Corriere della Sera 16 febbraio 2008, Danilo Mainardi, 16 febbraio 2008
Rondini, chi urla mangia di più. Corriere della Sera 16 febbraio 2008. Fino a non molto tempo fa i nidi delle rondini si potevano osservare sotto ogni cornicione, ogni porticato
Rondini, chi urla mangia di più. Corriere della Sera 16 febbraio 2008. Fino a non molto tempo fa i nidi delle rondini si potevano osservare sotto ogni cornicione, ogni porticato. Era allora facile ammirare, magari direttamente dal davanzale di casa, il laborioso andirivieni dei genitori intenti a nutrire la pigolante nidiata. Gran bello spettacolo, che ci faceva meditare sulla semplicità di una vita che si ripeteva sempre uguale, nidiata dopo nidiata, anno dopo anno. Ma era davvero così semplice e lineare la vita familiare delle rondini? O erano piuttosto la nostra ignoranza e un generale pregiudizio sulla vita animale a farcela immaginare così? Ora infatti sappiamo che sotto quell’apparente semplicità si cela esattamente l’opposto, cioè una vita complessa e, sorprendentemente, anche assai sensatamente articolata. Basta, per darcene una prima idea, il titolo della nuovissima scoperta pubblicata sull’ultimo numero di Journal of Evolutionary Biology da due ornitologi italiani, G. Boncoraglio e N. Saino dell’università di Milano. Titolo che afferma «Barn swallow chicks beg more luodly when broodmates are unrelated» («i pulcini di rondini chiedono più rumorosamente d’essere nutriti quando i loro compagni di nido non sono loro parenti»). E già questo anticipa discretamente quanto possa essere varia e complessa la vita delle rondini. Vita che, a ogni modo, per poter essere appieno compresa, deve essere raccontata partendo dalla prima scoperta, che è questa: le rondini (così come tanti altri uccelli) quando imbeccano la prole distribuiscono le risorse alimentari all’interno della nidiata dando retta, di volta in volta, ai pulcini che urlano di più. Il che risulta essere un ottimo sistema, perché come un nidiaceo è sazio subito la smette di agitarsi. Poi, seconda e fondamentale scoperta, c’è il fatto che le nidiate delle rondini non sono fatte solo di fratelli, ma anche di fratellastri (le femmine non sono strettamente monogamiche) e di perfetti estranei, perché in questa specie è presente ciò che viene definito come «parassitismo intraspecifico ». Un parassitismo cioè che, a differenza di quello interspecifico del cuculo, si realizza solo all’interno della specie. Chiaro è che, ovviamente, per un ricercatore non è per niente facile scoprire se in una nidiata di rondini tutti gli individui sono fratelli oppure no, ma ormai, con l’analisi del Dna, niente più sfugge quanto a parentele. Eccoci dunque all’ultima scoperta: dal test di scambio delle uova tra nidi differenti, risulta che i rondinini mostrano un maggior altruismo (chiedendo in media con minor foga) quando i compagni di nido sono parenti invece che estranei. Risulta così evidente quanto sia in realtà complessa la vita famigliare delle rondini o, per meglio dire, calibrata «sensatamente», dove il senso lo si ritrova nel concetto di carattere evolutivo per cui l’altruismo rivolto ai parenti offre maggiori probabilità di sopravvivenza a quegli individui che appunto, in quanto parenti, sono portatori di geni per la maggior parte comuni con quelli dell’individuo altruista. Ragionamenti sociobiologici, e che dunque niente hanno a che spartire con l’altruismo etico che caratterizza la nostra specie. Il che fa sì che, scoperta la «sociobiologicamente sensata» complessità della vita delle rondini, ancora molto ci rimanga da meditare sulla nostra e sulla loro vita. Rapporti di forza I complessi equilibri nella vita sociale di questi uccelli in una ricerca dell’Università di Milano Danilo Mainardi