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 2008  novembre 14 Venerdì calendario

No allo sbarco di Gazprom in Spagna. A 24 ore dalla clamorosa notizia, rivelata mercoledì dal vice-premier russo Zhukov in visita nella capitale iberica, che il gigante energetico russo era interessato all’acquisto del 20% della impresa madrilena Repsol, una delle 10 più importanti compagnie petrolifere private del mondo (utili netti nei primi 9 mesi del 2008 pari a 2,8 miliardi di euro), il quotidiano El Mundo ha rivelato ieri che il governo si opporrà ad una operazione che costerebbe ai russi «appena» 2,6 miliardi di euro

No allo sbarco di Gazprom in Spagna. A 24 ore dalla clamorosa notizia, rivelata mercoledì dal vice-premier russo Zhukov in visita nella capitale iberica, che il gigante energetico russo era interessato all’acquisto del 20% della impresa madrilena Repsol, una delle 10 più importanti compagnie petrolifere private del mondo (utili netti nei primi 9 mesi del 2008 pari a 2,8 miliardi di euro), il quotidiano El Mundo ha rivelato ieri che il governo si opporrà ad una operazione che costerebbe ai russi «appena» 2,6 miliardi di euro. «Stona abbastanza che imprese spagnole privatizzate come Repsol possano adesso essere comprate da compagnie pubbliche come Gazprom, con capitale di assoluta maggioranza pubblica», ha dichiarato Solbes, ministro dell’Economia. Repsol, che controlla anche l’argentina Ypf ed è presente in 30 Paesi con la sua attività di petrolio e gas (tre i campi principali: upstream, gnl, downstream), va vento in poppa. I suoi risultati dei primi 9 mesi, diffusi ieri, indicano per la multinazionale spagnola un risultato operativo di 5 miliardi di euro (più 18,9% sullo stesso periodo del 2007). Chi però è in braghe di tela è il suo principale azionista, Sacyr-Vallerhermoso, una delle principali aziende immobiliari ed edilizie, che ha un debito di 19 miliardi di euro per il crack del mercato edilizio spagnolo. Per rimediare, il 20% di Repsol è in vendita dallo scorso settembre. La giocata dei russi, annunciata cosí a sorpresa che ci è rimasto di stucco persino chi sedeva a fianco di Zhukov e che non ne sapeva niente, il ministro dell’Industria Sebastián, è stata apparentemente geniale. Basta vedere la composizione azionaria di Repsol, e le sue partecipazioni, per capirlo. Sacyr è infatti il principale share-holder di Repsol ed anche il secondo azionista, con il 30,8%, dell’altra grande impresa spagnola del settore, Gas Natural (presente pure in Italia dal 2003 con 337 mila clienti Via Gas Naturale Vendita). Due piccioni con una fava. Però Gazprom, al 91,2% statale, non ha fatto i conti con l’oste, il governo del premier socialista Zapatero. Già nel 2006 i tedeschi di E.On non informarono delle loro intenzioni l’esecutivo di Madrid prima dell’Opa su Endesa con il risultato che se lo trovò contro e perse la partita a favore del takeover di Enel (che invece aveva ricevuto l’ok preventivo di Zapatero). «L’operazione che chiude il cerchio, il gigante russo cerca alleanze nel sud Europa per migliorare la sua posizione nel trasporto e nella vendita diretta di gas a tutto il continente, a cui già fornisce il 50% del sumministro energetico», commenta il il blitz annunciato di Gazprom il filo-socialista El Páis. Per una volta, tutti sono d’accordo nel far muro contro Zhukov. GIAN ANTONIO ORIGHI PER LA STAMPA DI VENERDì 14 NOVEMBRE 2008