Il Manifesto 20 febbraio 2008, Stefano Piazza, 20 febbraio 2008
Tv, un metalmeccanico troppo raccomandato. Il Manifesto 20 febbraio 2008. Questa è la storia di un’invasione silenziosa ma non per questo meno cruenta: Ceppaloni alla conquista dell’Italia
Tv, un metalmeccanico troppo raccomandato. Il Manifesto 20 febbraio 2008. Questa è la storia di un’invasione silenziosa ma non per questo meno cruenta: Ceppaloni alla conquista dell’Italia. Qualcuno ha cercato di far credere che si trattasse dello «scontro tra due ragazzi, tra due mondi». Tra due raccomandati. In fondo, è quello che tutti abbiamo potuto vedere, nel servizio che mandò in onda Sky: Elio Mastella, il figlio del «boss», ha rimesso al suo posto l’ormai ex Iena Alessandro Sortino, ricordandogli che lui, povero metalmeccanico, campa con «1800 euro al mese», mentre l’inviato Mediaset, figlio di un pezzo grosso nel campo dei media, non può permettersi di dargli lezioni di vita. Ma, come ha scritto qualcuno, l’evidenza dei fatti dimostra solo i fatti evidenti. E ciò che abbiamo visto e letto nei giorni scorsi, a un’analisi appena meno superficiale, si dimostra lacunoso, impreciso, se non addirittura falso, chiamando in campo per l’ennesima volta il servilismo dei media nei confronti dei padroni. Tanto per cominciare, come scrive Peter Gomez, dovremmo essere tutti grati a Sortino. Stava facendo il suo lavoro e può diventare pericoloso creare dei martiri, degli eroi, da una parte e dall’altra. Forse non sarà possibile dimostrare che il figlio di Sebastiano Sortino, direttore della Commissione per i servizi e i prodotti dell’Agcom e direttore generale della Federazione italiana editori giornali, sia davvero un «self made man» e non un «figlio di papà», come insinuato dal metalmeccanico di Ceppaloni. Quello che si può fare, però, è chiarire che, se viene dato per scontato che Alessandro Sortino sia un raccomandato solo a causa del suo albero genealogico, forse il potere della famiglia Mastella ha messo radici al di fuori del territorio in cui è sempre stato invincibile. Forse l’Italia è già una provincia di Ceppalonia, dove il semplice fatto di non approfittare dei vincoli familiari rappresenta un orrendo crimine contro la morale ed è inammissibile anche solo l’idea di concedere una possibilità a chi potrebbe essere stato raccomandato e, magari, non lo è. Ma andiamo con ordine. importante conoscere il protagonista di questa vicenda kafkiana. Sortino entra a Radio Capital nel 1998, cioè sette anni prima che suo padre vada all’Agcom. Davide Parenti lo chiama alle Iene nel 2000. un raccomandato?. Se lo fosse, sarebbe più logico aspettarsi di vederlo nella redazione di uno dei grandi quotidiani nazionali, ma concediamo ancora il beneficio del dubbio ai ceppalonici. Il già più volte citato genitore Sortino, dal ’77 direttore generale della Fieg e consigliere Cnel, esperto di antitrust e tetti pubblicitari tv, non è esattamente un «amico» del monopolio Mediaset e Confalonieri non fa mistero della reciproca «non simpatia» (il suo lavoro consiste nell’impedire alle reti di Berlusconi di fagocitare tutta la pubblicità, a scapito della carta stampata). Alessandro, fa carriera nonostante il padre e il padre la fa nonostante Mediaset. Dopo gli esordi a Vita, giornale del terzo settore, più di dieci anni fa, passò a intervistare gli spettatori all’uscita dei cinema romani. Da quegli inizi «dorati» allo scontro con la famiglia Mastella, Sortino ha lavorato con molte persone; alcune, lo hanno accompagnato nell’ultimo decennio, da Parenti a Mentana. Sembra che tutti rimpiangano il suo lavoro. Parenti ha ribadito che, fosse per lui, «Alessandro lavorerebbe ancora alle Iene. Dobbiamo renderci conto che nessuno è mai completamente