Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Castro ha abbandonato il potere, non ha più alcuna carica, il Consiglio di Stato è stato convocato per il 24 febbraio, la lotta di successione si è ormai aperta.
• Castro era il dittatore di Cuba, vero?
Sì, il dittatore di Cuba. Sta al potere dal Capodanno del 1959. Rovesciò Fulgencio Batista, fantoccio degli americani, con l’aiuto di Che Guevara e di 79 guerriglieri. La scena si vede nella terza puntata del Padrino di Coppola. E c’è una battuta di Al Pacino – cioè del Padrino – che fa capire molte cose. Vedendo i guerriglieri in rivolta, il padrino dice qualcosa come: «Ma questi non combattono per soldi. Questi ci credono. Ma allora non c’è niente da fare».
• Il padrino aveva interessi a Cuba?
Prima dell’arrivo di Castro, cioè sotto il regime di Batista e degli americani, l’isola era in mano alla mafia che qui faceva affari d’oro, ne aveva fatto un Eldorado del gioco d’azzardo e della prostituzione. Qualunque opinione si abbia del Castro successivo (e c’è poco da discutere: è stato un dittatore sanguinario), il Castro della prima ora fu un autentico liberatore, che, dalla sua piccola isola, era capace di far impazzire gli americani. Secondo una versione non peregrina del delitto Kennedy e che è stata sceneggiata da Ellroy nel suo magnifico romanzo American Tabloid, il presidente venne ammazzato nel 1963 dalla mafia che lo considerava un ostacolo sulla via della riconquista di Cuba. La mafia, con Cuba in mano ai comunisti, vedeva sfumare affari per milioni di dollari.
• Gli americani adesso pensano di rifarsi?
Bush ha rilasciato una dichiarazione in cui si augura libere elezioni, «non come quelle a cui i due fratelli ci hanno fatto assistere in questi anni». No, non sono più gli anni Sessanta e gli Stati Uniti non vogliono troppe turbolenze vicino a casa loro. Il problema è che sul territorio americano vivono tre milioni e mezzo di cubani smaniosi di rivincita. Ma non ci saranno colpi di testa, tutti dicono di no. Come sempre nelle dittature, in questo mezzo secolo si sono formati clan e consorterie, i vecchi militari che stanno col fratello Raùl, i giovani della seconda o terza generazione che vogliono aprire l’isola al mondo. Si spareranno tra di loro, ci saranno un po’ di morti, ma gli Stati Uniti, se non ho capito male, tenteranno di orientare gli eventi senza intervenire. Si dice adesso che Raul, o chi per lui, auspica un sistema alla cinese: ferreo controllo politico unito a libertà d’impresa.
• Ma Castro non era un dittatore sanguinario? Non dovremmo tirare un sospiro di sollievo per il prossimo arrivo della democrazia?
Magari le cose fossero così semplici. Castro è stato uno strano tipo. Ha messo in galera e fatto morire migliaia di oppositori. Ma oggi i prigionieri politici sono più o meno duecento. I cattolici sono stati lasciati in pace e le relazioni con il Vaticano non si sono mai interrotte. Proprio adesso il segretario di Stato Tarcisio Bertone è a Cuba in visita ufficiale. Castro è stato un comunista duro schierato dalla parte dell’Unione sovietica senza esitazioni e finanziatore della guerriglia in ogni parte del mondo. I cubani, sotto di lui, hanno patito, e parecchio. Ma il sistema sanitario cubano e quello scolastico sono esemplari.
• E adesso che l’Urss non c’è più, come fa Cuba a stare in piedi? Chi la aiuta? Non mi pare che noi europei ce ne occupiamo troppo.
Il suo alleato principale è Chavez, il presidente venezuelano. Un tempo gli passavano soldi i sovietici, adesso li aiutano i venezuelani. I cubani con l’emargo Usa (alle aziende americane è vietato fare affari con loro) non ce la fanno. E a quanto pare gli Stati Uniti, questo embargo, non hanno alcuna intenzione di toglierlo. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 20/2/2008]
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