Corriere della Sera 16 febbraio 2008, Alessandra Mangiarotti, 16 febbraio 2008
«Magistrati militanti» Domenici contro il Tar. Corriere della Sera 16 febbraio 2008. A vederli ti dici che se stanno lì, nel cuore di una città come Firenze tutta arte e allestimenti, una ragione ci dovrà pur essere
«Magistrati militanti» Domenici contro il Tar. Corriere della Sera 16 febbraio 2008. A vederli ti dici che se stanno lì, nel cuore di una città come Firenze tutta arte e allestimenti, una ragione ci dovrà pur essere. Yvonne, 26 anni, una digitale che punta tutto e uno spiccato accento crucco, li guarda. Li punta. Scosta con la mano un pannello rigorosamente ripiegato su se stesso, e chiede: «E questo cos’è? Il monolite di 2001 Odissea nello spazio ». Non uno ma dieci monoliti. Sono i megapannelli informativi sulla tramvia: il Comune li ha installati nelle scorse settimane per spiegare ai cittadini il progetto, ieri il Tar della Toscana ha ribadito che sono di parte e quindi che devono restare oscurati fino alla fine del referendum. Una decisione che non è piaciuta al sindaco Leonardo Domenici: «Tutto fa pensare che ci troviamo di fronte più ad un militante del sì che a un presidente di sezione del Tar». E il promotore del referendum Mario Razzannelli: « pericoloso chi arriva a usare soldi pubblici per fare campagna elettorale. Il Comune dovrà rimborsare i soldi spesi». Proprio lì, in piazza Repubblica, la piazza dei monoliti, ieri sera si sarebbe dovuto fermare il corteo dei sì-tramvia. E invece i manifestanti hanno deciso di rompere il serpentone un centinaio di metri più in là. Già. Perché domani si vota. E quella di ieri è stata la giornata delle marce incrociate dei fiorentini sì e no-tram. Duecento (mille dicono gli organizzatori) hanno sfilato all’ora dell’aperitivo dietro lo striscione «non fermare la tramvia, vota no» e con in mano bandiere del Pd (al loro debutto per le strade di Firenze), dei Comunisti italiani, della sinistra arcobaleno e di Legambiente. Cinquecento (mille, sostiene anche in questo caso la macchina organizzativa), si sono mossi invece in corteo dopo cena con le fiaccole in mano inseguendo il «mostro » da fermare con una croce sul «sì»: la sagoma del contestato tram, un lenzuolone grigio lungo (giurano gli organizzatori) 32 metri esatti. Uomini e donne di centrodestra. Ma anche ex girotondini. Dovevano essere le manifestazioni clou di chiusura della campagna referendaria. Invece quelli che si sono sentiti sono stati solo appelli da pochi decibel. Poca gente. Ma soprattutto nessuno dei grandi testimonial contesi fino a qualche ora prima (« stata una scelta», è stato il coro unanime). Uno per tutti il direttore onorario del Maggio Fiorentino Zubin Mehta che «venduto» come no-tram, ha subito smentito: «Nessuna presa di posizione, nessuna strumentalizzazione». Panariello e Carlo Conti avrebbero dato invece la loro adesione pro-tram. Mentre al sindaco Domenici è arrivato un messaggio di D’Alema: «Le tue scelte vanno nella direzione di una modernizzazione rispettosa della storia di Firenze». Alessandra Mangiarotti