libero, tutti, prima o poi, abbiamo subìto una censura. Andiamo avanti, che possiamo fare? il nostro lavoro. Alessandro è sempre stato un rompicoglioni anche con noi... Ci stiamo ancora leccando le ferite, pensando di averlo perso. Sono sicuro che tra non molto lo vedremo in televisione con un suo programma di successo». Enrico Mentana, che con lui ha lavorato a Matrix, lo conosce meno, ma abbastanza per dire che «raccomandato non lo è di sicuro, ha sempre parlato attraverso il suo lavoro. Capisco che per Elio Mastella la situazione non sia delle migliori, ma deve farsene una ragione: siamo tutti figli di qualcuno e da quello dobbiamo partire». E via di questo passo, con Filippo Roma, suo collega alle Iene e vecchio amico, con cui ha firmato la sceneggiatura di un corto diretto da Monicelli; Fausto Brizzi, regista di Notte prima degli esami, che lo conosce da anni e che con lui ha condiviso la passione per il cinema. E Giampaolo Roidi, oggi direttore di Metro, allora capo della redazione romana di Vita, che lo portò con sé alla Stampa. Lorenzo Maiello, «capo» delle iene romane. Tutti pronti a giurare sull’onestà dell’ex collega. Come premesso, questo non basta a garantirne la correttezza, ma dovrebbe aver inquadrato il personaggio. Una volta chiarito che Sortino possa aver fatto strada con le proprie forze (Parenti: «Un raccomandato non avrebbe un contratto in esclusiva, con uno ’stipendio’ fisso? Lui guadagna solo se lavora...»), torniamo ad analizzare i fatti di Ceppaloni. L’inviato delle Iene si è presentato a casa Mastella con l’ormai famosissimo sacchetto di arance. Che Elio Mastella, nonostante le molte ricostruzioni «inesatte» di questi giorni, non ha mai visto. Il suo attacco è comprensibile, come conseguenza di un momento di «forte stress». Ma lui, il rampollo, non nega mai di essere parte del clan. Cerca solo di deviare l’attenzione dall’unica domanda di Sortino, quella a proposito della casa. Quale casa? Il sottopagato Elio Mastella, con il suo mai abbastanza sottolineato stipendio da 1800 euro (percepito come dipendente Selex, gruppo Finmeccanica), riesce a pagare, insieme al fratello Pellegrino, una rata (fantascientifica) di 6700 euro per il mutuo acceso per uno dei sei appartamenti che la sua famiglia ha acquistato a prezzi stracciati nel centro di Roma. L’appartamento ex-Inail, in largo Arenula, ospita Il Campanile ed è di proprietà di una società intestata all’ex tesoriere Tancredi Cimmino e al segretario Mastella, poi girata - in parti uguali - ai due eredi. Nonostante il valore dell’immobile si aggiri intorno ai 2,4 milioni, i ragazzi Mastella se lo aggiudicano per 1,45 milioni, grazie a un mutuo di 1,1 milioni con rata mensile, come detto, di 6700 euro. Come lo pagano? Con i soldi ricavati dall’affitto versato dall’Udeur, 6500 euro mensili, il doppio di quello pagato all’Inail. Come l’hanno garantito? Con due dei quattro appartamenti comprati in contanti (due da Elio, due da Pellegrino) in lungotevere Flaminio. Il giovane metalmeccanico possiede quindi un intero terzo piano comprato per soli 200mila euro, mezzo mega-appartamento in largo Arenula e un altro da 67mila euro. Cioè una parte del patrimonio immobiliare del clan Mastella/Udeur/Il Campanile. come scoprire l’acqua calda, ma il vero problema, per i vertici Mediaset, non potrebbe essere stata proprio la curiosità di Sortino sugli illeciti di un politico che, con tre soli senatori, fa di tutto per favorire il ritorno al potere del proprietario della stessa azienda televisiva? Non sarebbe stato carino permettere a una Iena di parlare di consulenze, voli, contratti, benzina e case, persino torroncini e panettoni, pagati dal giornale Udeur e usati da Mastella & C., grazie anche ai fondi pubblici... Stefano Piazza