Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Eluana Englaro morirà di fame e di sete, entro una ventina di giorni a partire da oggi. Nel luglio scorso c’era stata una sentenza della Corte d’Appello di Milano, che autorizzava la sospensione delle cure, comprese l’alimentazione e l’idratazione. Avevano presentato ricorso il Parlamento (sostenendo che i magistrati s’erano impossessati di un potere non loro, quello di far le leggi) e la Procura della Repubblica. Le obiezioni delle Camere sono state respinte un mese fa, quelle della Procura ieri. A questo punto nulla osta. Ricordiamo che Eluana Englaro è una donna di 36 anni, rimasta vittima nel 1992 di un incidente stradale che le ruppe la spina dorsale. La medicina è riuscita a tenerla in vita fino ad oggi, anche se in uno stato vegetale. Le suore della clinica Beato Luigi Talamoni di Lecco la tengono in vita dandole da mangiare e da bere con una sonda infilata nel naso. La fanno anche muovere artificialmente, massaggiandola e spostandola e portandola in giardino. Però non come si farebbe con un essere davvero vivo, devono trattarla piuttosto come una cosa inanimata, per esempio un sacco. La magistratura che adesso ha autorizzato la morte indotta, aveva respinto sette volte, nel corso di questi anni, le richieste del padre Beppe di lasciar perdere ogni terapia. Il ragionamento del padre è sempre stato: «La scienza le ha impedito di andarsene quando sarebbe stato il momento, la scienza deve restituirle quello che le spetta di diritto, la morte».
• Che succederà adesso?
La porteranno in una clinica specializzata, di cui non sarà reso noto il nome. Li si smetterà di nutrirla. Ci vorranno 15 giorni almeno.
• Soffrirà?
Io penso che soffrirà. Molti pensano che non soffrirà. Guardi, questo ultimo passaggio non mi trova d’accordo. Si decide di non darle né da mangiare né da bere – la stessa procedura scelta in America per Terry Schiavo a seguito delle insistenze del marito – forse sperando che nel lasso di tempo che intercorre tra l’abbandono da parte degli esseri umani e la fine, Dio si manifesti. Ma aspettiamo Dio da 16 anni e Dio avrebbe potuto, nel caso, manifestarsi prima. Non credo poi che gli uomini abbiano il diritto di cullarsi in una speranza simile. E nessuno può giurare sul fatto che gli ultimi 15 giorni di Eluana non saranno un calvario di atroci dolori. Sarebbe meglio farle un’endovena di morfina ad alto dosaggio, e chiuderla lì.
• Qualcuno s’è mai risvegliato da una situazione simile?
Il professor Guizzetti dice che dal 1996 a oggi lui ha visto risvegliarsi 12 pazienti. Il professor Veronesi dice che nel mondo un essere umano nella condizione di Eluana Englaro «non è mai tornato indietro». Lei può ben capire che io non ho titolo per dire chi dei due ha ragione. Io posso solo dire che si deve ragionare restando freddi.
• E che ragionamenti si possono fare?
La legge relativa al cosiddetto testamento biologico ci vuole o non ci vuole? giusto che un punto di vista forte (e legittimo) come quello della Chiesa influenzi il legislatore? Ma anche: è giusto che non si tenga conto dell’opinione di tanti cattolici? E però: Filippo Facci ha pubblicato dati provenienti dal Centro di Bioetica dell’Università Cattolica di Milano secondo i quali il 3,6% dei medici ha praticato l’eutanasia di nascosto e il 42 per cento la sospensione delle cure di nascosto. Beh, questo è un punto che bisogna stabilire, perché se i medici praticano l’eutanasia di nascosto – e magari facendosi pagare – il legislatore non può continuare a far finta di niente. La materia va regolata. Pubblico sul mio blog (altrimondi.gazzetta.it) tutto l’articolo di Facci, e due opinioni, che contrastano con quella di Facci e sono in contrasto tra di loro, di Giuliano Ferrara e Stefano Lorenzetto.
• Reazioni del mondo politico?
Quelle che potevamo aspettarci. Alfredo Mantovano, segretario all’Interno, dice, con toni che non si possono condividere, che «una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana, privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente, impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore». Idem per Luca Volontè dell’Udc («primo omicidio di Stato in nome del popolo italiano») e per i cattolici di Scienza e vita che parlano di esecuzione e chiedono che si svolga in pubblico. Insopportabili anche le esultanze radicali. Insopportabile, in una vicenda come questa, è chiunque dia l’impressione di tirare l’acqua al suo mulino senza comprendere la tragicità di un bivio come questo, che non ha risposte esatte, che non ha risposte giuste. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/11/2008]
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