Varie, 20 febbraio 2008
Micaela Lelli, 25 anni. Nata a Sassoleone nel Bolognese, sofferente dalla nascita di una grave handicap psichico, impossibilitata a parlare, a detta dei parenti era «come una bambina di dieci anni», ciononostante la sua era una famiglia «tranquilla, normale»
Micaela Lelli, 25 anni. Nata a Sassoleone nel Bolognese, sofferente dalla nascita di una grave handicap psichico, impossibilitata a parlare, a detta dei parenti era «come una bambina di dieci anni», ciononostante la sua era una famiglia «tranquilla, normale». I genitori Giampaolo Lelli e Rosa Turrini, 49 anni, gestivano vicino casa l’agriturismo "Manuela", stesso nome della figlia primogenita trentenne, ma per la madre la creatura malata era «il motivo più grande di gioia», per lei faceva di tutto, l’accompagnava tre volte a settimana a Imola in un centro per disabili e, nei momenti difficili, diceva: «Meno male che ho Micky». Martedì sera la Turrini tutta allegra cenò con la madre e i fratelli ma la mattina dopo, il consorte come d’abitudine impegnato nel maneggio, prese un mattarello, con quello colpì Micaela più volte in testa, le infilò poi un coltello da pane nel petto, scrisse sulla busta di una bolletta «basta con questa vita di sofferenze, seppelliteci nella terra», e si ficcò la lama nel braccio fino a perdere i sensi ma senza riuscire a morire. I corpi, trovati in camera da letto dal Lelli Giampaolo che dopo le 11 s’affacciò in casa perché la moglie non s’era presentata come al solito ai fornelli dell’agriturismo. Prima delle 11 di mercoledì 20 febbraio in un appartamento a Sassoleone, frazione di Casalfiumanese a qualche chilometro da Imola (Bologna).