Libero 20 febbraio 2008, GENNARO SANGIULIANO, 20 febbraio 2008
VEDI NAPOLI E POI MUORI
Libero 20 febbraio 2008.
tutto nei rapporti dei carabinieri che nelle scorse settimane hanno controllato alcuni cimiteri di Napoli. Chi pensava che la vicenda dei rifiuti costituisse un punto limite del degrado morale e materiale, invalicabile per gravità e sostanza, una cosa difficilmente eguagliabile, si sbaglia. Perché dalla capitale del Sud, che è anche la capitale elettorale e politica del centrosinistra, la realtà spesso supera ogni prolifica fantasia. Nei tre più grandi cimiteri napoletani, come in molti della provincia, non si fanno esumazioni dei morti perché da tempo è scaduto il contratto fra il Comune e le ditte che si occupano della rimozione e del riciclaggio delle bare. Un fatto che se non fosse la pura verità apparterrebbe alla commedia dell’assurdo. PROBLEMI SOTTERRANEI La vicenda va spiegata: ogni "ca ro estinto" dopo essere stato sepolto nella nuda terra per un certo periodo, che a Napoli equivale generalmente a un anno, deve essere esumato, tolto dalla bara, trattato, avvolto in un lenzuolo e, quindi, collocato nel loculo per la destinazione finale. una prassi che riguarda centinaia di migliaia di famiglie, soprattutto quelle più tradizionaliste (altre scelgono la cremazione o la tumulazione). Orbene, le vecchie bare, logorate dalla permanenza sotto terra, non possono essere gettate via come roba vecchia ma sono classificate come "rifiuti speciali" da sottoporre a uno speciale trattamento. Questo prescrivono i regolamenti mortuari. Da qualche mese a Napoli avviene che le ditte che svolgono questa attività hanno sospeso il servizio perché, come quasi tutte le imprese che lavorano con il Comune di Napoli, da quelle che si occupano di lavori stradali a quelle che operano prestazioni di altri servizi, da sedici mesi non vengono pagate: l’amministrazione dichiara di non avere i soldi. Lo smaltimento delle bare era appaltato a una ditta di Avellino che le portava all’impianto di termodistruzione di Bari, perché il bruciatore che esisteva a Napoli è fermo da anni. Questa distanza geografica, ricade, ovviamente, sul prezzo finale pagato dagli utenti. La conseguenza diretta, ora, è che i "cari estinti" restano dove sono, nella nuda terra e non possono essere esumati. L’ambiente dei cimiteri napoletani più che il regno dei morti è il regno della camorra, lo hanno detto decine di inchieste della magistratura. Ogni clan ha il suo cimitero di pertinenza, dove detta legge per la vendita dei fiori, delle fosse, dei loculi, dei funerali. E come sempre accade al Sud quando lo Stato non funziona l’antistato è pronto ad inserirsi con i suoi meccanismi subdoli, odiosi, deprecabili ma spesso efficienti. Così, chi proprio vuole ovviare al problema ed esumare il proprio "caro estinto", può farlo pagando un sovrapprezzo a chi all’interno di ciascun cimitero gestisce per conto del clan camorrista della zona il controllo sulle attività, ed è in grado di superare problema facendo sparire la cassa. Dove finisce non ha importanza. la stessa storia delle discariche abusive e dei rifiuti tossici smaltiti abusivamente. Il sette dicembre scorso i carabinieri hanno sorpreso e denunciato il custode di un cimitero mentre dava al fuoco una bara, di quelle che dovrebbero essere smaltite secondo legge. Nei controlli in altri otto cimiteri sono state accertate quattro violazioni e denunciate altre sette persone, mentre è stata messa sotto sequestro un’area di 8.500 metri quadrati nella zona di Sorrento dove erano «illecitamente ammassati rifiuti speciali provenienti da operazioni di esumazione». FORNO A LEGNA In proposito c’è anche chi afferma che le casse da morto non finirebbero in discariche abusive ma il legno verrebbe triturato e ridotto in truciolato che la stessa camorra provvederebbe a far pervenire alle pizzerie di Napoli, sulle quali - cosa nota - mantiene un rigido controllo in fatto di forniture di alimenti e bevande. Verità o leggenda metropolitana? Gli addetti ai cimiteri napoletani interrogati in proposito confermano: quando è la camorra a riciclare una cassa da morto ne fa trucioli per i forni della pizza. Sta di fatto che sempre i carabinieri hanno ritrovato un mese fa una centinaia di bare ammassate in baracche.
GENNARO SANGIULIANO