La Stampa 16 febbraio 2008, EMANUELE NOVAZIO, 16 febbraio 2008
Domani il Kosovo sarà indipendente. La Stampa 16 febbraio 2008. L’Italia, insieme a Francia, Gran Bretagna e Germania, si prepara a riconoscere l’indipendenza del Kosovo, che sarà proclamata dal Parlamento di Pristina domani pomeriggio alle 17, nonostante l’annuncio ufficiale atteso ieri sia stato rinviato
Domani il Kosovo sarà indipendente. La Stampa 16 febbraio 2008. L’Italia, insieme a Francia, Gran Bretagna e Germania, si prepara a riconoscere l’indipendenza del Kosovo, che sarà proclamata dal Parlamento di Pristina domani pomeriggio alle 17, nonostante l’annuncio ufficiale atteso ieri sia stato rinviato. Il premier kosovaro Hashim Tachi non lo ha formalizzato, avverte il suo portavoce, per ragioni di «prudenza e di sicurezza»: «E’ stato deciso che la data sarà resa nota non prima di 24 ore dall’effettiva proclamazione di indipendenza». Oggi alle 17, dunque. Thaci non ha perso temo e già ieri ha parlato con il primo ministro macedone Nikola Gruevski sulla demarcazione del confine tra la Repubblica di Macedonia e il Kosovo. Molto importante, dal punto di vista della posizione italiana, sarà la riunione dei ministri degli Esteri dei 27, in programma lunedì a Bruxelles, che si limiterà a una «presa d’atto» della decisione annunciata domani a Pristina, ma fornirà soprattutto il quadro comune che consentirà ai Paesi che lo vogliano di riconoscere l’indipendenza del Kosovo. A Roma si sottolinea di volersi «muovere in accordo con i grandi Paesi europei membri del gruppo di contatto» sui Balcani: Francia, Gran Bretagna e Germania per l’appunto. I 27 restano di fatto divisi sul riconoscimento di una regione da secoli contesa, oggi a maggioranza albanese-musulmana ma considerata dai serbi culla della loro fede e della loro civilizzazione. L’obiettivo della riunione di lunedì non è «trovare l’unità su una cosa che è di competenza nazionale», secondo quanto rivelano fonti comunitarie. I ministri degli Esteri, secondo le stesse fonti, anzichè dividersi sul riconoscimento riaffermeranno i punti di «consenso forte»: sottolineeranno dunque che lo status quo «non è una situazione prorogabile»; che l’Unione europea è pronta a un contributo di «lungo periodo» per creare uno stato di diritto nel Kosovo. Da giorni negli ambienti diplomatici di Bruxelles circola voce che Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania - ma forse anche altri Paesi come la Polonia - faranno una dichiarazione comune di riconoscimento già domenica pomeriggio, subito dopo la proclamazione dell’indipendenza a Pristina. Ieri sera fonti italiane lo escludevano: «Il passaggio di lunedì sarà cruciale», si sottolinea alla Farnesina. Fonti europee auspicano che «la riunione di lunedì possa essere una buona opportunità per discutere con gli altri partner e concertare le azioni». In queste ore a Bruxelles si sta finalizzando anche la decisione sul lancio della missione civile in Kosovo, Eulex. Secondo fonti della presidenza slovena «si è entrati nella fase finale della preparazione». Da giovedì è cominciata la fase di silenzio-assenso fra le 27 capitali europee, che avevano tempo fino alla mezzanotte di ieri per esprimere il loro dissenso. Per il lancio della missione non è necessaria una decisione politica dei ministri degli Esteri. Se la Eulex sarà varata, i primi elementi di un contingente di 2000 persone, quasi tutti poliziotti e giudici, cominceranno a dispiegarsi in Kosovo entro un paio di settimane. La Serbia, che continua a considerare illegale la proclamazione di indipendenza del Kosovo - una decisione «annullata in anticipo» dal governo di Belgrado - ha fatto sapere che non collaborerà con gli inviati Ue. Il ministero degli Esteri spagnolo ha convocato l’ambasciatore russo per esprimere la propria «sorpresa» per le parole pronunciate da Putin, che, condannando l’indipendenza del Kosovo, aveva paragonato il secessionismo di Pristina a quello dei Paesi baschi. EMANUELE NOVAZIO