Lettera a Lucia Annunziata, la Stampa 14/11/2008, 14 novembre 2008
DALLA RUBRICA DI LUCIA ANNUNZIATA SULLA STAMPA DI VENERDì 14 NOVEMBRE 2008
Non potevano passare inosservate le due intere pagine pubblicate su La Stampa, lunedì 10, con le quali Unicredit ha messo in evidenza l’impegno dei suoi 60 mila dipendenti per consigliare e affiancare più di 9 milioni di clienti. Ebbene, io penso esattamente il contrario. La storia: il 17 settembre mia moglie si era recata presso l’agenzia di detta banca per chiedere un appuntamento e verificare, con me, il miglior investimento dei nostri risparmi. Stante la firma disgiunta, la consulente dichiarava che non era necessaria la mia presenza. Nel giro di pochi minuti riesce a ottenere da mia moglie la firma per sottoscrivere due investimenti: il primo con un «Pronti contro termine» a 6 mesi con un tasso del 5%, il secondo con un «non ben definito fondo garantito» in grado di produrre guadagni intorno al 5% e con il capitale sempre disponibile. Riguardo a quest’ultimo, nessun accenno al rischio, tanto meno al costo (2% del capitale investito!); ovviamente, la consulente si era ben guardata dal consigliare di leggere le 14 (!) pagine del prospetto informativo e del modulo di sottoscrizione. Dopo circa 20 giorni ho controllato l’investimento del «non precisato fondo garantito» e ho scoperto che tra il costo (1.500,00) e il rischio, il nostro capitale si è assottigliato di quasi 4.000,00. A nulla sono valse le nostre proteste nei confronti del direttore dell’agenzia. Da un attento esame del modulo di sottoscrizione scopro che è intestato a mia moglie e a me, con tutti i dati utili a identificarci (data di nascita, residenza, cod. fiscale e numero carta d’identità); poiché manca la mia firma per il consenso al trattamento dei dati personali, ho chiesto l’annullamento del contratto, come previsto dallo stesso modulo di sottoscrizione; la banca si è limitata a rispondere che «sono in corso verifiche». Chissà cosa pensa l’a.d. Profumo di questo «affettuoso» trattamento nei confronti di un «suo» cliente, visto che è personalmente intervenuto a sbloccare il mutuo d’un operaio della Thyssen, una manovra che approvo.
CAVALIERI M.
Il signor Cavalieri, un nostro abbonato, spiega in una nota che il suo caso non è un’eccezione. Non credo di poter rispondere nel merito, ma pubblico volentieri tutto quello che serve a darci un’idea in diretta delle trasformazioni che la crisi porta nella vita di tutti noi. Spero che questa lettera sia letta anche dalla sua Banca e che le venga fornita subito una spiegazione. Magari non c’è nessuna malafede. In queste settimane, tuttavia, ogni volta che mi trovo davanti a testimonianze dei cambiamenti in corso nel portafoglio di tutti, mi chiedo spesso: non sarebbe stato meglio se avessimo fatto le cicale? I più penalizzati sono infatti - l’avrete notato - i più virtuosi, che hanno saggiamente investito in case, o hanno saggiamente risparmiato invece di spendere.