Luca Iezzi, la Repubblica 14/11/2008, 14 novembre 2008
ROMA - Immigrazione e periferie, sono l´energia e l´epicentro del terremoto che sta sconvolgendo le nostre città
ROMA - Immigrazione e periferie, sono l´energia e l´epicentro del terremoto che sta sconvolgendo le nostre città. La sfida dei prossimi anni sarà gestire l´aumento della popolazione, per lo più straniera, "nella cintura" dei centri urbani: o diventeranno la locomotiva dello sviluppo o il focolaio di disagio sociale diffuso. Un dossier dell´Ance fa una radiografia dei centri urbani nazionali inquadrandoli con gli obiettivi che si è posta la Commissione Ue. Sulla necessità di "liberare le energie" delle città per utilizzarle nella competizione economica globale, l´associazione dei costruttori terrà oggi a Venezia un convegno dal titolo "La città è mobile". A livello mondiale proprio nel 2008 si è registrato l´epocale pareggio tra la parte di popolazione che vive in contesti urbani e quella che vive in campagna. Nei prossimi anni più del 50% dell´umanità vivrà nelle città. In Europa, dove questa soglia è stata superata nel dopoguerra, siamo già al 72%. L´Italia, per motivi storici e geografici, è sempre stata al di sotto di questa media (67%) e nel decennio 1991-2001 molti centri medio grandi avevano visto ridurre la popolazione residente. Con l´avvento del nuovo secolo la tendenza si è di nuovo invertita, ma solo nel centro-nord dove tutti i comuni capoluogo (ad eccezione di Venezia) hanno registrato una crescita demografica, in cima alla classifica Roma (+6,8%), Torino (5%), Verona (4,3%) e Milano (3,7%). Discorso opposto al Sud: dal 2001 al 2007 hanno visto ridursi la propria popolazione tutte le città più grandi: Napoli, Palermo, Catania e Messina, fa eccezione Bari (+2%). Un fenomeno spiegato dal fatto che sono gli immigrati stranieri l´unico fattore di crescita della popolazione, e gran parte di loro si stabilisce sposta seguendo la ricchezza. Tanto da riproporre l´antico trend dell´immigrazione dal Mezzogiorno, che persiste anche per gli italiani. L´Ance sottolinea come a gennaio 2008 le famiglie con capofamiglia straniero erano 1.366.835, (nel 2001 erano 672.506). L´afflusso della popolazione è così consistente che deborda nei comuni vicini come dimostra che l´aumento della popolazione della provincia è ancora più consistente: a Roma, Milano e Verona supera l´8%. Nel capoluogo milanese tale "inondazione" si allarga anche nelle province vicine. In qualsiasi modo le si chiami: periferie, cinture, o persino sprawl, i territori intorno alle grandi città saranno il "campo di battaglia" dove concentrare interventi e investimenti. Il problema principe delle città "sparse" è la mobilità: secondo l´Istat 46,7% della popolazione dei grandi comuni ogni giorno si sposta, a Roma 300 mila non residenti si aggiungono ogni giorno a Milano gli accessi dall´esterno sono oltre 843 mila. Il 66% di questi spostamenti avviene con il mezzo privato. «La dilatazione delle città pone l´urgenza d´interventi volti a ricucire il tessuto urbano» suggerisce lo studio, che chiede di «diffondere centralità per riequilibrare i pesi insediativi». Istituzioni pubbliche e private dovrebbero progettare un miglioramento di «mobilità, vivibilità, cultura e ambiente» nei prossimi 20-30 anni.