Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008, P. Br., 20 febbraio 2008
«Nella provincia industriale le nuove vittime del racket». Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008. «La crisi sta spingendo gli imprenditori nelle mani degli usurai Riciclaggio più facile» «L’usura si sta evolvendo
«Nella provincia industriale le nuove vittime del racket». Il Sole 24 ore 20 febbraio 2008. «La crisi sta spingendo gli imprenditori nelle mani degli usurai Riciclaggio più facile» «L’usura si sta evolvendo. Al Nord, dove la sua diffusione è dovuta al doppio canale degli insospettabili con addentellati nelle banche e della criminalità di origine mafiosa e camorristica ormai autonoma dai quartieri generali del Sud, riguarda oggi anche i medi imprenditori. Una nuova categoria di vittime. Fino a qualche anno fa l’usura colpiva soltanto le famiglie, i commercianti, gli artigiani e i titolari di piccole aziende. Adesso tocca anche i proprietari di imprese in apparenza ben strutturate, ma in realtà in serie difficoltà finanziarie e patrimoniali». Roberto Pennisi, cinquantacinquenne magistrato della Direzione nazionale antimafia incaricato del collegamento investigativo con i distretti di Milano, Trento, Trieste e Venezia, di fronte alla crescita del fenomeno nel Nord e nel Centro Italia, sottolinea le nuove pericolose forme che assume. Quali sono le ragioni dello sviluppo dell’usura nelle regioni più ricche? Senz’altro, negli ultimi anni, le forze dell’ordine e la magistratura hanno impresso una particolare energia nelle indagini e nelle inchieste su questo reato. Ci sono poi delle novità normative che aiutano le vittime a parlare, grazie al sostegno economico che lo Stato può dare loro. Anche così si potrebbe spiegare l’aumento delle denunce e degli arresti. Ma esistono condizioni ambientali, oltre a specifiche strategie criminali, che hanno reso il Settentrione e il Centro Italia un mercato estremamente favorevole. Ma l’usura non è sempre esistita, pure nel Nord e nel centro Italia? Sì, però di recente si è assistito alla concomitanza di una serie di fattori. Prima di tutto una crisi economica che ha reso ancora più deboli i soggetti che già prima erano deboli: fra le famiglie, come nella vita produttiva. Quindi, l’incremento delle pastoie burocratiche nella elargizione del credito da parte delle banche: una maggiore rigidità che trasforma lo sportello nella penultima spiaggia. Peccato che, dopo di essa, l’imprenditore non abbia che da rivolgersi all’usura, che a quel punto diventa allo stesso tempo l’ultima spiaggia e la prima stazione di una via crucis. Infine, per spiegare lo sviluppo dell’usura, c’è l’attività ordinaria di una criminalità organizzata proveniente dal Sud, in particolare calabrese, che è sempre più determinata e aggressiva. Ordinaria in che senso? Nel senso che l’usura costituisce uno dei molti affari di ’Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra. Non è una cosa più importante delle altre. Certo, rappresenta un mezzo privilegiato per fare riciclaggio. Ma, nella strategie delle cosche al Nord, vale come l’investimento immobiliare, il cemento, la droga. Con il traffico di stupefacenti, sia quello gestito dalle organizzazioni mafiose e camorristiche sia quello in mano alla criminalità comune, c’è peraltro una liaison: capita che lo spacciatore presti i soldi a chi deve comprare la dose. E, così, si innesca un meccanismo perverso. Comunque, se oggi c’è il riflesso statistico di una recrudescenza dell’usura, al di là del contesto favorevole al suo attecchimento, è perché l’intera attività delle cosche è diventata più florida al di fuori del Meridione. Al Nord e al Centro c’è una concorrenza fra gli usurai classici e la criminalità di tipo mafioso? Al Nord e al Centro Italia, da sempre, ci sono usurai, insospettabili o conclamati, che svolgono la loro funzione di presta-soldi. Spesso hanno rapporti con impiegati e funzionari di banca, che sono sleali prima di tutto con gli istituti di credito in cui lavorano passando agli usurai informazioni sui clienti che diventano in un lampo delle "prede". Ma, certo, quando la criminalità di tipo mafioso decide che entra in forze, in una città o in una provincia del Nord, non c’è "concorrenza" che tenga. Gli usurai si mettono d’accordo oppure scompaiono. E questo è doppiamente una iattura, per il tessuto economico e civile di qualunque tranquillo angolo del Settentrione o delle regioni appeniniche: perché quando la ’Ndrangheta, la Camorra o Cosa Nostra entrano in un territorio di certo non fanno soltanto usura. Si dedicano a tutto il loro business: riciclaggio, droga, gioco d’azzardo, appalti, prostituzione, investimenti immobiliari. P. Br.