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 2008  novembre 14 Venerdì calendario

Zacchetti Paolo

• Milano 15 settembre 1965. Controllore di volo. Nel febbraio 2008 condannato dalla Corte di cassazione a tre anni per aver contribuito, con altri, a provocare la morte di 118 persone l’8 ottobre 2001 a Linate • «[…] Quella mattina, infatti, nella torre di controllo a Linate c’era lui, il controllore ”Ground”. E quando l’aeroporto riaprì, tre giorni dopo, Zacchetti era sempre nella torre, con la stessa nebbia, la stessa assenza di radar e la tensione alle stelle. In nessuna occasione, dal rinvio a giudizio fino alla Cassazione, per sette anni, Zacchetti ha subito un’indagine interna, una sospensione o un richiamo. Fu solo aiutato a lavorare, 45 giorni dopo il disastro, dall’entrata in funzione del radar di terra. E dopo otto mesi fu tolto dalla torre e mandato all’Ufficio qualità e sicurezza, dove tuttora lavora. Viene da chiedersi: Zacchetti è bravo oppure no? Nonostante lo scorrere delle indagini e dei processi che hanno ritenuto il controllore di volo non sufficientemente capace di svolgere il suo lavoro, tanto da condannarlo, lui continuava a farlo. Come prima e più di prima, visto che i suoi superiori e la sua azienda, l’Enav, hanno continuato a fidarsi delle sue capacità e lo hanno promosso, affidandogli la pianificazione dell’Ufficio qualità e sicurezza. ”Fu un atto doveroso per la serenità del controllore” afferma Mauro Iannucci, allora diretto superiore di Zacchetti. ”La professionalità di Zacchetti ha poi consentito di valorizzarlo affidandogli servizi di pianificazione”. La giustizia aveva provato a toglierlo di lì quando, nel 2001, in primo grado, lo condannò anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per i reati colposi però non è prevista e quindi la sentenza venne corretta. In appello, un anno dopo, i giudici avevano cambiato approccio e descrivevano Zacchetti come ”un professionista adeguato al proprio lavoro... Va detto perché le allusioni e i dubbi sollevati sulla personalità dell’imputato sono rimasti tali, privi di riscontro e di qualsiasi collegamento con la vicenda in esame”. ”Trovo stupefacente” commenta Zacchetti ”che i giudici dicano una cosa e poi ne facciano un’altra… La mia vicenda processuale sembra sancire che ognuno di noi può venire condannato indipendentemente dalle responsabilità”. In ufficio ogni giorno dalle 9 alle 15, in casi di emergenza raccoglie piani di volo, registrazioni radar, comunicazioni pilota-controllore, eventuali letture delle ”scatole nere”... Un’analisi che porta infine alla compilazione di un rapporto che, previa supervisione, viene inviato a Roma nella sede centrale dell’Enav. E su questa materia è diventato esperto: non è raro che i tecnici del settore aeroportuale si rivolgano a lui per consulenze. ”La nostra giustizia non ha voluto cercare la verità” protesta l’avvocato di Zacchetti, Cesare Cicorella. ” stato molto più facile usare il parafulmine, prendersela con il singolo anziché con il sistema. Era un controllore che non poteva controllare poiché non aveva gli strumenti per farlo”. Resta il dubbio: hanno sbagliato i giudici a condannarlo o chi lo ha tenuto a fare quel lavoro nonostante la condanna?» (Stefania Panza, ”Panorama” 13/3/2008).