La Stampa 16 febbraio 2008, Lucia Annunziata, 16 febbraio 2008
Veronica e il ruolo delle donne. La Stampa 16 febbraio 2008. Ho sentito nel giro delle mie amiche molte battute sulla recente intervista della signora Berlusconi pubblicata sul Corriere
Veronica e il ruolo delle donne. La Stampa 16 febbraio 2008. Ho sentito nel giro delle mie amiche molte battute sulla recente intervista della signora Berlusconi pubblicata sul Corriere. Ma a me dà fastidio questa idea che siccome una è ricca e nella vita ha acchiappato un ricco grazie alle sue curve, non debba mai più essere guardata come persona seria. Trovo che l’attacco alle donne ricche non sia meno miserevole e sprezzante di quello alle donne qualunque. Mi pare che siamo di fronte a un caso d’invidia, prima che di misoginia. OLIMPIA KADENAZY, ROMA Onorevole posizione, la sua. Le cose che Veronica Berlusconi sostiene nell’intervento (per la rivista «Kos» del San Raffaele diretta da don Verzè) le fanno onore proprio perché scritte da una ex donna di spettacolo (come le viene spesso rinfacciato) e moglie di un famoso politico. Francamente preferisco una signora ricca che parla di solidarietà e fa vita discreta a una ricca che spende il tempo in shopping e coca. L’intervento, di cui riproduco alcuni passi, è interessante: «Sulla scena internazionale vediamo... che le donne stanno diventando un fattore determinante, se non strategico, per ottenere il consenso femminile. Ma le donne che emergono offrono troppo spesso un’immagine ritagliata sul modello maschile... La donna non deve rinunciare alle sue peculiari potenzialità, calpestandole con la convinzione che l’altro modello faccia vivere meglio. Oggi la società conosce la capacità delle donne di produrre ricchezza. Ma questa capacità è nata e si è sviluppata nella solidarietà e nella reciprocità verso la famiglia, portando a una donna sempre più autonoma. Quel che c’era da imparare lo ha imparato, è quello che è stato mortificato che rischia di non ritrovare più. Chi sostituisce il ruolo centrale della donna nella famiglia? Gli uomini dovrebbero recuperare una capacità superiore di relazione e pensare alla donna come a un’entità eccezionale, un essere speciale. E la donna deve essere forte di questa convinzione, valorizzando il suo «sentire», la sua capacità di «pre-vedere», che può dare contenuti ai legami affettivi e non andare incontro a una desertificazione del sentimento(...). Non uccidiamo l’angelo, che è presenza morale e che incarna una forza d’amore, che ha solo bisogno di essere compresa(...). Teniamo sempre aperto un dialogo, questo nutrirà il sentimento delle donne e migliorerà la capacità di stare insieme. Prendiamoci cura l’uno dell’altro. La violenza fisica ed emotiva, il negare l’altro genera un rifiuto delle differenze, un’omologazione tra maschile e femminile. Non ha più senso nascere uomini o donne. Educhiamo quindi le donne al rispetto di sé e gli uomini al rispetto delle donne. E non pensiamo che questo «sentire» sia solo un sentimento donnesco, configurandolo nel debole e nel senza valore. Non diffidiamo della maternità e dell’amore a vantaggio dell’affermazione di sé...». Lucia Annunziata