di indipendenza kosovara perché ha il problema dei ceceni, ha però dett se il Kosovo si proclama indipendente, spingerò gli osseti e gli abkhazi, che sono amici miei, a staccarsi dalla Georgia. Ha però detto anche un’altra cosa: se il Kosovo si proclama indipendente, manderò i mig ad aiutare gli amici serbi. Capisce perché non c’è da star tranquilli? [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 16/2/2008]
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