Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  febbraio 20 Mercoledì calendario

L’aereo a energia solare In volo anche di notte. Corriere della sera 20 febbraio 2008. In un hangar dell’aeroporto svizzero di Duebendorf, vicino a Zurigo, sta prendendo forma un singolare velivolo che sarà capace di compiere il giro del mondo senza consumare una goccia di cherosene

L’aereo a energia solare In volo anche di notte. Corriere della sera 20 febbraio 2008. In un hangar dell’aeroporto svizzero di Duebendorf, vicino a Zurigo, sta prendendo forma un singolare velivolo che sarà capace di compiere il giro del mondo senza consumare una goccia di cherosene. L’energia necessaria la ricaverà soltanto dal Sole. Il padre e il protagonista della temeraria impresa è Bertrand Piccard che ha nei geni l’impronta delle sfide quasi impossibili, che lui però riesce a materializzare. Nel 1999, infatti, ha compiuto il giro del mondo in pallone fino ad allora fantasticato soltanto da Giulio Verne. In diversi, tra cui il miliardario Richard Branson, patron della Virgin, l’avevano tentato, e solo lui ci riuscì. Ma Bertrand è discendente del nonno Auguste, che nel 1932 ha conquistato il record di alt ezza (16.201 metri) chiuso in una sfera d’alluminio appesa a un pallone. E il padre Jacques si è immerso nella fossa delle Marianne, nel Pacifico, toccando gli 11.490 metri di profondità. A Bertrand non è comunque bastato entrare nella storia del volo con il suo pallone ormai esposto al museo dell’aeronautica e dello spazio di Washington, ora si è inventato una nuova sfida che è umana ma anche tecnologica. Sta dirigendo la costruzione di un leggerissimo aeroplano di appena 1.500 chilogrammi, battezzato Solar Impulse perché ricaverà tutta la potenza necessaria dai raggi solari. La sua struttura è in fibra di carbonio ricoperta da un sottilissimo film di materiale plastico il quale, sulla superficie superiore delle grandi ali (61 metri di apertura) e nel piano di coda, ospita 12 mila celle solari al silicio. Complessivamente sono 200 metri quadrati di celle che forniscono l’energia per alimentare quattro motori a elica ciascuno con una potenza di appena otto cavalli vapore, equivalente a quella disponibile sull’aeroplano dei fratelli Wright quando compirono il primo volo nel 1903. L’energia erogata sarà immagazzinata in batterie al litio consentendo a Solar Impulse di viaggiare anche con il buio della notte. Inoltre il calore da esse sprigionato servirà a proteggerle anche dal freddo intenso (40 gradi sottozero) nel quale l’aereo viaggerà a 8.500 metri d’altezza. La Nasa negli anni scorsi aveva realizzato un velivolo azionato da celle solari. Si presentava come una grande ala, ma a bordo non aveva piloti e dopo alcuni test andò distrutto. Solar Impulse, invece, ospiterà Bertrand che tenterà l’impresa del giro del mondo alla velocità di 45 chilometri orari con cinque scali intermedi. Accadrà nel 2011, dopo alcuni voli capaci di dimostrare la bontà della straordinaria macchina. La prima tappa è prevista quest’anno, in autunno, quando Solar Impulse riceverà il «battesimo dell’aria », il primo collaudo. L’anno prossimo sarà effettuato il primo viaggio notturno e nel 2010 si compirà la traversata atlantica, la cui riuscita darà il via libera al giro del mondo l’anno successivo. «Ci riusciremo, non ho dubbi» dice convinto Bertrand, sempre sorridente mentre racconta che nella vita fa lo psicologo. E intanto è riuscito a raccogliere intorno a sé chi finanzia l’impresa da 70 milioni di euro. Oltre ai tre grandi sponsor (Omega, Solvay e Deutsche Bank) ora si è aggiunta anche la Iata, cioè l’associazione internazionale del trasporto aereo, che fornirà l’assistenza per coinvolgere i centri di controllo del traffico aereo attraverso i continenti. «Solar Impulse e Iata condividono una visione – dice Giovanni Bisignani, direttore dell’associazione’ Entrambi guardiamo a un futuro del trasporto aereo con emissioni di anidride carbonica pari a zero. L’energia solare è una delle componenti fondamentali che renderanno possibile la realizzazione del progetto. Le altre riguardano l’uso di celle a combustibile e il carburante ottenuto da biomassa». «La follia – sottolinea Bertrand Piccard – non è realizzare un aeroplano capace di volare giorno e notte senza consumare una goccia di cherosene, ma continuare a pensare che la nostra civiltà possa sopravvivere consumando un milione di tonnellate di petrolio ogni ora, distruggendo il pianeta». Giovanni Caprara